Del romanzo di Stieg Larsson, ne ha parlato abbondantemente Massimo Carloni su queste pagine, sottolineandone con precisione i pregi e i difetti narrativi.

All'inizio della prima parte di Uomini che odiano le donne, lo scrittore scomparso nel 2004 annota: "In Svezia il 18% delle donne al di sopra dei quindici anni è stato minacciato almeno una volta da un uomo" chiosando, all'inizio della seconda, che il 46%, sempre della stessa fascia d'età, "è stata oggetto di violenza da parte di uomo".

Tutto questo in quella Scandinavia che noi terroni europei ci immaginiamo tranquilla, ricca e prosperosa (quadretto prontamente distrutto da Larsson, che ci dipinge la sua Svezia - chi se lo sarebbe mai immaginato? - come una nazione, tanto per fare un esempio, con buchi nel welfare grossi come crateri lunari).

E in Italia?

Snocciolando i dati Istat diffusi il 21 febbraio 2007 nel rapporto La violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia, vine fuori che "sono stimate in 6 milioni 743 mila le donne da 16 a 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita (il 31,9% della classe di è età considerata). 5 milioni di donne hanno subito violenze sessuali (23,7%), 3 milioni 961 mila violenze fisiche (18,8%). Circa 1 milione di donne ha subito stupri o tentati stupri (4,8%). Il 14,3% delle donne con un rapporto di coppia attuale o precedente ha subito almeno una violenza fisica o sessuale dal partner, se si considerano solo le donne con un ex partner la percentuale arriva al 17,3%. Il 24,7% delle donne ha subito violenze da un altro uomo."

Ed è solo la punta dell'iceberg, se consideriamo altri dati agghiacciati come quelli che sottoliniano come in oltre il 93% dei casi la violenza non viene denunciata, relegando il problema a un sommerso praticamente totale.

Per non parlare poi delle consguenze: "Le donne che hanno subito più violenze dai partner nel corso della vita, nel 35,1% dei casi hanno sofferto di depressione a seguito dei fatti subiti, perdita di fiducia e autostima (48,8%), sensazione di impotenza (44,9%), disturbi del sonno (41,5%), ansia (37,4%), difficoltà di concentrazione (24,3%), dolori ricorrenti in diverse parti (18,5%), difficoltà a gestire i figli (14,3%), idee di suicidio e autolesionismo (12,3%)."

Questi sono dati che si riferiscono al 2006. Sono passati due anni. Cosa aspettiamo che succeda, prima che ce ne importi qualcosa, aspettare di entrare nelle percetuale come vittima o carnefice, oppure aspettare che qualcuno in televisione ci costruisca su un bel plastico?