Nel maggio del 1995 usciva su “Segretissimo” Raid a Kouru la prima avventura del Professionista, personaggio che mi era stato chiesto di serializzare per affiancare Malko Linge SAS che restava l’unico eroe seriale della collana. Era un momento, devo dire, difficile per la spy story avventurosa. Le collane in paperback americane e francesi si erano ridotte sino all’estinzione e spesso venivano pubblicati ancora romanzi della Guerra Fredda di autori consolidati ma che, in quel momento, mi parevano fuori tempo.

“Segretissimo” (giudizio da lettore anche se avevo già pubblicato un romanzo con il mio nome, Sopravvivere alla notte da poco ristampato da Centoautori in una bella edizione da libreria) stava perdendo mordente. Forse la caduta dei blocchi aveva falsamente convinto che il filone fosse morto (errore di valutazione gravissimo), e comunque io ero un convinto sostenitore che il pubblico volesse un eroe nel quale identificarsi. Un duro che “seduce, spara e picchia” per dirla un po’ rozzamente, ma che volete farci, sono cresciuto leggendo Spillane, Fleming, Bruce, Aarons e Nick Carter (non solo, ma come formazione spionistico-avventurosa contano quelli lì) non è che ci si poteva aspettare un eroe introspettivo.

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