“Correte che è successa ‘na cosa brutta”.

Quando il giovane poliziotto di turno al centralino prende la telefonata e sente queste semplici, brevi parole, teme che si tratti dell’ennesimo scherzo della giornata.

Purtroppo non è così. Una donna è stata trucidata a sangue freddo, e l’assassino ha pensato bene di far fuori anche i suoi due bambini.

Il commissario Ermes De Luzio e il maresciallo Savio de Ponte salgono a bordo della Campagnola, una vecchia jeep americana rattoppata, e si recano di volata a Villa dei Gordiani, una selva di palazzi sorti dalla frenetica opera di ricostruzione postbellica.

La scena del crimine è uno spettacolo raccapricciante. La prima vittima, la madre, la trovano riversa addosso a una parete, la testa reclinata di fianco ridotta a una maschera di sangue.

Ma il peggio li attende nella stanzetta dei figli. La bambina è buttata a terra come una bambola rotta, mentre il fratellino, o ciò che ne rimane, penzola dal seggiolone in una posa innaturale…

L’efferato omicidio salta subito in cima alla lista di casi irrisolti, tra risse fra ubriachi, furtarelli perpetuati da gente affamata e la strana sparizione di un proiettore dalla sala parrocchiale.

De Luzio, ormai prossimo alla pensione, durante la sua lunga carriera ne ha viste di cotte e di crude, ma continua a considerarsi semplicemente un poliziotto al servizio del cittadino, un convinto difensore della propria integrità morale in una Roma dilaniata da lotte intestine e vendette personali.

Preparatevi a fare un viaggio indietro nel tempo e a immergervi in un’indagine nella Roma del dopoguerra nel romanzo arrivato finalista al premio Tedeschi.

Nicola Verde è nato a Succivo (CE) nel 1951 e vive a Roma. Vincitore di alcuni prestigiosi premi dedicato al giallo, alla fantascienza e al fantastico, è presente in numerose antologie. Ha pubblicato i seguenti romanzi: “Sa morte secada”, “Un’altra verità”, “Le vie segrete del maestrale”, “La sconosciuta del lago”, “Verità imperfette”, “Il marchio della bestia”, “Il vangelo del boia”, “Maestro Titta e l’accusa del sangue”, “Il profumo dello stramonio”.