Romanzo scritto nel 1942, non risente affatto del passare del tempo. Il tema principale è il mal di vivere di due donne che abitano l'una di fronte all'altra, in una via di Parigi. La metropoli non fa neppure da sfondo, l'azione, tutta interiore, potrebbe svolgersi in qualsiasi città.

Dominique, detta Nique in famiglia, è una quarantenne sola che vive in una decorosa indigenza dalla morte del padre, generale in pensione e padre-padrone. Ogni giorno compie gli stessi umili gesti, sfiorendo a poco a poco dentro di sé. Unico diversivo, osserva ciò che avviene nell'appartamento di fronte, una casa borghese in cui la padrona domina la vita di tutti: del marito, del figlio e della nuora Antoinette. Proprio quest'ultima, una giovane donna elegante e affamata di vita, di sesso, è l'oggetto della curiosità morbosa di Dominique.

"Il buio scende presto, le finestre chiuse impediscono ogni contatto tra l'aria umida e fredda dell'esterno e i cubi d'aria riscaldati delle celle in cui la gente si rinchiude. Forse a causa della luce giallastra,densa, dello schermo formato dai vetri e dalle tende, delle pioggia che avvolge ogni gesto in una coltre di silenzio, gli esseri nelle case appaiono stranamente statici e, anche quando muovono braccia e gambe, si direbbe che lo facciano al rallentatore, la loro pantomima muta si svolge in un mondo da incubo in cui le cose sembrano fisse loro posto per l'eternità: lo spigolo di una credenza, il riflesso di una maiolica sbreccata, l'angolo di una porta siocchiusa, la prospettiva azzurrina di uno specchio" (p. 115)

Il marito di Antoinette, essere insignificante e malaticcio, muore in seguito all'ennnesima crisi cardiaca, della quale la moglie è stata tacita testimone, senza soccorrerlo. Di lì a poco, Nique le invia dei biglietti che potrebbero essere minacciosi o ricattatori ma in realtà vogliono soltanto attirare l'attenzione di Antoinette su di sé. Inizia a seguirla e scopre i suoi segreti, necessariamente taciuti alla terribile suocera fino a quando scoppia l'inevitabile violenta scenata all'interno dell'appartamento dei Rouet a seguito della quale Antoinette lascia la casa dei suoceri seguendo gioiosamente i suoi istinti vitali. Nique continuerà a seguirla come un' amante tradita e a immaginare il tipo di vita che conduce. Incapace di entrare in una nuova vita tutta sua e rimanendo sempre spettatrice di quella degli altri, rinuncia per sempre a tutto.

"Era questa la vita? Un po' d'infanzia inconsapevole, una breve adolescenza, poi il vuoto, un continuo susseguirsi di preoccupazioni, di grattacapi, di piccole incombenze e, a quarant'anni, già la sensazione della vecchiaia, di una china da percorrere mestamente." (p. 164)

Simenon ancora una volta sa calarsi nell'intimità segreta dei suoi personaggi e ne descrive in modo talvolta realistico, talvolta visionario i pensieri, gli atteggiamenti, i sogni, le delusioni, il malessere sottile.