Con il pachidermico investigatore piuttosto seccato…

Nero Wolfe: l’invulnerabile di Rex Stout, Mondadori 2014.

Tre racconti. Partiamo dal primo che dà il titolo al libro L’invulnerabile

Rifugio montano a River Bend negli Adirondach, 400 km di distanza dalla Trentacinquesima Strada Ovest di Manhattam dove vive il Nostro (e immaginatevi l’incavolatura che non si sposterebbe di un centimetro). L’ambasciatore di un paese straniero vuole pescare una trota e farsela cucinare proprio da lui. In nove intorno ad una tavola quadrata, gente in lotta “aspra e selvaggia, al centro della quale si trova l’ambasciatore Kelefey” per portare a termine i diritti petroliferi del suo paese. Uno degli invitati ucciso mentre pesca (cranio sfondato). Trovata l’arma del delitto nel fiume. Wolfe, però, non cucina le trote pescate da uno di loro. Perché?. Riunione finale e mistero risolto.

Continuiamo con il secondo Il caso Fyfe

David Fyfe si presenta da Wolfe (seccato) senza appuntamento. E’ morto di polmonite suo fratello Bertram ritornato a New York dopo venti anni arricchitosi con la scoperta dell’uranio. Il suo testamento lascia tutto al compagno di ricerche. Ritorna a galla il vecchio caso del padre di Fyfe morto anch’egli di polmonite (finestra spalancata di gennaio). Ora si ripresenta in parte la stessa situazione. Le borse di acqua calda vicino al morto sono state trovate vuote e il gelato al mango in frigo è sparito (cosa c’entra lo saprete leggendo). E ancora una volta, perché?.

Terminiamo con il terzo Nero Wolfe e il “suo” cadavere

Sette investigatori, fra cui due donne (una fornita di una discreta “carrozzeria” secondo l’occhio vigile di Goodwin) per lo scandalo delle intercettazioni telefoniche. A dirigere gli interrogatori Albert Hyatt. Il 5 aprile 1955 un falso Otis Ross aveva chiesto a Wolfe di far controllare il suo telefono perché sospettava il suo segretario di doppio gioco. E non si era fatto più vivo. Ma ora si rifà vivo da morto (passatemela) strozzato con la sua cravatta disteso sul pavimento della stanza trentotto. Sospettato (addirittura!) il grande investigatore per il suo passato risentimento (va a finire anche in carcere insieme a Goodwin). Ma perché tutti lì convocati nello stesso giorno? C’è, forse, qualcosa in comune fra loro? Sicuro che Wolfe lo scoprirà.

Racconti come al solito gradevoli e spumeggianti di ironia narrati in prima persona dal dinamico Goodwin che non manca di tirare le sue frecciatine (classici scontri con il datore di lavoro). Naturalmente dopo che si è svegliato ben bene con la sua bella spremuta d’arancia, le fette biscottate e la seconda tazza di caffè.

Per I racconti del giallo ecco Cardosa e i fantasmi del mare di Carlo Parri.

Un morto ammazzato trovato dai pescatori e scaricato da una nave proprio in una zona dove era scomparso un peschereccio russo. Francesca Vanni e Gemma Costantini a dare una mano al dott. Leonardo Cardosa (già personaggio del bel libro “Il metodo Cardosa”). Vascello fantasma, visto pure da quattro pescatori, o c’è sotto qualcosa di più concreto?