Un grande ritorno, in edicola questo mese con Il Giallo Mondadori n. 3083: William Heffernan, dopo il noir di culto Il clan dei corsi (Sonzogno 1984) ci parla del detective Harry Doyle della Omicidi di Tampa, e della sua... particolare dote. Stiamo parlando di Sei morto, detective (The Dead Detective, 2010).

         

Dalla quarta di copertina:

La gola tagliata e la parola “Malvagia” incisa sulla fronte. Macabra uscita di scena per un’avvenente insegnante finita nei guai dopo aver molestato un ragazzino. Se ne occuperà Harry Doyle, della polizia di Tampa, Florida. Harry è la persona giusta, perché possiede una facoltà molto speciale, e molto utile nelle indagini per omicidio: lui intuisce particolari sulle vittime, su come sono state uccise. Quasi come se udisse i loro sussurri... Una facoltà che si ritrova dopo un certo episodio della sua infanzia. Quando aveva dieci anni, Harry era stato ucciso insieme al fratello minore dalla madre, una fanatica religiosa. Benché ne fosse stato accertato il decesso, era stato miracolosamente riportato in vita, e poi cresciuto da un poliziotto. Il fratello invece non ce l’aveva fatta. Ora sono passati vent’anni e Harry fa l’investigatore. Ha dedicato la sua nuova esistenza a dare la caccia agli assassini. Dando voce alle loro vittime. Perché Harry, in un certo senso, parla coi morti.

          

Ecco un estratto:

Harry abbassò il finestrino dal lato del guidatore. La guardia si fermò, ispezionando quel che poteva scorgere dell’abitacolo. Poi vide la radio della polizia.

- Sbirro?

Harry mostrò il distintivo e il tesserino. La guardia si chinò per guardare meglio. — Contea di Pinellas — disse con un sorrisino.

- Non conta molto, qui a casa del diavolo. — La sua smorfia a Harry non piacque, denotava un’arroganza immotivata. Harry era alto più di un metro e ottanta, con sufficienti muscoli da assomigliare a un bestione, e non aveva remore a usarli. Spesso la gente tendeva a sottovalutarlo. Con quella faccia scavata sembrava più vecchio dei suoi trentun anni, e gli occhi verdi mansueti lo facevano apparire quasi remissivo. Un equivoco che di solito veniva dissipato non appena apriva bocca.

- Bene, Leroy, quanto conterebbe se smontassi, prendessi quella Glock con cui ti trastulli e te l’infilassi su per il culo?

        

Nato nel Connecticut nel 1940, William Heffernan, prima di dedicarsi completamente alla narrativa, è stato giornalista e ha ricevuto tre nomination al Pulitzer. È autore di sedici romanzi, ha vinto l’Edgar Award e ha ricevuto numerosi altri riconoscimenti di prestigio. Vive in Florida.

           

Da anni Thomas H. Cook è ben conosciuto dai lettori de Il Giallo Mondadori: questo mese, nel n. 3084 viene presentato Destini fatali (The Fate of Katherine Carr, 2009).

           

Dalla quarta di copertina:

George Gates è un uomo distrutto. Fa il giornalista, ufficialmente, ma la sua vera occupazione è passare il tempo pensando alla tragica morte del figlio, rapito e ucciso a otto anni da un assassino mai identificato. Ora però una nuova ragione per vivere sta nascendo in lui: un detective in pensione specializzato in casi di persone scomparse, lo stesso che si era occupato di quello di suo figlio, gli racconta la storia di Katherine Carr, una poetessa svanita nel nulla in una lontana sera del 1987. George non può fare a meno di restarne affascinato, addirittura ossessionato dall’idea di fare luce sulla misteriosa sorte della donna, cercando tracce e indizi negli scritti che lei aveva lasciato. A supportarlo in questa indagine quasi senza speranza c’è una collaboratrice insolita e dall’intelligenza non comune: Alice, dodicenne affetta da progeria, la malattia che causa l’invecchiamento precoce. E via via, calandosi sempre più in profondità nei segreti di una sconosciuta, George comincerà a sospettare che l’oscura vicenda di Katherine Carr celi la chiave del suo stesso destino.

           

Ecco un estratto:

La storia mi fu raccontata da Arlo McBride, un uomo i cui occhi azzurri sembravano stranamente offuscati.

— Mi spiace per il suo ragazzo — mi disse tranquillamente.

Si riferiva a mio figlio Teddy, che era scomparso sette anni prima e che avrebbe compiuto quindici anni il giorno seguente.

— Anche a me — dissi seccamente.

C’erano state le solite ricerche condotte dalla comunità dopo la sua sparizione. La gente aveva battuto i boschi, guardato in mezzo alle canne e agli alti cespugli, setacciato i tombini. Quei numerosi volontari senza nome mi erano sconosciuti, per la maggior parte, così che, osservandoli, avevo provato un barlume di quella consanguineità umana che i greci chiamavano agape e senza la quale, dicevano, era impossibile condurre una vita equilibrata. Quel barlume si era estinto dopo la mesta conclusione dei loro sforzi, comunque, e da allora mi ero chiuso sempre di più in me stesso, mentre i giorni della mia vita passavano quasi senza far rumore, come una pulsazione di volta in volta più fioca.

- Si chiamava Teddy, vero? - mi chiese Arlo.

- Sì - risposi. - Teddy.

Il suo corpo era stato ritrovato a chilometri di distanza quando anche l’ultima delle ricerche era terminata e tutti i volontari si erano arresi. Il cadavere era stato zavorrato con varie pietre e gettato nel fondo limaccioso di un fiume, dove era diventato vittima dell’abituale indifferenza della natura, della putrefazione dei batteri e della fame dei pesci. Quando alla fine era stato scoperto da un vecchio pescatore, non presentava più alcun lineamento che fosse identificabile; non era possibile capire per quanto tempo il mio ragazzo fosse stato tenuto prigioniero dalla persona che lo aveva preso, né cosa gli avesse fatto quella persona nel periodo in cui erano stati insieme.

           

Thomas H. Cook è nato negli Stati Uniti nel 1947. Laureato in storia, ha svolto per diversi anni il lavoro di insegnante. Come ricercatore e saggista ha pubblicato un importante testo di storia sulle guerre contro i Seminole (BloodEchoes, 1992). Ha esordito nella letteratura poliziesca nel 1979. I suoi romanzi successivi, fra cui The Chatham School Affair (Il mistero della Chatham School, Il Giallo Mondadori, n. 2573), vincitore del Premio Edgar, Breakheart Hill (La collina del silenzio, Il Giallo Mondadori, n. 2624), Places in the Dark (Il passato di Dora March, Il Giallo Mondadori, n. 2759), The Interrogation (L’interrogatorio, Il Giallo Mondadori, n. 2814), The City When It Rains (La città quando piove, Il Giallo Mondadori, n. 2826), Evidence of Blood (Scritto col sangue, Il Giallo Mondadori, n. 2848), Into the Web (L’ultimo dovere, Il Giallo Mondadori, n. 2883), Red Leaves (Foglie rosse, Il Giallo Mondadori, n. 2902), Peril (Il prezzo del pericolo, Il Giallo Mondadori, n. 2928), Mortal Memory (Memoria di morte, Il Giallo Mondadori, n. 3010) e The Last Talk with Lola Faye (Il veleno nella mente, Il Giallo Mondadori, n. 3057), sono caratterizzati da una forte attenzione per gli aspetti psicologici e per le ambientazioni e gli hanno permesso di ottenere un vasto successo. Attualmente lo scrittore vive tra New York e Cape Cod.

        

Sei morto, detective di William Heffernan (Il Giallo Mondadori n. 3083), 224 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Giancarlo Carlotti

           

Destini fatali di Thomas H. Cook (Il Giallo Mondadori n. 3084), 238 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Mauro Boncompagni