Stephen Desberg è sicuramente uno dei migliori sceneggiatori del fumetto francese in circolazione. E non solo nel thriller (IR$, All Watcher e le stagioni di Empire USA) ma anche in altri ambiti storici - basta citare Lo Scorpione [Le Scorpion, dal 2000, edito in Italia da Lizard e Panini Comics] ambientato nel 1700 o La stella del deserto [L’Étoile du désert, dal 1996, edito in Italia da MagicPress].

Insomma un narratore vero, complesso, decisamente lontano da quel modello per bambini-adulti che è uno stereotipo nazional popolare italiano. Black Op [dal 2005, edito in Italia lo stesso anno a puntate su Skorpio] è una delle sue opere più mature e andrebbe letta con attenzione (non solo per il piacere di vedere come va a finire) da chiunque voglia cimentarsi con la spy story.

                    

Intreccio complesso, su più piani temporali, un buon numero di personaggi che vediamo incontrarsi, tradirsi, ritrovarsi nel corso di cinquanta anni di storia dei servizi segreti. Tira un po’ aria di The Company [di Robert Littell] ed è un complimento, anche se, in breve la storia prende una strada sua, originale, che mescola sentimenti, intrecci politici, storia e una buona dose di azione e sesso come nelle migliori ricette del filone.

  

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