La lunga notte è l’ultimo della serie dei romanzi di Leonardo Gori con protagonista il colonnello dei Carabinieri Bruno Arcieri. Siamo a Firenze negli anni Settanta e l’ormai anziano Arcieri rievoca gli avvenimenti che si svolsero durantei tre giorni cruciali della storia italiana del Novecento: dal 6 all’8 settembre del 1943.

Il giovane capitanoArcieri, distaccato presso l’ufficio del SIM, viene coinvolto in un’operazione segretissima e del massimo rilievo per la sicurezza nazionale. Negli stessi giorni deve affrontare la fine della sua storia d’amore con la ricca ebrea Elena Contini che momentaneamente si nasconde in casa sua a seguito della minaccia delle leggi razziali. Come se non bastasse, un gerarca fascista viareggino viene assassinato sulle scaledella casadi Arcieri e Elena rischia di essere accusata dell’omicidio.

A far da sfondo alle due storie, che si svolgono parallelamente,una città deserta e silenziosa e una moltitudine di personaggi, alcuni che appartengono alla grande Storia, altri inventati dalla fantasia dell’autore. Lescene corali rendono perfettamente l’idea del cupio dissolvi, del fuggi fuggi generale, dell’abbandono del proprio ruolo e della fuga dalle responsabilità di molti a cui fanno da contraltare le scelte coraggiose di pochi.

Fallita la missione segreta di cui è stato incaricato, Arcieri riuscirà a intuire e comprendere il segreto che Elena custodisce e a far luce sull’omicidio del gerarca viareggino. Memorabili la scena della popolazione di Velletri che, in strada da ore, aspetta l’auto con il principe Umberto per essere rassicurata e confortata e quella dell’ultimo drammatico colloquio dell’ex Comandante dei servizi segreti militari con il re.

Leonardo Gori ha il pregio di unire due indagini che formano una duplice trama, molto plausibile,e di inserirla in una ricostruzione molto approfondita dei fatti storicie degli aspetti, anche minimi,della vita quotidianadi quegli anni. Ne La lunga notte si discuteanche di jazz, grande passione dell’autore e del suo personaggio.

Da anni il romanzo noir storico, di cui Gori è ottimo rappresentante, unisce l’approfondimento storico a una storia di fantasia. In questo modo offre al lettore una ricostruzione e una interpretazionedegli eventi narrati.  Mentre in un saggio lo storico deve analizzare i fatti realmente accaduti, nel romanzo lo scrittore ha una maggiore libertà nel momento in cui inserisce i suoi personaggi e le storie nelle pieghe nascoste della grande Storia.

La lunga notte ha tutti gli elementi per catturare e tenere viva l’attenzione del lettore e, perché no, anche dello spettatore in una eventuale trasposizione cinematografica.

Di forte impatto ed evocativa la copertina di Francesco Chiacchio: il nero del profilo di un uomo col cappello in primo piano, sullo sfondo uno scorcio del colosseo mentre carri armati e militari si aggirano nelle strade  deserte. Le sfumature dal giallo ocra all’arancio e al rosso forse richiamano i bagliori delle armi e dei bombardamenti.

Ecco come Bruno Arcieri, parlando con il giovane fascista Daniele, motiva la sua decisione di andare a combattere contro i tedeschi.

“… la dignità d’Italia non può valere la perdita delle libertà. La dittatura è un male essenziale, primario. Non può condurre la bene, per definizione. Anzi, seppure lo ipotizzassimo dotato delle migliori intenzioni, un fascismo buono, come lo intende lei, corromperebbe l’animo e la moralità delle persone proprio in quanto ne annullerebbe la libertà. Il fascismo è il nemico, il nostro nemico interno, sta soprattutto dentro di noi, ed è un dovere morale ed etico, oltre che politico, combatterlo con tutte le nostre forze. Me ne sono accorto tardi, ma forse ancora in tempo per fare una scelta.” (pp. 240,241)