Dove sei quando scrivi? Sia fisicamente che mentalmente.

Fisicamente, sono nella mia stanza ­- piena di libri, riviste, fumetti, dvd, cd, e videocassette -, piazzato davanti al computer con una tastiera che, come quella di Mister Noir (il mio personaggio seriale, che quest’anno celebra il suo 18° Anniversario di vita editoriale), è munita di uno scudo, ovvero di una griglia – chiamata comunemente copritastiera o mascherina -, che mi permette di far scorrere la mano sulla tastiera senza premere tasti indesiderati. Mentalmente, invece, mi ritrovo catapultato nel tempo e nei luoghi in cui sto ambientando la storia che sto scrivendo.

Come scegli le tue vittime, e i tuoi assassini?

Io non scelgo né le vittime né gli assassini; anche perché, altrimenti, risulterei il mandante. Sono loro che si presentano a me!… Per esempio nel racconto Mors Ridens, presente nel mio libro Mister Noir (edito da Oakmond Publishing), io ho scoperto il colpevole e lo svolgimento dei fatti che lo riguardavano solo un attimo prima del mio protagonista.

Qual è il tuo modus operandi?

Scrivo al mattino, al pomeriggio, e spesso anche alla sera, se la mole di lavoro incombe o mi viene un’idea che è indispensabile scrivere subito. E’ per questo che mi devo applicare parecchie ore al giorno; perché, ahimè!, le idee vere, quelle che poi formano la struttura del racconto, mi vengono in mente proprio mentre scrivo; non prima, pensando a freddo alla trama. E mentre scrivo può venirmi in mente di tutto, colpo di scena finale compreso, costringendomi a fermarmi per prendere appunti e, a volte, ampliare o cambiare – anche radicalmente – quello che avevo già scritto. Tutto questo senza contare il lavoro di documentazione, che comunque esiste!

Chi sono i tuoi complici?

Io ho due complici, entrambe di sesso femminile, e un mentore. Le mie complici, che spesso leggono ciò che scrivo in anteprima, sono Mariangela, che ha un occhio di riguardo per la sintassi, e Simona, che sta particolarmente attenta agli snodi della trama. Il mio mentore invece è Andrea Carlo Cappi, che, sin da quando era direttore editoriale di M-Rivista del mistero, è sempre disponibile a darmi consigli e delucidazioni sul mondo dell’editoria… oltre a farmi da editor nei lavori più importanti.

Che rapporti hai con i tuoi lettori e le tue lettrici? Avanti, parla!

I miei lettori, e soprattutto le mie lettrici, mi danno sempre grandi soddisfazioni: c’è uno zoccolo duro che mi segue in tutto quel che faccio, scrivendomi, anche in privato, e condividendo ciò che pubblico sui social network. E io rispondo sempre, ringraziando.

Che messaggio vuoi dare con le tue opere? Confessa!

Io sono drasticamente contro l’omertà, soprattutto l’omertà di gruppo; e credo che in diversi miei scritti (articoli, racconti, e poesie) lo si possa leggermente intuire. Ma poi, a pensarci bene, nei miei racconti trapelano anche valori come il rispetto, la lealtà, e la costante tenacia nell’affrontare le avversità!… E, forse, è per questo motivo che diversi docenti che ho incontrato consiglierebbero la lettura di Mister Noir agli adolescenti e nelle scuole.

©Sergio Rilletti, lunedì 16 gennaio 2023