Con Patricia Abbot…

“Parlai per la prima volta con Maud Wainwright nel suo salotto privato al Chiostro (questo era il nome della sua splendida villa). Stava disponendo i posti per gli invitati alla cena che intendeva dare.” Chi narra è la signorina Patricia, per tutti Pat, sola al mondo per aver perso entrambi i genitori e in cerca di un impiego. Ecco come si presenta “Io mi chiamo Patricia Abbot, ho venticinque anni, peso sessantadue chili, parlo benino il francese, maluccio il tedesco, gioco male a golf, benino a tennis, vado splendidamente a cavallo.” Diventerà la segretaria di Maud, vedova del povero John, che cerca di mettere assieme i vecchi e i nuovi abitanti di Beverly e della Collina. Figlio Tony avuto da un rapporto precedente a quello con il marito, sposato con Bessie che si è allontanata e che, ad un certo punto ritorna…

Tutto bene finché arriva una lettera a Maud che si fa pallidissima, qualcuno gironzola intorno alla villa, il guardiano notturno viene colpito alla nuca e steso bocconi vicino alla piscina. “Cominciava quel nostro angoscioso mistero che poi sarebbe sfociato in una terribile tragedia”, annota Pat alla fine del quarto capitolo. Tragedia che consiste nella caduta della suddetta nella tromba di un ascensore, finendo su qualcuno che è steso là sotto. Morto, naturalmente. E non certo di morte naturale…

Dunque omicidi (anche del cane Roger avvelenato con stricnina), colpi in testa, spari e sparizioni di oggetti e di uomini, ricatto, persone che ritornano dal passato con falsa identità, intrighi amorosi (ce ne sono diversi) con la nostra Pat che si innamora di Tony, l’arresto del colpevole (ma sarà davvero colpevole?).  

Insomma tutto l’armamentario possibile per una trama complessa, ricca di innumerevoli dubbi, inquietudine, costruzioni e ricostruzioni degli eventi e piccoli colpi di scena, soprattutto alla fine di ogni capitolo,  per disorientare il lettore, con i morti che continuano ad aumentare e Pat che dà una mano alle indagini della polizia. Ma come finirà la sua storia d’amore?…

Mary Roberts Rinehart è rimasta famosa soprattutto per i due libri Lo sconosciuto del vagone letto (1907) e La scala a chiocciola (1908). I suoi lavori in genere hanno un bel plot di violenza e numerosi delitti, insieme ad una storia d’amore e  certa vena umoristica che serpeggia in qua e là. Come è stato ben scritto con lei si passa “dal romanzo della ragione al romanzo dell’emozione”.

Per I racconti del giallo ecco Teriaca di Oriana Ramunno, vincitrice del premio GialloLuna NeroNotte 2016.

Bologna 1575. Tre omicidi: una donna incinta, un ragazzino di tredici anni e una bambina. Indaga il notaio Leopoldo Fontana (morte la moglie e la figlia) con l’aiuto di Ulisse Aldovrandi che seziona i cadaveri. Tutte creature innocenti. Una faida di famiglia, o la vendetta di qualcuno per la nuova teriaca (ricetta medicamentosa) di Ulisse malvista da qualche speziale?… Interessante.