...Il lavoro continuava. Scrivevo tutto il giorno, spedivo quello che avevo scritto via fax la sera e parlavo ogni notte con Friedkin - mi chiamava a tarda notte e parlavamo e discutevamo fino le due, le tre di mattina. Era stancante e nello stesso tempo incoraggiante, essere ben svegli nel cuore della notte e parlare con Holywood mentre la pioggia "frustava" la finestra, mentre tutta Caernarfon dormiva. Alla fine la storia era come la voleva Friedkin. Mi mandarono l’assegno, molti più soldi degli anticipi che ricevetti per tre romanzi di successo! La Spelling film mi diede il benestare (green light) per iniziare la sceneggiatura vera e propria. Tornai a Los Angeles e mi diedero un appartamento su Ocean Drive Avenue a Santa Monica. Friedkin mi disse che avremmo lavorato nel suo ufficio, scrivendo cinque pagine al giorno per "knocking out" una prima stesura in 4-5 settimane. Ma proprio quando dovevamo iniziare, lui fu chiamato a girare la rifacitura televisiva (television remake) di Twelve Angry Men, un classico del 1957 di Sidney Lumet.

Mi disse di scrivere da solo, dandomi questi suggerimenti: “scrivilo come fosse una poesia, prenditi un paio di giorni e leggiti Eliot, Gabriel Garcia Marquez e poi inizia a scrivere la sceneggiatura.”

Così iniziai a scrivere la sceneggiatura, tenendo le cose “rich and spare” (ricche e frugali insieme), come Mount continuava a ripetermi continuamente. Facevo vedere quello che scrivevo a Mount e agli altri della Spelling. A volte mi sembrava di impazzire, ero abituato al mio mestiere solitario dello scrittore in un cottage su una sperduta scogliera inglese e adesso una marea di persone mi chiedevano perchè avevo messo proprio in quel punto una virgola! E lì a Hollywood ero coinvolto in interminabili discussioni, “cosa stava facendo il personaggio prima di entrare in scena”, “dove andrà dopo aver finito la scena”, “cosa fa quando non è in scena”. Insomma, quello che viene giustamente chiamato “development hell”.

Friedkin finalmente si prese un pausa per vedere cosa stavo facendo e lesse quello che avevo scritto. Mi fece scrivere e riscrivere, quello che io volevo era una prima stesura bella e finita, magari imperfetta, ma scritta dalla prima all’ultima pagina, così da essere vista e rivista. Invece con le sue intromissioni dopo tre settimane ero ancora fermo a pagina 12! Mount mi teneva calmo, diceva che Friedkin era "un cesto di serpenti unico nel suo genere".

Gli executives della Spelling film, con un occhio alle spese che avrebbero dovuto pagare, l’affitto dell’appartamento e tutto il lusso a cui mi ero presto abituato, mi facevano fretta. Dopo due mesi, lavorando 12 ore al giorno compresi sabati e domeniche mentre il resto del mondo passeggiava e correva in bicicletta e in pattini a rotelle (bionde in hot pants comprese) finii la mia prima sceneggiatura.

Ero stato, in totale, sette mesi a Hollywood e sommando l’inverno in cui avevo lavorato nel mio cottage il totale risultante era di quasi un anno intero. Ero partito scrivendo una "novella", ristretta poi a un trattamento di 15 pagine trasformato successivamente in una sceneggiatura vera e propria. Mount, la cui saggezza pluriennale e gentilezza mi aveva sorretto tantissimo, mi abbracciò. Era arrivato il momento di salutarsi definitivamente. Durante una cerimonia nel suo ufficio, con champagne e pasticcini mi regalò un libro con questa dedica iperbolica: “a Stephen, senza il quale nessun giorno a Hollywood è completo”.

Andai alla Paramount a salutare Friedkin che mi disse “God bless”. Salutai Linda che sedeva nell’oscurità con il suo cagnolino, le rose secche e le immagini dell’Esorcista appese alle pareti. Il suo cane mi morse un dito, quando cercai di accarezzarlo. Uscii nel sole californiano (e feci l’occhiolino alla prima bionda che vidi passare... in realtà dice sucking the blood from my fingers! Ci siamo presi una piccola libertà! N.D.T.). Adesso, (al 1998) il progetto è al suo quinto anno e continua. Un quinto scrittore è stato chiamato, ha riscritto la trama e i personaggi e a spostato l’ambientazione in Turchia. Friedkin è sempre uguale. Chi sarà il prossimo?