Il personaggio di Nero Wolfe resta uno degli investigatori privati più affascinanti della storia della letteratura poliziesca, insieme a tutta la sua compagnia: il braccio destro nonché segretario, tirapiedi e biografo Archie Goodwin, il cuoco e maggiordomo belga Fritz Brenner, il giardiniere "balio" delle orchidee Theodore Horstmann, l’ispettore Fergus Cramer della Squadra Omicidi, gli occasionali investigatori Saul Panzer, Fred Durkin e Orrie Cather.

Incredibilmente grasso, incredibilmente indisponente, incredibilmente capriccioso e incredibilmente vanitoso, ma incredibilmente astuto, Nero Wolfe - quando non è impegnato a mangiare, a curare le sue orchidee o a leggere i suoi libri - è un genio nello smascherare i criminali, senza mai dover uscire dalla sua casa di arenaria sulla trentacinquesima strada ovest di New York, comodamente seduto alla sua scrivania a sorseggiare birra o impegnato con le sue orchidee nella serra al terzo piano.

 

Tutte le 72 avventure di Nero Wolfe, scritte da Rex Stout tra il 1934 e il 1975, sono state pubblicate in Italia da Mondadori, nelle varie collane "I gialli Mondadori", "Omnibus gialli" o "Oscar Mondadori".

Purtroppo, attualmente, praticamente tutti i titoli sono fuori catalogo, e per poter acquistare i romanzi di Stout bisogna aspettare le occasionali pubblicazioni del giallo Mondadori, che restano disponibili per poche settimane prima di sparire di nuovo.

 

Sicuramente, ad alimentare la nostra passione per il detective nato dalla penna di Rex Stout, ha contribuito in larga parte il geniale Tino Buazzelli, protagonista nei panni di Nero Wolfe di dieci magistrali e spassosissimi sceneggiati Rai girati tra il 1969 e il 1971, che restano ancora oggi tra le migliori produzioni della fiction italiana.

 

Ma l’avventura cinetelevisiva di Wolfe comincia oltre trent’anni prima.

La prima volta che il detective viene portato sugli schermi cinematografici risale infatti al 1936, col film Meet Nero Wolfe (produzione Columbia), in cui Wolfe è interpretato da Edward Arnold e Goodwin da Lionel Stander. Il film, realizzato negli USA, é diretto da Herbert J. Biberman ed é tratto dal romanzo La traccia del serpente (Fer de lance, la prima avventura di Wolfe).

La seconda rappresentazione é del 1937: si tratta ancora una volta di un film americano. Il titolo è The league of frightened men (produzione Columbia), ed é tratto dall’omonimo romanzo La lega degli uomini spaventati. Qui Wolfe é interpretato da Walter Connolly mentre Goodwin, come nel film precedente, è Lionel Stander. La regia é di Alfred E. Green.

 

Negli anni successivi, Nero Wolfe fu portato anche in radio (a partire dal 1943, Santos Ortega e Sydney Greenstreet sono stati rispettivamente Wolfe e Goodwin in una serie di trasmissioni radiofoniche statunitensi), mentre negli anni cinquanta le avventure di questi personaggi sono state raccontate in una serie di fumetti, sempre negli Stati Uniti, dallo sceneggiatore John Broome e dal disegnatore Mike Roy.

La serie é stata in seguito continuata da France Edward Herron e Fran Mantera.

 

Siamo arrivati al 1968, quando in Italia vengono avviate le riprese si quella che é la prima e, a oggi, la migliore serie televisiva su Nero Wolfe: uno dei gioielli della Rai. Tino Buazzelli veste magistralmente i panni del detective, aggiungendo un pizzico di ironia e di simpatia alla serie. Scriveva Emilio de’ Rossignoli in un articolo pubblicato nel 1969 su TV sorrisi e canzoni “[...] Gli sceneggiati hanno per protagonista l’unico attore al mondo - se si esclude Orson Welles - che poteva accettare senza sfigurare un personaggio pachidermico come quello dell’investigatore più grasso che la storia del poliziesco [...] abbia ideato per il diletto dei suoi lettori: Tino Buazzelli [...]”.

E in effetti Tino Buazzelli corrispondeva proprio alla descrizione che Stout faceva di Nero Wolfe. Per calarsi al meglio nei panni del personaggio, Buazzelli, attore scrupoloso e preciso, ha studiato a fondo il personaggio, leggendo tutte le sue avventure, e ha cercato di assimilarne i tic, i difetti e i processi mentali con quella "stupefacente precisione che egli sa mettere nelle sue creature".

Inoltre Tino Buazzelli aveva il vantaggio di assomigliare molto a Nero Wolfe, anche come carattere: l’attore era in continua polemica con le abitudini del nostro tempo e deplorava la corsa degli arrivismi, la deificazione del denaro. Diceva sempre de’ Rossignoli: "Solo sulla dieta Buazzelli é più attento di Wolfe: deve limitarsi col mangiare se non vuole superare il peso massimo e diventare un Wolfe e mezzo!".

 

La serie di sceneggiati, ognuno dei quali era trasmesso in due puntate diverse, era molto fedele ai romanzi di Stout, con l’unica differenza che non è ambientata negli anni ‘30, bensì ai giorni nostri (o, perlomeno, ai giorni in cui è stata girata la serie). Paolo Ferrari é simpaticissimo nella parte del braccio destro Archie Goodwin, e altrettanto spassoso è Pupo de Luca nelle vesti del cuoco-maggiordomo Fritz Brenner, il quale delizia Wolfe con i suoi raffinati manicaretti e lo aiuta nella serra con le sue amate orchidee (ricoprendo anche il ruolo che, nei romanzi, è di Theodore Horstmann); mentre Renzo Palmer è irresistibile nei panni dell’ispettore Fergus Cramer, della squadra omicidi, eterno amico-nemico di Wolfe. Gli "irregolari" Saul Panzer, Fred Durkin e Orrie Carther sono interpretati rispettivamente da Roberto Pistone, Gianfranco Varetto e Mario Righetti. Se posso azzardare un commento personale, Varetto e Righetti avrebbero dovuto scambiarsi i ruoli: il primo corrisponde alla descrizione che Stout fa di Cather, il secondo a quella di Durkin.

La regia é, per tutti gli episodi, di Giuliana Berlinguer.

Di lei Paolo Ferrari dice: "ha fatto veramente un ottimo lavoro. Lavorare in quello studio non era facile". Bisognava stare tutti in quella stanza: attori, cast tecnico e cameramen. Così, nelle pareti erano stati fatti un sacco di buchi per nascondere le telecamere: "Sembrava una groviera!".

10 sceneggiati di 2 puntate ciascuno, tutti diretti da Giuliana Berlinguer, sono stati realizzati dal 1969 al 1971. L’ascolto medio della prima serie era di 8 milioni e mezzo di spettatori, con una punta di 12 milioni e mezzo per il primo episodio trasmesso sul Programma Nazionale, mentre gli spettatori degli ultimi tre episodi sono saliti a 18 milioni e 900 mila di media, superando così lo stesso Maigret.

 

Tuttavia Rex Stout si era sempre opposto alla riduzione televisiva delle avventure di Nero Wolfe, cosìcché la Paramount fu costretta ad attendere la morte di Stout per acquistare i diritti dagli eredi, nel 1975.

Due anni dopo (nel 1977) trasse da The dorbell rings un tv-movie interpretato da Thayer David (Wolfe) e Tom Mason (Goodwin) per la regia di Frank D. Gilroy.

Nelle previsioni della produzione questo film avrebbe dovuto essere l’episodio pilota di una serie televisiva.

Ma il progetto non ebbe fortuna: a causa dell’improvvisa scomparsa di Thayer David il film rimase congelato per due anni, e dovette attendere il 1979 prima di essere trasmesso, in fascia notturna e passando praticamente inosservato. Secondo alcuni fan di Wolfe è stato meglio così, perché Thayer David era un po’ troppo magro per vestire degnamente i panni di Wolfe.

 

Tuttavia la Paramount non abbandonò il progetto, e nel 1981 allestì finalmente una serie televisiva con un cast completamente rinnovato, ma mantenendo gli stessi set del tv-movie di quattro anni prima.

La serie debuttò il 16 gennaio 1981 sul network NBC, con William Conrad (che molti telespettatori ricorderanno soprattutto nei panni di Cannon e di Jason McCabe in Jake & The Fatman) nel ruolo di Wolfe e Lee Horsley in quello di Archie. George Voskovec era Fritz Brenner, e Allan Miller l’ispettore Cramer.

Fiacca e poco coinvolgente, la serie non riuscì a decollare e chiuse i battenti dopo il primo lotto di 14 episodi.

 

Ma la perseveranza premia, e nel 2001 un altro tentativo di portare Nero Wolfe sul piccolo schermo dei telespettatori americani ha finalmente avuto successo, con una serie trasmessa dalla televisione via cavo A&E per complessivi 29 episodi.

Fedele e curata nelle atmosfere, capace anche di quel pizzico di ironia che mancava nelle due produzioni precedenti, questa serie si pone decisamente su un livello qualitativo migliore e ricorda vagamente la nostra produzione italiana di trent’anni prima.

Maury Chaykin veste i panni del pachidermico detective e Timothy Hutton quelli di Goodwin.

Anche nell’interpretazione di Bill Smitrovich (l’ispettore Cramer) e di Colin Fox (Fritz) si riconoscono un po’ i tratti interpretativi di Renzo Palmer e di Pupo de Luca.

Negli USA è stata commercializzata in due cofanetti DVD e anche in Italia, dove è approdata sugli schermi di Retequattro, ha avuto un discreto successo anche se - per il pubblico italiano memore del Wolfe di Tino Buazzelli - la serie non regge il confronto.

 

E poiché siamo in tema di iniziative editoriali, vale la pena ricordare che nel 2002 ElleU multimedia ha distribuito in VHS e DVD tutti gli episodi della serie con Tino Buazzelli.

Otto di questi erano già stati distribuiti, su VHS, dalla VideoRai-Fonit Cetra.

Per una caratterizzazione del personaggio di Wolfe e per informazioni complete sulla serie italiana, rimando alla guida episodi da me compilata e pubblicata all’indirizzo

Mi permetto di suggerire la lettura delle trascrizioni di alcuni dialoghi tratti dagli episodi, da cui traspare l’incredibile ironia delle sceneggiature.

http://it.geocities.com/stefanovendrame/