Prima puntata della lunga anteprima che ci porterà fino al 21 febbraio 2013, data in cui uscirà in Italia il film sul maestro del brivido: durante questo periodo ThrillerMagazine pubblicherà per intero il pressbook del film.

         

Nei film di Alfred Hitchcock, caos, pericoli e crimini sinistri si annidano nell’ombra e incombono sulla vita dei suoi personaggi. Ma che dire della vita quotidiana di Hitchcock? Il grande regista ha abilmente coltivato un’immagine pubblica di se stesso, costruita sulla sua silhouette corpulenta e sul suo macabro senso dell’umorismo, con cui è riuscito a celare la sua vera personalità. Di conseguenza, per decenni il pubblico si è chiesto chi fosse realmente Hitchcock al di là della sua immagine pubblica?

Il regista del film Hitchcock Sacha Gervasi, ritiene che l’identità di questo grande personaggio sia legata ad una donna. Ma non una delle famose bionde di Hitchcock, la cui algida ed eterea bellezza permea tutti i suoi film, bensì una donna di cui il mondo ha a lungo ignorato l’esistenza: sua moglie Alma che, da dietro le quinte, ha influenzato profondamente le sue opere, penetrando le sue difese e diventando la sua silenziosa e modesta collaboratrice.

«Ho sempre pensato che Hitchcock dovesse essere la storia d’amore fra Alfred ed Alma», commenta Gervasi. «I due avevano un rapporto dinamico, complesso, contraddittorio, bello e doloroso, che non era solo un matrimonio, ma una collaborazione creativa. Ero davvero interessato al modo in cui queste due grandi personalità hanno vissuto insieme, creando nella lavorazione di Psycho, una prospettiva cinematografica completamente nuova. Se Alma non fosse stata al suo fianco, probabilmente Hitchcock non sarebbe stato così brillante né avrebbe mai girato Psycho».

             

Le origini di Hitchcock risalgono al libro di Stephen Rebello del 1990 Come Hitchcock ha realizzato Psycho (Alfred Hitchcock and The Making of Psycho), che segue ogni risvolto di questa turbolenta creazione: l’interesse di Hitchcock nella personalità dell’omicida realmente esistito di nome Ed Gein, l’adattamento del romanzo incendiario di Robert Bloch, la scelta di Janet Leigh ed Anthony Perkins, la famigerata scena della doccia che ha cambiato l’iconografia del thriller moderno e la conseguente battaglia con i censori di Hollywood e la gestione dell’eredità del film. Non sorprende che tutto questo abbia preso forma non solo per volontà di Alfred ma anche grazie all’importante contributo di Alma.

Poco dopo la sua pubblicazione, i produttori Alan Barnette e Tom Thayer, che da tempo desideravano fare un film su Hitchcock, hanno chiesto i diritti del libro di Rebello. «Ciò che ci ha colpito del libro è che dietro l’intelligenza di Hitchcock, si scorge un individuo complesso e vulnerabile estremamente legato ad Alma», spiega Barnette. «Presi singolarmente erano un po’ improbabili, ma insieme erano imbattibili».

Barnette e Thayer hanno affidato allo sceneggiatore John J. McLaughlin l’arduo compito di trasformare il vasto lavoro di ricerca in un dramma ricco di suspense, creando un copione che per un certo periodo, fu noto a Hollywood come una bella sceneggiature che non riusciva a trovare una valida produzione.

Imperterriti, Barnette e Thayer alla fine hanno portato il progetto alla Montecito Picture Company di Ivan Reitman e Tom Pollock, dove ha riacquistato il suo slancio. Reitman è rimasto conquistato dallo spessore della storia, cosa che non si aspettava. Spiega il filmmaker: «Il segreto di Hitchcock è che esplora il lato umano di questo grande filmmaker, il suo ruolo di padre di famiglia, proprio durante un momento critico della sua carriera e della sua vita, e cioè nel mezzo della lavorazione di Psycho. Abbiamo creduto nella storia e nel fatto che al pubblico sarebbe piaciuta. Ma sapevamo anche che doveva essere realizzato con intelligenza, che avremmo dovuto scegliere il cast, il regista e la troupe più adatti per rendere giustizia alla storia».

Il socio di Reitman, Joe Medjuck, spiega la loro decisione di ampliare la storia al di là della favola di Hollywood: «Alla Montecito Picture Company non ci piace fare film che parlano di come si fanno i film, perché a nostro avviso diventano troppo tecnici. Ma questa era una storia speciale che conteneva amore, umorismo, suspense e commozione».

Hitchcock (Anthony Hopkins)
Hitchcock (Anthony Hopkins)
Reitman e Medjuck erano emozionati all’idea che Anthony Hopkins facesse parte del film. «Sapevamo che Anthony, anche se si mantiene in forma, avrebbe dato il giusto “peso” alla sua performance», scherza Reitman. «Ha saputo comprendere bene il fatto che Hitchcock usava l’umorismo e la commedia come un’arma. Quando li abbiamo visti provare, lui ed Helen, hanno messo in scena tutta la vera tensione e le piccole intimità di una coppia sposata da 60 anni. Le emozioni che hanno suscitato ci hanno convinto della riuscita del film».

           

Mentre la Montecito rivitalizzava il progetto, a quel punto è entrato in gioco Gervasi. Sulla carta poteva sembrare una scelta insolita per inoltrarsi nel tempio del “maestro del brivido”. Gervasi, un giornalista che ha esordito come sceneggiatore nel film di Steven Spielberg The Terminal, è soprattutto noto per la regia dell’acclamato documentario Anvil! The Story of Anvil, uno spiritoso e turbolento resoconto dolce-amaro di una band heavy metal che non intende rinunciare ai suoi sogni di gloria.

Gervasi voleva che la vicenda matrimoniale di Alfred ed Alma - l’unione fra un regista imperioso, noto per le sue oscure ossessioni, ed una donna incredibilmente intelligente e all’avanguardia, in un periodo in cui le donne ancora non avevano un potere visibile a Hollywood - fosse ricca di suspense, intrattenimento e verità, tanto quanto i migliori film di Hitchcock.

Il produttore Tom Pollock rivela che c’erano molti altri registi interessati al progetto, anche più esperti di lui, ma l’idea di lavorare con Gervasi era irresistibile. «Sacha aveva una sua visione del film: voleva realizzare una particolare storia dì amore condita da un sottile senso dell’umorismo», dice Pollock.

Sacha Gervasi
Sacha Gervasi
Aggiunge il produttore Tom Thayer: «Sacha ha dato al film un gusto contemporaneo in grado di catturare il pubblico. Ne ha fatto la storia di un matrimonio sullo sfondo dei problemi incontrati da Hitchcock nel realizzare Psycho: racconta le vicende di un artista che stava cercando di re-inventarsi all’interno di un’industria che invece lo voleva sempre uguale. Sacha ha scavato nella complessità del rapporto fra Hitchcock e Alma, riuscendo a portare in superficie molto materiale».

Il produttore esecutivo Ali Bell sperava che Hitchcock potesse contenere anche qualcosa di Anvil!. «Anvil! è la storia d’amore fra due amici che non intendono rinunciare ai propri sogni. C’erano piaciuti i toni di commedia e la sensibilità che Sacha aveva espresso in quel film e volevamo che caratterizzassero anche questa storia in modo simile», spiega Bell.

     

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