Di un buon racconto non si butta via niente. Si dice. Così come del maiale. Come si diceva. Un buon racconto è una pennellata, è un colpo di inchiostro che delimita lo spazio e il tempo della vicenda narrata, non lascia posto alla parola di troppo, a quella inutile e volgare che spezza il ritmo. Un buon racconto fissa un’emozione, una suggestione. E l’essenza del conoscere, del capire le sfumature di un’epoca tratteggiata nel suo essere narrata sotto forma di storia. Un buon racconto è un atto di coraggio. Come quello di un piccolo editore che ha scelto di confrontarsi con un’esperienza commerciale (troppo spesso evitata dagli editori più grandi). Non solo sono stati raccolti trentadue racconti per comporre un’antologia ma al tempo stesso sono stati trasformati in trentadue Colpi di Testa per tentare di abbattere, un colpo dopo l’altro, il muro che spesso delimita e imprigiona il concetto di narrazione breve in una sorta di sudditanza al romanzo. Con questa nuova antologia curata da Angelo Marenzana e Mauro Smocovich e messa sul mercato dall’editore Noubs (e che inaugura insieme a Tutto il nero dell’Italia la neonata collana Le Api) si cerca di offrire al lettore un piano di confronto con l’arte del racconto, dimostrando che non è arte morta e che non è solo patrimonio dei grandi nomi della letteratura. Bensì che stanno proprio nel racconto le radici antiche del narrare dei nostri avi, della rappresentazione, delle favole, dei sogni infantili, o della più cruda realtà quotidiana. E allora a cimentarsi in questa sfida a colpi non solo di testa ma anche di carta e penna si sono presentati all’appuntamento un ventaglio di autori che spazia da nomi noti al grande pubblico, da Carlo Lucarelli, a Biagio Proietti, fino a giovani esordienti (uno per tutti l’alessandrino Anthony Rosati appena diciassettenne), passando attraverso scrittori che negli anni si sono cimentati nei più diversi generi di scrittura, vedi Danilo Arona, Gianfranco Nerozzi, Matteo Severgnini, Riccardo Strada, Bruno Zaffoni. www.noubs.it