Nell’ambito della narrativa per ragazzi sono talvolta  presenti temi che si rifanno alla letteratura di tensione e al periodo storico del fascismo e della Resistenza. Di recente, sono stati pubblicati due romanzi di grande interesse, che parlano di amicizia, di primi amori e di guerra civile con un linguaggio semplice e immediato, capace però di suscitare suspense, senso dell’avventura e  del mistero. Ne è autore Gianluca Alzati, classe 1970, insegnante di Lettere nella scuola secondaria di primo grado, oltre che bassista appassionato di musica hard rock.

Il mistero della vecchia chiesa abbandonata (2006) e La vendetta dei Lupi neri (2007) possono essere considerati un unico, grande romanzo di formazione diviso in due parti e  ambientato nella Brianza dell’aprile 1945. Raccontano delle peripezie di Marco, un ragazzo dodicenne di origine ebraica alle prese con le persecuzioni razziali e le difficoltà del vivere in quel difficile periodo della nostra storia.

Nel primo romanzo, infatti, siamo alla vigilia del 25 aprile, in Brianza. Tre ragazzi tredicenni, uniti da una grande amicizia,  desiderano entrare a far parte della compagnia di alcuni giovani più grandi di loro, i “Lupi neri”. Ma per fare questo devono superare una prova di coraggio: introdursi di notte nella chiesa abbandonata di S. Gervaso. Marco, Matteo e Sandro, i nostri tre giovani eroi, sono inizialmente molto spaventati, poiché, secondo la credenza popolare, la chiesa è infestata dai fantasmi e quindi hanno molta paura a recarsi lì di notte. Ma non si scoraggiano, e decidono di affrontare con coraggio questa impresa. Inoltre Marco vede questa missione anche come un modo per farsi notare da Laura, la sua “quasi fidanzata”. Le sorprese che saranno riservate loro saranno molte e si salderanno col delicato momento storico in cui si svolge la vicenda. Nel secondo romanzo, invece, Marco e i suoi amici dovranno guardarsi dal temibile colpo di coda di un nemico ormai vinto, ma non ancora domo. Un pezzo di storia locale, quindi, che si salda ai grandi eventi della Storia e viene narrato in modo piacevole, senza tralasciare un pizzico di mistero e una buona dose di suspense, che terranno incollato il lettore alle pagine del libro.

Gianluca, come è nata l’idea di scrivere due romanzi per ragazzi ambientati durante la fine della guerra in Italia?

L’idea nasce dal fatto che negli ultimi anni sono stati pubblicati molti libri interessanti per ragazzi, ma soprattutto di genere fantasy. Credo che sia importante interessare i ragazzi alla Storia non solo nel contesto scolastico, ma anche con libri che siano appassionanti e che facciano riflettere.

Come mai hai scelto proprio questo contesto storico?

Perché mi interessava particolarmente parlare della Resistenza, un periodo fondamentale della nostra storia che non va assolutamente dimenticato. La mia speranza è quella, attraverso l’avventura e il mistero, di interessare i ragazzi ai valori che hanno fondato la nostra Repubblica, visto che purtroppo, tra pochi anni non ci saranno più i partigiani a raccontarcelo.

Quali sono stati gli autori che hai letto e che ti hanno ispirato maggiormente?

L’autore più significativo per la mia esperienza di scrittore è stato Italo Calvino, uno dei pochi a potere essere letto, a vari livelli e con lo stesso piacere, alle scuole elementari e in età adulta. Mi è sempre piaciuto molto anche Salgari con la sua  capacità di descriverti posti e situazioni affascinanti senza essersi mai mosso da casa sua. Sono però anche un appassionato di fumetti: da Zagor all’attuale Magico Vento e ai supereroi.

La scrittura per ragazzi presenta caratteristiche particolari, proprio per il tipo di lettori al quale si rivolge. Quali sono state le difficoltà che hai incontrato nello scrivere queste due storie?

Più che di difficoltà parlerei di obiettivi che mi sono prefissato. Il primo era quello di raggiungere anche i lettori più “difficili” quelli che se il libro è più alto di un dito non lo cominciano neanche. Il secondo era quello di farmi capire anche se parlavo di argomenti “alti”.Così ho pensato di affidarmi alla scrittura in prima persona, al racconto diretto del protagonista, a capitoli brevi, dove le ultime parole ti lasciano con il fiato sospeso e ti fanno venir voglia di leggere quello successivo e ad un linguaggio attuale, anche se lontano da quello di chi viveva in quel periodo storico. Inoltre nelle mie storie ci sono sempre battute spiritose e personaggi simpatici che rendono più divertente il tutto.

So che fai un’opera di promozione nelle scuole per i tuoi romanzi. Che accoglienza hanno avuto? In genere come reagiscono i ragazzi a questo tipo di storie?

Ho sempre avuto una buona accoglienza: ai ragazzi, nonostante quello che si dice in giro, piace sentirsi leggere e raccontare delle storie e anche i più esagitati  spesso alla fine vengono catturati. Ultimamente poi sto facendo il cantastorie: giro con la chitarra cantando insieme ai ragazzi canzoni ispirate ai miei libri, come “La canzone di Adeodato” tratta dal mio ultimo libro “Adeodato e l’umbra tenebrarum” ambientato nel tardo impero romano.

Tu hai pubblicato per piccoli editori. Chi volesse acquistare i tuoi libri come può fare?

La distribuzione è l’impresa più difficile. Credo che la cosa più semplice sia mandare una mail all’associazione culturale che li pubblica:    info@cassiciaco.it,   nel caso invece ci fossero insegnanti interessati ad organizzare un incontro nelle scuole, posso fornirli direttamente io: alzati.gianluca@tiscali.it

Hai nuovi progetti in cantiere?

Sì, come dicevo prima, l’anno scorso è uscito “Adeodato e l’umbra tenebrarum” che parla di misteri, ma anche del rispetto della diversità nella Brianza del tardo impero romano e ha come protagonista il figlio del filosofo e dottore della chiesa S.Agostino.

Quest’estate invece lavorerò ad un ambizioso progetto: scrivere un romanzo per ragazzi sul Risorgimento, visto che il 2011 sarà una data di importanti celebrazioni dell’Unità d’Italia, altro non posso dire, è top secret.

G. Alzati, Il mistero della chiesa abbandonata, Emmepi Editoriale, 2006

G. Alzati, La vendetta dei Lupi Neri, Domus Verecundi, 2007