Mauro Boncompagni, colonna portante del Giallo Mondadori, presenta questo dicembre la sua nuova opera di raccolta: il numero 92 de “Gli Speciali del Giallo Mondadori”, dal titolo Natale di sangue.

Per sapere tutto dei testi presenti, si rimanda agli Archivi di Uruk.

Le trame

Il do tragico di Augusto De Angelis

Una famosa cantante d’opera viene assassinata nel corso di un’esibizione radiofonica. Intanto, sei misteriose buste azzurre sono state recapitate provocando il terrore nei rispettivi destinatari. È la sera del 22 dicembre e la nebbia avvolge Milano. Toccherà al commissario De Vincenzi, capo della Mobile, trascorrere le festività in cerca di una soluzione per un rebus indecifrabile.

Diario di un assassino di Leo Bruce

Per uccidere senza essere scoperti basta scegliere la propria vittima in modo casuale. Senza un movente, senza legami di alcun tipo. Un aspirante omicida mette in pratica questa teoria alla prima occasione in un piccolo centro balneare, in pieno inverno, sul lungomare. Per averla vinta contro un avversario così cerebrale occorre un investigatore all’altezza. Carolus Deene, docente di storia e detective dilettante, è il candidato ideale.

Il caso Chopham di Edgar Wallace

I corpi di due uomini vengono rinvenuti presso un’auto abbandonata oltre il ciglio della strada, nella neve. Uno era un ladro e l’altro un ricattatore; entrambi uccisi a colpi di pistola, forse al termine di una colluttazione. Ma l’avvocato Archibald Lenton, consultato in proposito il giorno di Natale, suggerisce una ricostruzione alternativa. Sempre che non esista un’ulteriore spiegazione possibile.

L’incipit dell’Introduzione

Nel poliziesco, che sia classico oppure no, si uccide anche a Natale. Non solo perché il delitto non va mai in vacanza, ma anche perché non c'è nulla di più perversamente gradevole che immaginare una bella festa natalizia, in cui la gente si riunisce per respirare un'atmosfera di pace e di serenità, rovinata dall'intrusione di qualcosa che è esattamente l'opposto di quanto i convitati si attendevano. “Suave spectare laborem…” diceva Lucrezio, e in effetti il piacere del giallo natalizio consiste proprio nel godere delle sofferenze delle feste altrui mentre si celebrano in assoluta letizia le proprie.

Il mystery natalizio ha assunto diverse forme in una tradizione molto longeva che, se non parte proprio da Dickens (pur se si sarebbe tentati di inserire anche A Chrìstmas Carol in questa rassegna), abbraccia tendenze e filoni estremamente vari. Semplificando un po', si potrebbe dire che nel giallo classico i misteri natalizi si incentrino sul party nella casa di campagna, talvolta circondata dalla neve e magari anche totalmente isolata. La tensione che ne consegue porta a galla emozioni a lungo represse e conflitti tra i vari componenti della famiglia, spesso allargata, cosa che, in ultima istanza, conduce a un omicidio, l'esito esattamente contrario alla natura della festa che si intendeva celebrare.

L'incipit de "Il do tragico"

L'ascensore si fermò con un sussulto, dopo aver rallentato. Dentro la scatola di metallo e di legno lucenti si ebbe un attimo di attesa.

Il fattorino, efebico nella sua uniforme verde bottiglia a bottoni d argento, sorrideva.

Il commendatore aveva trattenuto il respiro e adesso ansava. Sempre le fermate a singhiozzo di quella macchina elettrica gli davano un colpo al cuore.

Si ebbe un altro scatto e lentamente la porta esterna e quella della scatola cominciarono a scorrere silenziose.

Era la liberazione. Il commendatore si lanciò fuori. I commessi balzarono in piedi e salutarono.

Sul marmo levigato dell'anticamera monumentale e del corridoio interminabile, risuonarono i passi disordinati dell’omaccione.

Forse superava il metro e ottanta di altezza ed era nel corpo armonico. Il che vuol dire che dava, subito a prima vista, l'impressione d'essere formidabile. Più che robusto, però, pesante.

L'incipit de "Diario di un assassino"

Estratto da un diario:

…La sublime sensazione di essere un assassino, una sensazione concessa a pochi. Non cerco affatto una soddisfazione d’ordine fisico. Non sono un sadico, e come chiunque altro troverò ripugnante Tatto in sé. La mia gratificazione sarà di natura squisitamente cerebrale, il mio sarà il trionfo della mente sulla materia.

Ecco una ragione per cui non verrò mai sospettato. È il movente a fornire la chiave dell’identità di ogni assassino, anche quando il movente è solo la soddisfazione di un oscuro desiderio di uccidere. Il maniaco che uccide per il basso e perverso piacere di farlo può essere rapidamente identificato, per quanto normale la sua vita appaia agli occhi di tutti. Intanto, deve scegliere la vittima, e rientra nel suo sogno paranoico la decisione di uccidere un certo tipo di persona piuttosto che un'altra. La mia totale indifferenza a questo riguardo mi rende immune dall'essere scoperto. Può essere una donna o un bambino, non ha importanza. Semplicemente, ucciderò la prima persona che incontro.

Ecco il segreto, non avere un movente. Quando il cadavere sarà scoperto e verranno avviate le indagini, gli investigatori si chiederanno subito: chi aveva motivo di uccidere questa persona? E chiunque sia la vittima, le circostanze faranno convergere i sospetti su un colpevole “naturale". Anche quando si trattasse di uno di quei tipi insignificanti che "non possono avere nemici" – individui che non sono oggetto né di odio né di invidia, che non danno fastidio né hanno mai recato offesa a nessuno – gli astuti investigatori scopriranno chi aveva un movente, o ricondurranno il crimine commesso all'aberrazione di un maniaco sessuale.

L'incipit de "Il caso Chopham"

Gli uomini di legge che scrivono libri, di norma, non godono di una grande popolarità presso i loro colleghi, ma Archibald Lenton, un avvocato di notevole brillantezza, costituiva un'eccezione. Lui teneva un taccuino di cui pubblicava certi estratti di tanto in tanto. Non ha mai reso note le sue ipotesi sul caso Chopham, tuttavia, anche se credo che ne abbia formulata una. Io gli ho fornito i vari elementi del caso, dicendogli chi era realmente Alphonse o Alphonso Riebiera.

Riebiera era un uomo che ci sapeva fare con le donne, specie quelle donne che non avevano fatto molta strada in quella scuola pratica che può fornire solo l'esperienza. Si descriveva dicendo di essere uno spagnolo, anche se il suo passaporto era stato rilasciato da una repubblica sudamericana. Certe volte, presentava biglietti da visita con la scritta “Le Marquis de Riebiera”, ma questo capitava solo in occasioni speciali.

Info

Natale di sangue a cura di Mauro Boncompagni (Il Giallo Mondadori Speciali n. 92), 416 pagine, euro 6,90