E' uscito di recente il libro a fumetti di Paolo Cossi: Unabomber.

Quando la casa editrice me lo propose - ha detto il giovane (25 anni) autore - ho rifiutato; poi, letta la sceneggiatura di Igor Mavric, ho visto che non era un fumetto che esaltava Unabomber, ma poteva servire a non far scordare il pericolo, con un linguaggio adatto a un pubblico giovane.

Il protagonista infatti, non è Unabomber, ma sono le forze dell’ordine e soprattutto le vittime, intendendo come tali anche coloro che, accusati ingiustamente, hanno visto la propria vita distrutta.

Questo libro - ha continuato l’autore - coinvolge tutti noi [...]. A differenza del giornale o della Tv, il libro è una cosa che resta e a immagini si ricorda più facilmente. Graficamente, il fumetto, in b/n, è giocato sulla valenza simbolica del chiaroscuro: da una parte il nero, lo spazio dell’introspezione, dove Unabomber progetta i suoi crimini e dall’altra il bianco, la luce, in cui si muovono le vittime e degli investigatori. Del criminale, appena una macchia scura, si vede soltanto la mano guantata, quando scrive il suo diario o prepara gli ordigni.