Una questione di identità… 

Ritorno dal buio di Patricia Wentworth, Mondadori 2010.

"Francia 1940. Anne Yocelyn muore colpita dal fuoco dei tedeschi. Philip, suo marito, benché sconvolto, non può che cercare di farsene una ragione. Ma tre anni e mezzo più tardi Anne si ripresenta a casa. Tutti contenti? Non proprio tutti: Philip fatica a credere ai ritorni dal regno dei morti. Specialmente ora che ha incontrato la giovane Lyn, la donna giusta con cui ricominciare…".

Miss Silver, più precisamente Miss Maud Silver, arriva quasi a metà del libro su un treno, con i suoi ferri da maglia e i suoi colpetti di tosse. Finalmente! Lo dico subito perché questo è il personaggio più atteso dai lettori della Wentworth. Prima c'è tutto il logorio di Philip sulla identità della moglie. Non gli sconfinfera proprio il suo ritorno e crede addirittura che sia Annie Yoice, la parente più povera della famiglia, che assomiglia in modo straordinario alla defunta moglie. Tra l'altro si è presentata proprio come nel ritratto che è in casa. Perché? Se fosse stata veramente Anne non ce ne sarebbe stato bisogno e dunque riunione di famiglia per risolvere il problema. Ma la rediviva sa un sacco di cose, anche certi particolari intimi della luna di miele e allora il rovello si acuisce.

Arriva anche il morto come in un giallo che si rispetti. Guarda caso proprio la signorina Nellie Collins che era in treno con Miss Silver ed in grado di riconoscere la vera Anne. Trovata priva di vita in una stradina di campagna investita da una macchina. E allora entra in scena la nostra vecchietta, seppure in maniera un po' defilata, con "un abito di lana verde oliva reso impeccabile dall'inserzione di piccole stecche di balena", gonna di "una lunghezza decorosa", i piedi "fasciati da calze di lana nera e da un paio di ciabatte dalla punta coperta di perline". Come uscita da una stampa del secolo scorso secondo l'osservazione un personaggio. In collaborazione con il sergente Abbott e l'ispettore Lamb.

Aggiungo spionaggio, documenti segreti, il diario di Anne, pedinamenti, sonnifero, altro assassinio, scontro finale e finale spiegazione fin troppo arzigogolata. Solita prosa precisa ed elegante. Buono senza entusiasmare.

Breve e toccante il racconto In prospettiva di Diana Lama sulle aspettative e l'amore non ricambiato di un maschietto dei nostri giorni.