Perfidia (I)

Spunti veloci (sono arrivato a metà del malloppone). Los Angeles. Sta arrivando la guerra. Quattro rapine in un mese ed uno stupratore in giro. Alla loro caccia Hideo Ashida, giapponese di seconda generazione, laureato in biologia e chimica, poliziotto insieme a Pinker, Blanchard, Meeks ed altri personaggi più o meno citati in precedenti libri dell’autore. Poi ecco quattro giapponesi sventrati della famiglia Watanabe, quattro spade sporche di sangue. Suicidio o omicidio?.

Momento nero della storia americana. Mezzi cingolati per Spring Street, aggressioni, speronamenti, incidenti vari, morti per le strade, perquisizioni, nazisti picchiati in carcere, capri espiatori, internamento dei giapponesi mentre i cinesi esultano. Un continuo stillicidio di notizie, azioni e personaggi tra cui Kay Lake che racconta in prima persona la sua storia di infiltrata. In evidenza il marcio della polizia con tipi che ti raccomando: Dudley Smith tra oppio e benzedrina che ci dà di brutto con Bette Davis; Parker attaccato al bourbon come una sanguisuga; Chiamami Jack “grasso da fare schifo” con una cisti sul collo e con “l’uccello di una pulce”… Tutti tesi a far quattrini e a sfruttare l’internamento dei giapponesi citato (i più ricchi potrebbero evitare il carcere a suon di dollaroni e ospitati in luoghi appositi, secondo Dudley). Eccetera, eccetera.

Ashida rischia di perdere il posto, lotta per non far internare la famiglia, pensa e ripensa al caso Watanabe ma occorre (ordine dall’alto) che l’assassino sia un giapponese. Citati una marea di personaggi noti del tempo: Rita Hayworth, Barbara Stanwych, Bette Davis (marito checca) che se la spassa con il nostro Dudley, Carole Lombard, Joan Crawford (scopata da Scotty, dice lui) e perfino Bertold Brecht che passa accanto a Kay.

Ritmo ultraveloce, bombardamenti, mitragliate, schizzi di parole da ogni parte, ripetizione ossessiva del soggetto, poliziotti marci, botte, omicidi, ruberie, rastrellamenti. Perfidia, ovvero in spagnolo “tradimento” della società americana. E, mi pare, di tutta l’umanità.

Alla prossima (anche per vedere cosa succede ad Ashida).

P.S.

Traduzione superba di Alfredo Colitto.