Se almeno fosse un B-movie, qualcosa da salvare ci sarebbe, e invece…

La bufala estiva è finalmente giunta (e sotto sotto eravamo ansiosi d’incontrarla…). Riconoscerla è facile (come rubare le caramelle ad un bambino…). Si chiama Predators (regia di Nimród Antal), come uno dei migliori action-movie degli anni ’80 (a firma di John McTiernan), solo con una “s” in più.

Otto tizi, non equamente suddivisi giacché si tratta di sette uomini e una donna, (le quote rosa negli action-movie? Manco a parlarne…) si ritrovano in un pianeta sommamente ostile per via della presenza di svariati cloni del celebre mostro con le treccine rasta. Come nel capostipite, i mostri sono i cacciatori e gli umani le prede, armate per carità fino ai denti, ma pur sempre in condizioni di netta inferiorità (vuoi mettere quel marchingegno che rende il Predator invisibile?).

Quanti ne rimarranno alla fine? Pochi ovvio, ma non così pochi da adombrare un ennesimo capitolo al cui pensiero siamo scossi dai brividi più di quanto non sia riuscito a fare il film in quasi centoventi minuti di noia continua.

Inutile cercare qualcosa di nuovo perché non c’è, tutto al più si copia (tipo la schermatura col fango per sfuggire ai rilevatori di calore del Predator di turno). Fatica sprecata aspettarsi qualche battuta tipo “Ehi, stai sanguinando” (Schwarzenegger a Jessie Ventura in Predator). “Non ho tempo per sanguinare” (Jessie Ventura a Schwarzenegger di rimando…).

Adrien Brody per il film ha messo su 15 chili di muscoli per entrare nella parte. I muscoli sono entrati (i muscoli sono l’unica cosa veramente di serie B dell’intero film…), tutto il resto (che so, credere al personaggio magari?) no.