Una setta pericolosa…

“Firenze era parata a lutto. La città piangeva il suo granduca. Francesco I era morto il 19 ottobre nella villa di Poggio a Caiano. Due settimane prima aveva accusato lievi disturbi gastrici. Vomito, nausea.” Siamo nel 1587. All’annuncio del decesso muore anche la moglie granduchessa Bianca “in preda a brividi, dolore e vomito.” L’erede, il cardinale Ferdinando de’ Medici, scopre casualmente qualcosa che lo mette in guardia. Nel cassetto di uno scrittoio-forziere rinviene una bottiglietta che, secondo il suo medico, contiene arsenico, un veleno letale. Allora Francesco è stato assassinato e qualcuno vuol far ricadere la colpa su di lui! E forse dietro a questo c’è il fratello Pietro “invidioso, tenebroso, invelenito.” Meno male che l’altro fratello Giovanni può dargli una mano in un momento storico allo stesso tempo grandioso e difficile. Il Granducato di Toscana è uno stato florido, ricco, guidato dalla potente famiglia dei Medici, mercanti e banchieri il cui oro fa gola a molti. Il pericolo più grande proviene dalla Spagna di Filippo II che vuole liberarsi di Ferdinando altrimenti “l’eresia e le tenebre governeranno”, ora preso anche dai preparativi della Invincibile Armada per conquistare il regno d’Inghilterra, mentre la Francia è in fiamme percorsa da eserciti che predano e fanno terra bruciata. L’unica difesa potrebbe essere costituita da una coalizione con i Farnese, gli Este, Venezia, l’impero e lo stesso papa. E occorrono uomini fidati che proteggano le spalle come il luogotenente Donati e Niccolò Fieschi comandante della guardia.

Ma qualcuno della setta, voluta da Filippo II e guidata dall’Illuminato, ovvero un frate di origine francese riesce ad inserirsi, a trovare da loro un impiego, “Il prescelto aveva eseguito gli ordini, facendosi accettare come agnello nella tana del leone.” Così come Pamela, la ragazza che si è fatta mettere incinta dal più piccolo dei fratelli Juan Batista, pagata dall’ambasciatore Olivares per avere un “orecchio attento” nella casa di Don Giovanni. Ad aumentare ancor più i sospetti dei Medici si aggiungerà la premonizione di Rodolfo II d’Asburgo durante una delle sue allucinazioni “Guardatevi dai corvi…Volano a frotte, neri, incontrollabili. Hanno un capo che li guida, li sprona e un monarca che li appoggia…Vedo invidia, sangue, la religione. Non la vera, ma il fanatismo crudele. E’ una setta? Sì!”

La combatterà soprattutto Don Giovanni, giovane biondo, alto, sul collo una catenella d’oro dalla quale pende una “sferetta porta aromi a forma di tritone in oro e smalto, con rubini, perle e un grosso granato.” Aiutato, in seguito, anche dal generale Ottavio Colonna e dal suo piccolo eunuco Alizeth (e qui preparatevi ad una sorpresa). Difesa personale e alleanze, dunque continuamente in giro tra gli stati amici a cercare appoggio, aiuto, ora con promesse, ora con favori e ricchi regali.

Romanzo ampio e complesso. Personaggi storici realmente vissuti e inventati ben costruiti e fatti vivere con pochi tratti efficaci. Ognuno con i suoi tic, le sue manie, le malattie che li tormentano ( vedi, per esempio la gotta di Filippo II o la depressione di Rodolfo II). Complotti, intrighi, l’assassinio, il potere, lo sfarzo, gli abbigliamenti, i banchetti, le cerimonie, l’amore, il sesso, angherie e umiliazioni (come la storia della bella Clelia Farnese, la “gemma” di Ferdinando de’ Medici) ma anche l’amicizia, la devozione, il sacrificio, la commozione che può nascere all’improvviso da una scena inaspettata, da qualcosa che colpisce nel profondo, una piccola luce nel buio di tanta grettezza e crudeltà. In giro tra i palazzi più potenti ma anche in bettole malfamate e avventure all’aperto dove si rischia la vita, come durante una lotta sanguinosa contro i lupi.

Capitoletti brevi alternati a quelli più lunghi in cui vengono espresse le intenzioni dei vari attori sulla scena. Lettura veloce, piacevole, che si avvale di una profonda conoscenza degli aspetti storici e sociali dell’epoca, ovvero ricerca storica e invenzione felicemente a braccetto lungo il racconto, dove grandeggia l’uomo con tutto il male e il bene che si porta appresso. Scontro finale che potrebbe preparare un altro seguito…

Di Patrizia Debicke vorrei ricordare L’oro dei Medici, Corbaccio 2009, L’uomo dagli occhi glauchi, Corbaccio 2010 e La sentinella del papa, Todaro 2013.