Chi ha paura di Chantal Pelletier? Chantal Pelletier è una scrittrice francese, autrice di circa venti opere, sceneggiatrice per il cinema e per la televisione ed è stata anche  (notizia per intenditori) una delle Trois Jeanne al cafè-theatre. Dettaglio questo terribilmente e misteriosamente noto solo ai francesi...e magari anche intenditori di cabaret e cafè-chantant. Diciamo qui che a noi la bella Chantal interessa come autrice di More is less, pubblicato nella famosissima Série Noire di Gallimard, serie di "gialli"’, neri o "‘mistery story" (come dicono gli inglesi) che sembra, oggi non sia tanto in buone acque come un tempo.  E del resto è una serie storica, giunta al suo 2657 numero, (parliamo ovviamente della copia che è in nostro possesso), pagata anche la bellezza di 9 euro, (risulta pubblicato nel 2002) prezzo che forse giustifica il fatto che

la Série Noire non sia più tanto popolare; anche se,

la Série Noire rimane sempre regina della bellissima grafica e formato che le è propria e che si è andato modificando senza esagerare: è passata cioè da uno spartano bianco e nero a un’aggiunta di giallo nei titoli e di inserimento di una grande foto-copertina quasi sempre in bianco e nero che è così artistica che sembra un’opera d’arte, nulla a che fare con le copertine un po’ fumettare di alcune altrettanto vetuste collane nostrane di cui non faccio il nome, (sono un gentiluomo, del resto c‘è chi sicuramente non condivide la mia opinione, a torto o a ragione accendetevi una gitane senza filtro!) ma che tutti possono immaginare e che danno l’idea di qualcosa per un pubblico non completamente maturo, anche se ciò non può esser vero, perché molte di queste traduzioni sono prima uscite per l’equivalente francese.

La Série Noire è insomma non solo una serie di "gialli" e "neri", ma anche veramente un esempio editoriale di assoluta semplicità e classe che mi hanno spinto a comprare More is less più per il libro-oggetto in sè, che per il libro-contenuto, dico questo sapendo che provocherò certo un gran accigliamento da parte di catoniani autori puri, ma tant’è, oggi siamo nell’era di miss Italia, non più di Lino Ventura e Prevert e quindi anche l’occhio vuole la sua parte golosa.

Insomma, è un volume che mi ha affascinato prima per le sue... caratteristiche organololettiche (odore, colore, sapore...!) che per i contenuti. E’ un concetto, questo della bellezza di "aspetto" di un libro che è particolarmente sentito nel mondo nordico (inglese più che francese, però) e che a mio avviso in Italia non  è così importante e non spinge mai a comprare un libro per amore a prima vista (parliamo ovviamente di libri popolari, di gran diffusione... non delle tirature di Einaudi o Adelphi che hanno sempre copertine rigorosamente spartane, come piacciono a me, anche se nel loro caso non pubblicano storie che mi interessano particolarmente). Voglio dire, non riesco a immaginare la copertina di More is less "‘tradotta" in italiano con un "fumetto"’, sopratutto dopo aver visto quella francese e aver letto il libro!

Ma di cosa parla il libro? Potrei parlarvi della impaginazione interna, del bel carattere leggibile e contrastato usato per la stampa, dei bei margini bianchi su cui riposa l’occhio, che invogliano proprio a leggere e tante belle pagine con titoli, sottotitoli, dediche, che fanno iniziare il libro alla 13esima facciata! Un libro è anche questo.

More is less inizia con un vecchio cinese di nome Trung, trovato morto "sparato"’ in un parco parigino (Buttes-chaumont, ci ho vagabondato anche io, durante il mio periodo parigino) a fare tai chi, la bella Chantal Pelletier ci rende con due righe efficacissime chi è stato, dandoci nello stesso tempo alcune intuizioni:

[...] L’assassino l’aveva beccato in pieno. Certo un professionista, uno pagato apposta, uno di quelli in grado di scomparire senza lasciare tracce a parte il morto e gli occhi per piangere. [...]  

e poi, ancora

[...] Nell’appartamento del vecchio Trung, quasi davanti al mercato Secrétan, numerosi conoscenti consolavano la vedova, mentre il marito congelava nel suo cassetto dell’obitorio. [...], insomma, Chantal è una che sa scrivere, con quella immediatezza e familiarità e spietatezza ironica e realistica propria degli scrittori che scrivono sulla Sèrie Noire e che neppure la mia pessima  velocissima traduzione riesce a rovinare.

Ma come va a finire la storia, ambientata in una Parigi contemporanea che a leggere suona familiare anche a chi non c’è stato? Semplice, il caso viene messo nelle mani di Momo (Maurice), poliziotto moralista sconvolto dal mondo alla rovescia dei nostri giorni, lasciato a sua volta dalla moglie e dai figli. Momo inizia a  indagare, in mezzo a tanti altri casi che gli passano davanti agli occhi, ed è un caso difficile, perché il vecchio Trung non ha nulla a che fare con il sottobosco criminale parigino o internazionale: è un perfetto signor nessuno, un onesto virtuoso padre di famiglia, ma dicevamo, come andrà a finire la storia? Non ve lo dirò mai. Imparate il francese e andate a Parigi a comprarvelo in quella vecchia libreria dove lo comprai io, da un vecchio in costume da bagno che mangiava una quiche e mi ha dato il resto di dieci inforcandosi il cibo in bocca, senza tanti complimenti, oppure pagate qualche editore perchè lo traduca, ma leggete anche voi More is less per scoprire la verità perché io non confesserò mai e non farò la spia su chi sia l’assassino perché nel milieu nessuno fa il cantante. 

More is Less di Chantal Pelletier, 224 pagine, série noire, gallimard, n.2657 pagato 9 euro ovvero 59.04 franchi francesi (in Francia, vedete, avevano il doppio prezzo anche dopo due anni dall’entrata nell’euro, non mi ricordo se in Italia era lo stesso)