Sul finire del secolo scorso, le grandi metropoli del vecchio continente, Roma, Londra e Parigi, erano città ricche di contrasti dove spesso negli stessi vicoli si contrapponevano universi dissimilii, drammaticamente opposti.

Da una parte le luci, gli artisti, le belle donne, i varietà, i locali alla moda e la vita lussureggiante della belle epoque, dall’altra la fame, la miseria, i borsaioli, le prostitute, i grassatori, la povera gente che viveva ammassata in luride stanze, facile preda di malattie, infezioni e altissima mortalità.

È l’epoca di Jack Lo Squartatore, che a Londra imperversava esattamente ai confini tra i quartieri di tono e i vicoli più malfamati, è il momento in cui la nascente rivoluzione industriale stava di fatto ridisegnando la mappa sociale di un intero continente, e non solo delle singole nazioni.

Contrasti economici e sociali asprissimi erano fautori di un futuro livellamento, ma intanto, ancora, gentiluomi e belle dame se ne andavano in giro in carrozza, sperperando in un’unica sera ai tavoli da gioco e nei locali una cifra che, poche strade più in là, sarebbe bastata da sola a mantenere intere famiglie per almeno un mese.

Ed è in questo periodo che a Parigi, la più malfamata, la più contraddittoria, la più affascinante delle città moderne, nascono i primi antieroi, personaggi al limite della legalità, non del tutto scevri di una certa antica cavalleria e di un fortissimo senso dell’onore, ma, a tutti gli effetti, decisamente schierati dall’altro lato della barricata, gli Arsenio Lupin, i Fantomas, i Za-La-Mort e i Rocambole, futuri padri o parenti del meglio conosciuto Diabolik.

A Parigi, nel 1857, le strade sono festosamente illuminate dai primi straordinari esempi di lampioni a gas, grazie ai quali la metropoli viene ribattezzata la Ville Lumière, i caffè alla moda traboccano di bella gente, artisti, nobiluomini, donne inguantate, teatri e varietà impazziscono per i nuovi balli, è l’epoca dorata del can can, della pochade, del vaudeville.

Ma poche strade più in là, sotto i ponti oscuri del Lungo Senna, nei vicoli sovraffollati e maleodoranti, lontano dal clamore delle piazze festose e illuminate a giorno, serpeggiano forze oscure e minacciose, quello è il mondo della malavita, della fame, della miseria, un mondo dove una vita viene venduta per poco, dove la mortalità infantile è altissima, la prostituzione ha toccato i massimi storici, le famiglie vivono ammassate in un solo locale di pochi metri quadrati in assenza totale non solo di ogni comfort, ma anche di ogni più elementare sicurezza igienica.

Le latrine sono a cielo aperto, gli scarichi scorrono liberamente per i vicoli, il lavoro minorile è praticamente una regola, qualsiasi espediente è buono per sbarcare il lunario, si vive costantemente al confine con la legalità, in un mondo oscuro e sotterraneo dove per la maggior parte dei casi, riuscire ad arrivare all’indomani è una scommessa dal pronostico incerto.

Qui si muovono personaggi immortali, inventati da autori ispirati e destinati a rimanere impressi per sempre nell’immaginario collettivo, sono in assoluto, forse dopo Robin Hood, i primi antieroi della storia della letteratura.

Qui vive le sue avventure Za-La-Mort, il famoso apache parigino creato dall’italiano Emilio Ghione, in questi vicoli spadroneggia Rocambole, che balza agli onori della cronaca dalle pagine oscure dei feuilleton creati dal visconte Pierre-Alexis Ponson du Terrail, qui albergheranno Fantomas e Arsenio Lupin.

E sempre da qui, 105 anni più tardi, nascerà Diabolik, l’immortale personaggio creato dalle sorelle Giussani.

Uomini che spiano le esistenze altrui, eroi che mediano coraggiosamente un passaggio tra due mondi contrapposti ed ostili, personaggi che conoscono la mentalità dei borghesi e dei nobili, capaci di confondersi tra di essi e di mimetizzarsi se lo vogliono, ma che al tempo stesso fanno parte indissolubilmente dell’altro universo, quello della criminalità, di cui sono fieri e indomiti protagonisti con avventure mozzafiato a base di furti, ricatti, e macchinose insidie.

Non è più tempo del cadavere in biblioteca, educato e pulito, ora che la criminalità tocca il suo apice e si mischia sempre più alla vita quotidiana, il giallo muore e nasce il noir, arrivano i combattenti, i dolenti eroi neri della letteratura, e direttamente da questi impavidi protagonisti nascerà una nuova specie di detective: fallibile, sconcertato, malinconico e fiero.

E da Fantomas passeremo direttamente a Philip Marlowe.