Fra grimori satanici e vangeli apocrifi, esistono pseudobiblia di tutt’altro genere di cui ben poco si parla: potremmo chiamarli pornobiblia, “libri pornografici falsi”.

Per avere un’idea del fenomeno, ecco due casi diversi: il punto di vista di chi li scrive e di chi è costretto a leggerli.

               

Nel secondo capitolo del romanzo Come sbancare il lunario (Bank Shot, 1972) di Donald E. Westlake, il criminale pasticcione Kelp ha un piccolo incidente d’auto e, scendendo a controllare i danni, l’occhio gli cade su qualcosa di particolare. «Notò che il cortile di scarico di fianco al passaggio era pieno di scatoloni senza coperchio pieni di libretti in edizione economica. Cinque o sei titoli, con una dozzina di copie per ogni titolo. Uno si chiamava Bambola di Carne [Passion Doll], un altro Passione d’Uomo [Man Hungry], un altro ancora Strano Affare [Strange Affair]. In copertina, ragazze svestite. Poi c’erano Chiamami Peccatrice [Call Me Sinner], Estasi [Off Limits] e Apprendista Vergine [Apprentice Virgin].»

L’episodio finisce lì, ma chi conosce l’autore sa che ha sempre amato il gioco letterario, e quindi avrà già capito che i titoli citati sono tutti romanzi veri, scritti anni prima da Westlake con lo pseudonimo di Alan Marshall. Perché prima di diventare apprezzato autore di fama internazionale, il buon Don W. visse un periodo intenso a sfornare un libro porno ogni dieci giorni, raccontando poi la sua esperienza in un libro di memorie davvero particolare.

                 

«Scrivo, ma non sono uno scrittore»: questa la confessione del protagonista del romanzo Addio, Shéhérazade (Adíos, Sheherazade, 1970), cioè il geniale e frizzante Westlake stesso mascherato una volta ancora. Ma cosa vuol dire questo paradosso? «Non mi firmo con il mio vero nome e nemmeno con uno pseudonimo», spiega l’io narrante in una grave crisi d’identità.

Il romanzo-confessione è la storia di uno scrittore frustrato che per vivere sforna romanzi pornografici a raffica. Per sottolinearne l’aberrante sensazione di inesistenza, firma i suoi lavori come Dirk Smuff, pseudonimo di un suo amico che ha smesso di scrivere romanzi pruriginosi e adesso “subaffitta” il suo nome d’arte. «Ha scritto i primi sette libri con quel nome, e io continuo a pagargli duecento dollari al mese per poterlo usare».

Uno dei veri romanzi pornografici scritti da Westlake
Uno dei veri romanzi pornografici scritti da Westlake
Nel bel mezzo di una scadenza pressante - ha dieci giorni di tempo per scrivere il suo ventinovesimo porno libro - conosciamo il personaggio e con lui l’incredibile mondo dell’editoria per adulti. «Nessuno può andare avanti con queste stronzate in eterno» (Nobody can do this shit forever) è la morale della storia.

Ha cominciato al liceo per guadagnare qualcosa mentre tentava di sfondare come autore mainstream, ma quando quest’ultima evenienza è sfumata, si è trovato invischiato in un lavoro che proprio non ama. Gli altri amici scrittori portano a casa copie dei propri libri da far leggere agli amici: il povero io narrante porta a casa libri porno che non può regalare a nessuno. «Sono Calibano. Sono il mostro di Frankenstein - si lamenta lo scrittore. - Mi hanno fatto vedere come è bella la vita umana e mi è stato permesso di essere quasi umano, ma mi aggiro senza essere né carne né pesce, e mi sento soltanto un pesce fuor d’acqua».

Mentre racconta la propria vita (quella vissuta da Westlake stesso), al nostro protagonista vengono in mente idee per futuri romanzi. «Forse potrei usare la storia di quel clown - dice fra sé e sé. - Il clown, la puttana e l’assassino. Solo che non lo farei uccidere. Cosa so della vita del circo? Niente. Potrei intitolarlo Lussuria al circo. Lussuria nei baracconi. Passione sotto il tendone. Certo!»

Così come le idee vengono, così evaporano non appena le si analizza con criterio. Mentre pensa ad un qualche intreccio di sesso e circo, al nostro amico viene in mente la storia per un futuro Passione peccaminosa: nel romanzo verranno proposti diversi abbozzi di romanzi pornografici, ma questo merita d’essere raccontato.

                  

Sally Maximus lascia il paesino natio alla volta di New York: prima di partire, perde la verginità con il suo ragazzo. Decisa ad iniziare una nuova vita, sale sull’autobus e durante il tragitto fa sesso con Matt, un ragazzo che vuole diventare attore nella Grande Mela, che le fa conoscere quell’orgasmo mai provato con il ragazzo di paese. Arrivati in città, l’attore le presenta la cugina, la quale fa trovare alla ragazza un posto in un’agenzia di pubblicità: già il primo giorno il capufficio la violenta. Tornata a casa dalla cugina dell’attore, la povera Sally è giustamente provata dall’esperienza newyorkese, quindi non oppone resistenza quando anche la compagna di stanza se la porta a letto.

Altro vero titolo di Westlake
Altro vero titolo di Westlake
Qualche giorno dopo Matt scopre le esperienze di Sally, le fa capire che non tutti gli uomini sono maniaci e se la porta a vivere a casa propria. È di parola e non la tocca, così che la ragazza è costretta a provvedere da sola. «Sally si domanda se può godere in tutti i modi salvo che in quello giusto». Instaura un buon rapporto con Matt, anche se non partecipa alle sue orgette, e una volta che va a trovarlo in teatro un attore fa sesso con lei in camerino.

Ora Sally si ritrova amata da due uomini, Matt e l’altro attore, ma la situazione si risolve con un espediente davvero originale, che merita di essere riportato per intero: «Camminando per la strada Sally incontra una coppia di marinai che attaccano a parlare con lei. La imbarcano di nascosto sulla loro nave da guerra e quando sono al largo lei si fa l’intera settima flotta finché, coperta di sperma, viene arpionata da una baleniera di passaggio e affonda senza lasciare traccia».

Solo Westlake poteva inventarsi una cosa del genere...

              

Riuscirà alla fine l’io narrante a dare un senso ai suoi pensieri e a scrivere il suo ventinovesimo pornolibro? Girandola di piaceri vedrà la luce? Per rispondere a queste e a mille altre domande che l’autore stesso pone, non rimane che trovare una delle tre edizioni uscite in Italia: Feltrinelli 1973, Interno Giallo 1991 ed EST (Marco Tropea) 1996.

Qui non resta che stuzzicare il lettore curioso riportando alcuni titoli di pornobiblia citati nel libro di Westlake: Passioni deliranti, I peccati del barbone della spiaggia, Sesso d’estate, Fuga nel piacere, Sesso con le ruote, Il prigioniero della passione e tanti altri.

Questi citati probabilmente sono pseudobiblia, titoli inventati per Addio, Shéhérazade, ma non è detto. La letteratura pornografica degli anni Sessanta è sterminata e Westlake prestava tranquillamente lo pseudonimo Alan Marshall ad altri suoi amici, quindi non si è sicuri fino in fondo che i titoli citati nel romanzo-confessione non facciano parte della biblioteca di qualche fortunato collezionista.

                

Da un romanzo, passiamo ora ad un film: Prestazione straordinaria (1994) di Sergio Rubini. Le date parlano chiaro e il film scritto e diretto da Rubini è uscito nei cinema italiani un mese prima che nei cinema americani uscisse Rivelazioni (Disclosure, 1994) di Barry Levinson, ma quest’ultimo è tratto dal romanzo omonimo di Michael Crichton, che è precedente di almeno un anno. Oltre a sottolineare alcune innegabili somiglianze, non è questa la sede per parlarne oltre.

Il nuovo capo di una grande casa editrice è una donna efficiente e “mangia-uomini”. Per errore si ritrova a ghermire il povero Aldo Fiore, lettore di bozze destinate al rifiuto: nel tentativo di sedurlo lo fa salire in grado, ma quando capisce che l’uomo è incorruttibile lo sbatte negli inferi dell’editoria: la sezione che si occupa dei manoscritti pornografici.

Il capo-editor, Patella, è entusiasta del suo reparto. «Qui diamo ossigeno agli scorreggioni dei piani di sopra», e sottolinea l’affermazione con una pernacchia!

«Questo genere di roba - mette in guardia Patella il nuovo arrivato, - fa effetto. Fa diventare una bestia. Ce l’hai la fidanzata? Avvertila!»

Fiore non è davvero entusiasta del nuovo incarico, ma diligentemente inizia a leggere il manoscritto che gli sottopongono: Gli orgasmisti di Fabrizio Marchioni. «“Madre Carmela schiumava di piacere alla vista di quella carne rovente...”» Chiude di colpo il manoscritto, con un solo commento: «Che vergogna!»

«Secondo me ci sarà gente che si farà venire le occhiaie, qui sopra» è il commento di Patella quando inizia la riunione riguardo Gli orgasmisti.

«È pieno di ripetizioni - si lamenta uno dei lettori di bozza. - Per esempio, si parla di “pelo ispido” sia per la ragazza del secondo capitolo sia per il cane del quinto capitolo, e il protagonista ha un rapporto con entrambi: non va.»

«Funziona! - è invece l’entusiastico commento di un altro lettore. - Questa è... un’epopea! Tipo Guerra e pace, però qui si scopa.»

«Bravo, perché è lì che mi devi emozionare - sottolinea Patella. - Perché se c’è “questo” - continua, alzando il braccio in modo allusivo - c’è il libro, e devo dire che qui già al secondo capitolo... io mi sono emozionato. E tu fiore? Nessun sussulto? Nessuna vibrazione?» No, Fiore rimane (nelle sue parole) «moscio per 21 capitoli».

Sarà un’impresa ardua per Fiore liberarsi degli Orgasmisti (la cui tiratura è di 300 mila copie!) ma alla fine uscirà dal tunnel.

        

Come si è visto, i pornobiblia sono disprezzati tanto da chi li scrive quanto da chi è costretto a leggerli, eppure la letteratura erotico-pornografica esiste da sempre e vende tantissimo: questo sì che è un mistero misterioso...