"Un tempo avevo degli incubi, ricorrenti, finché ho scoperto un trucco, semplice una volta che lo sai. Il trucco è raccontare le storie, condividerne il terrore per cacciarlo fuori. Adesso è roba tua..."

Atmosfere cupe, personaggi inquietanti, storie originali per una serie horror elegante che non cade mai nello splatter. A fare da sfondo a creature misteriose e dai poteri particolari sono spesso ambientazioni pervase di claustrofobia oppure eventi incontrollabili e non di rado i protagonisti delle storie sembrano vedere il riflesso del proprio mondo coi suoi lati nascosti e perversi, fuori da ogni controllo. The Hunger è una meritevole serie di racconti del terrore, che coniuga alla perfezione erotismo e morte. E’ stata realizzata dalla casa di produzione di Tony e Ridley Scott durante l’arco degli anni che vanno dal 1997 al 2000. La prima serie è presentata da Terence Stamp, la seconda da David Bowie. Nella tv italiana ha fatto la sua prima apparizione qualche anno fa su Cult Network (Stream). Recentemente è stata trasmessa da LA 7. Ci mostra delitti efferati come sono visti dall’assassino, attraverso alcuni fotogrammi, come brevi e rapidi flash.

Il resto è lasciato alla nostra immaginazione. L’impatto è talmente forte che è impossibile per il telespettatore non immedesimarsi nel protagonista.

A introdurre ogni episodio e a commentarne la conclusione c’è un presentatore coerente con lo stile del telefilm. Ha una leggera venatura di ambiguità, un’aria misteriosa ed eccentrica.

Terence Stamp appare come un narratore un po’ generico, che non entra nei dettagli dell’episodio che sta presentando ed è un po’ intellettuale e snob, David Bowie ribalta l’effetto e riesce più che mai a coinvolgere il pubblico facendo insinuazioni inserendo qua e là qualche indizio sul tema dell’episodio che sta per mostrare e concludendo la puntata con un commento sarcastico sull’umanità.

Il livello qualitativo della serie è medio alto. Ha alle spalle due produttori come Tony e Ridley Scott (Il Gladiatore, Alien). L’eleganza della narrazione è sia nello stile della regia sia nella recitazione sia, infine, nelle sceneggiature degli episodi tratte da brevi racconti. I creatori della serie hanno sicuramente puntato sulla qualità del pubblico anche se a scapito della quantità.

The Hunger va controcorrente rispetto alle regole del telefilm classico, regole che prevedono la creazione di un forte legame tra pubblico e personaggi. La serie è di una ventina di episodi a tema per ogni stagione.

In ciascun episodio si incontrano protagonisti diversi. Sebbene i personaggi cambino continuamente si resta tuttavia sempre sulla linea horror-sexy dove ricorrono storie di infedeltà che hanno come protagoniste femmes fatales e fanno emergere, in atmosfere che assomigliano a quelle del modo onirico, le paure represse e i comportamenti peggiori degli esseri umani.

Nella serie troviamo attori quali l’attore Giovanni Ribisi (Salvate il soldato Ryan), Eric Roberts (The Specialist), David Warner (Titanic), Cathy Moriarty (Raging Bull), Jennifer Beals (Flashdance) e Lori Petty (Point Break).

Tra i registi che firmano i vari episodi troviamo, oltre lo stesso Tony Scott, Russell Mulcahy (tra i film da lui diretti ricordiamo Razorback, Highlander e Silent Trigger), e molti altri talenti tra i quali Luke Scott, Alain DesRochers, Chris Hartwill, Daniel Grou e Adrian Moat, tutti provenienti dal mondo dei più noti video pubblicitari e musicali.

I due registi decisero di produrre questo serial nel 1998, ma chi ha buona memoria ricorderà senz'altro che già nel 1994 Tony Scott (fra i suoi ultimi successi cinematografici citiamo The Fan, Beverly Hills Cop II e Top Gun) nel 1984 aveva già diretto per il cinema The Hunger (Miriam si sveglia a mezzanotte) una patinata pellicola horror interpretata da David Bowie, Catherine Deneuve e Susan Sarandon. Dal film alla serie televisiva il passo è breve, così nel '98 i due Scott (nel frattempo Ridley aveva diretto Thelma e Louise) decidono di produrre un serial ispirato al film e di affidare i singoli episodi a diversi registi. Un successo immediato, insomma, tanto da portare alla ribalta anche molto dei nuovi astri nascenti hollywoodiani.