Gli orrori immaginati dalla fantasia lynchiana di Marilù Oliva hanno tutta la grazia dell’ironia e dello stileRaul Monatanari

Esce mercoledì 24 giguno, Lo Zoo, il sesto romanzo della scrittrice bolognese Marilù Oliva. Ambientato ai giorni nostri ed edito da Elliot, è un romanzo sperimentale che non rinuncia al tocco noir e a una scrittura particolartissima che oscilla tra lirico e grottesco. In una tenuta del Salento, una nobildonna e la sua corte di scellerati tengono chiusi in gabbia degli individui speciali, ma non sanno che le celle peggiori sono quelle invisibili...

Ecco la trama:

In pochissimi conoscono il segreto dello zoo proibito che la Contessa ha allestito nella tenuta delle Pescoluse. Un’idea folle e terribile: un insieme di gabbie che custodiscono creature umane al di là dell’ordinario o perché segnate da una diversità genetica o perché su di esse è intervenuta la mano implacabile del chirurgo plastico Tommaseo, un medico fallito di cui si è innamorata la ricca Contessa, nonostante la differenza di età che la vede più matura di vent’anni. Lei ha ideato questo depravato progetto per omaggiare la sua vanità, lui la ricambia ritoccandone ossessivamente il corpo.

In un Salento surreale e immobilizzato dall’afa di luglio si muovono la nobildonna e il suo amante, una banda di sodali e tre servitori, tra cui un perverso guardiano, mossi ciascuno da un intimo interesse. Passano in rassegna i malcapitati rinchiusi nelle gabbie: l’Uomo Scimmia, la Donna Anfora, l’Angelo ermafrodita, El Pequeño, ovvero l’uomo più piccolo del mondo, la Sirena, il Ciclope e la Strega. La sparizione dell’Angelo costringe le sorti di queste creature ad intrecciarsi con quelle degli spettatori, in un rimando di colpi di scena e ricordi che rendono visionarie le atmosfere noir e costringono sia le vittime che i carnefici a fare i conti con la loro essenza più profonda, disfandosi della propria maschera.

Un romanzo corale che svela lo spaccato di un’umanità che si inabissa nei gradini più infimi, ma risale anche ai più nobili: il rispetto e l’abuso dell’altro, l’insignificanza e la ricerca di un senso, l’obbedienza e la ribellione, la rabbia e l’amore. E che è una feroce metafora di una società divisa tra chi detiene il potere e chi lo subisce, ma anche della mancata solidarietà, del complesso dispiegarsi delle diversità, riassunte in quella rara disgenesia gonadica chiamata ermafroditismo che, come nelle piante più belle e come in alcuni invertebrati, si completa nella sua biunivocità di maschile e femminile.

Marilù Oliva vive a Bologna. Insegna lettere alle superiori. Ha scritto cinque romanzi, di cui tre dedicati al

personaggio della Guerrera: ¡Tú la pagarás! (Elliot, 2011), finalista al Premio Scerbanenco, Fuego (Elliot, 2011) e Mala Suerte (Elliot, 2012), gli ultimi due vincitori del Premio Karibe Urbano per la diffusione della cultura latino-americana in Italia. Nel 2014 ha pubblicato, sempre con Elliot, Le Sultane, che ha riscosso un successo praticamente unanime di critica. Per lo stesso editore ha curato l’antologia Nessuna più – 40 autori contro il femminicidio, patrocinata da Telefono Rosa.

Ha pubblicato racconti per il web e testi di saggistica, ha collaborato alla stesura dei manuali scolastici di storia per le Edizioni Cappelli. Ha scritto un saggio su Gabriel García Márquez: Cent’anni di Márquez. Cent’anni di mondo (CLUEB, 2010).

Collabora con diverse riviste letterarie online, tra cui Carmilla, Thriller Magazine, Marie Claire.

È caporedattrice di Libroguerriero.

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