Con l’ispettore Roderick Alleyn… 

La medaglia del Cellini di Ngaio Marsh, Mondadori 2011.

Ngaio Marsh è un pezzo grosso della letteratura poliziesca e, insieme ad Agatha Christie, Dorothy L. Sayers e Margery Allingham, “fa parte dell’originale quartetto delle “Queens of Crime”, ovvero le scrittrici inglesi di gialli che dominarono la scena della crime fiction nell’epoca d’oro tra gli anni Venti e Trenta”. Già scritto per il precedente Delitto a teatro, elliot 2010, ma fa sempre bene ripeterlo per una scrittrice di indubbio talento.

Qui siamo di fronte a lettere ricattatorie nell’alta società di Londra e, come in tanti libri della Marsch, chi indaga è l’ispettore Roderick Alleyn di quarantatre anni “Un uomo tanto simpatico e con l’aria distratta” (visto da un personaggio), aiutato, questa volta, dall’amico Robert Gospell (Bunchy). Il cui nipote, tra l’altro, impelagato con un brutto tizio, gli chiede invano del denaro. Le indagini di Robert sembrano essere sulla buona strada,  quando viene ucciso in un taxi da un individuo, uomo o donna che sia, coperto dal mantello e dal cappello a larga tesa addirittura del morto. Colpito alla tempia con un oggetto duro e poi strangolato.

E allora entra in scena il nostro Roderick  coadiuvato dall’ispettore Fox. E subito sorgono delle domande. Con chi ha parlato e che cosa ha detto l’ucciso nell’ultima telefonata fatta in casa   Marsdon prima di prendere il taxi? E che cosa c’entra una celebre medaglia di Cellini “incastonata in un cerchio di brillantini, su un astuccio d’oro fatto a macchina con un grosso brillante per chiusura?”. A ciò si aggiunga una lettera compromettente di tanti anni fa, un libro particolare, cioè la “Medicina legale” di Taylor che ha un capitolo proprio sull’asfissia e altri elementi (depistaggi) sparsi ad arte in qua e là.

Grande sapienza nella costruzione dei dialoghi e di tutto il plot della narrazione, perfetta sintonia fra Alleyn, acuto osservatore (talvolta vengono rivelati i suoi pensieri sull’interlocutore di turno), e l’ispettore Fox “Entrambi accesero la pipa, e fra loro si stabilì quella piacevole sensazione di intimità che si forma tra due persone che lavorano silenziosamente allo stesso compito”.

“Piano di battaglia finale” che non prevede il solito circolo dei sospettati con il taumaturgo nel mezzo a concionare ma una loro entrata un poco per volta.

Un bel libro.