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Claudia Salvatori
Mi sono ritrovata a dire cose molto personali a un pubblico di sconosciuti, con l'audacia degli attori molto timidi. E' uno dei pochi privilegi della fatica di scrivere: poter socializzare i propri mali. La vedo come un'infezione che si contrae e necessariamente si trasmette. Uso anche le interviste per liberarmi: anche QUESTA intervista
LeggiLa scrittura, il nero e il nulla
Agota Kristof e la morte della scrittura e delle parole: Ieri
Leggi[22] I Ferri del mestiere 3 - La Mala francese d'inizio secolo
Nella strutturazione della saga del Professionista esistono episodi e spunti che rimandano ad altri tempi, epoche passate ma non dimenticate, entrate nella mitologia del personaggio quando…non era ancora nato
LeggiPresentazione
Le donne detective stanno diventando sempre più numerose e sempre più diverse in linea con i cambiamenti del tempo e della società
Leggi[8] Nell'occhio della verità. Tribunale rosa
Trovata un'agenda scottante all'interno del tribunale di Treviso... è di una piccante avvocatessa misteriosa
LeggiL'invenzione autentica
Edward Bunker: il noir che diventa vita e il Genere che diventa letteratura
LeggiFrank Schätzing. Il diavolo nella cattedrale
Tedesco, di Colonia. Prossimo al giro di boa dei cinquant’anni. Ben portati, però. Anni che striano appena la chioma bionda, folta e mossa. Che imprimono qualche ruga, ora pensosa ora ironica. Una barba leggera, spruzzata di grigio sul mento, gli incornicia la piega sicura delle labbra. Lo sguardo è accattivante. Presumo faccia presa sulle donne
LeggiTerza parte - Post Regime
Se è vero che il giallo rappresenta un modo per documentare l’esistente anche quei trent’anni che cambiarono il volto dell’Europa meritano di essere conservati nel ricordo, attraverso le loro tracce, e le loro testimonianze
LeggiIl soggetto che esplode
L’assoluta perfezione del crimine di Tanguy Viel: la narrazione in prima persona e il superamento della “oggettività” del noir
LeggiQuanto sono cattivi gli uomini
A vent’anni di distanza dalla morte di Jean Genet, avvenuta in una camera d’albergo a Parigi nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1986 (l’ora e il giorno non sono certi in quanto non è mai stata effettuata un’autopsia, ed è come se lui avesse voluto conservare fino alla fine la sua divina ambiguità) mi vengono alla mente alcune riflessioni e un paio di interrogativi
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