Perché scrivo Segretissimo? Prima di tutto perché lo leggo da tutta una vita. O forse sarebbe meglio dire che “posso scriverlo proprio perché lo leggo sin da quando ero ragazzino”.

La spy story non è un filone facile da affrontare. Decisamente aver visto un paio di film di 007 e letto qualche SAS non è sufficiente. Neanche per un narratore di thriller già sperimentato. Io vi posso parlare della mia esperienza in merito che, ovviamente, non fa testo ma forse può fornire qualche indicazione a chi volesse cimentarsi con la narrativa di spionaggio, almeno nella collana Mondadori che ha compiuto cinquanta anni e di storie ed eroi ne ha visti passare di ogni genere.

Segretissimo ha uno stile suo che è anche differente dalla spy story come genere nato con i primi del secolo e portato a livelli letterari da autori come Len Deighton e John LeCarré. Quello di Segretissimo non è esattamente un mondo differente, parallelo diciamo, e richiede una certa dimestichezza con i suoi ritmi e le sue tematiche per poter essere praticato con successo.

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