Remo Chiosso è autore del volume Murder Party, Crimini divertenti (ed. Novecento, 2003) e curatore assieme ad Antonello Lotronto di www.murderparty.it. Chiosso è, soprattutto, colui che più di ogni altro ha fatto conoscere i murder party in Italia. Perché togliergli l'occasione di farlo anche da queste colonne?

Remo, spiegaci con parole tue cosa sono i murder party.

Poiché la dicitura "murder party" significa molto semplicemente "festa con il delitto", è evidente che sotto questa etichetta possano essere definiti vari tipi di giochi, intrattenimenti e spettacoli. Già, proprio tutte queste cose o un miscuglio in diverse dosi delle stesse.

Personalmente penso di aver scritto e proposto almeno quattro tipi diversi di murder party: le note cene con delitto, i murder party classici, il teatro con delitto e, last but not least, la caccia al killer, tutte molto diverse una dall'altra. Ma in questo modo credo di divagare. Ritornando alla domanda, direi che il murder party - nella sua forma più ludica - è un gioco di ruolo di argomento "giallo", stile investigation story, in cui i partecipanti, sotto la guida di un regista, interpretano una vicenda poliziesca. Uno di loro sarà il colpevole di un reato (ma il suo ruolo è ignoto a tutti gli altri e lui dovrà cercare di mantenerlo tale) e gli altri dovranno capire chi è, in base agli elementi in loro possesso dall'inizio o nel prosieguo del gioco. Tutto qua. A differenza della maggioranza dei giochi di ruolo però esiste un copione strutturato (che è noto integralmente al solo regista), e si richiede una discreta abilità interpretativa e la reciproca interattività di tutti i partecipanti.

Ricordo un giallo di Agatha Christie (Dead man's folly, tr. it. La sagra del delitto), dove un murder party diventa teatro esso stesso di un crimine vero. Allora i murder party esistevano già ai tempi dell'autrice di Poirot e Miss Marple?

Diciamo che come tutte le tipologie di intrattenimento di definizione abbastanza generica è difficile indicarne la data esatta di inizio. Io personalmente forse propenderei per il primo Novecento. Ma erano simili agli attuali? Chi può dirlo? Sono solo citazioni che parlano di giochi di salotto tra amici col fine di individuare in base a indizi e colloqui interpersonali il "colpevole". Ma vengono descritti come molto, molto divertenti.

Sono stati citati (e giocati) da personaggi famosi quasi contemporanei come Agatha Christie e Groucho Marx, per esempio. Certo mi piacerebbe sapere che la famosa Agatha ne ha scritti pure lei...

Comunque una cosa è certa: le origini sono nel mondo anglosassone. Solo in seconda battuta si nota il murder party in espansione in Germania e infine in Italia, e ancora oggi è poco conosciuto nei paesi di lingua spagnola.

Oggi invece chi sono i partecipanti alle vostre serate e weekend con delitto?

Il nostro pubblico è molto vario. Innanzitutto è equamente distribuito nei due sessi. Al limite con leggera prevalenza femminile, addirittura (55% contro 45%). Le persone normalmente si iscrivono a coppie, ma molte volte capitano dei/delle single. Inoltre, poiché la richiesta di questi ultimi è più che discreta, abbiamo proposto eventi solo per loro: un successo, credetemi.

Come fasce d'età variano dai 20 ai 65 anni. Ma la prevalenza è un pubblico di 30-35 anni, di cultura medio-alta, geograficamente distribuito 55% al Nord, 35% al Centro, 10% al Sud Italia.

Una cosa da rilevare è che molti hanno partecipato a ben più di un solo murder party. Cioè c'è una ripetizione (per gradimento, suppongo) della partecipazione al gioco, ovviamente a una trama non loro già nota (ne abbiamo sedici al momento, e ne produciamo almeno due nuove all'anno). Aggiungo che per le serate decisamente più soft, come le cene con delitto, abbiamo più famiglie e gruppi di amici. Per i week-end invece, maggiormente impegnativi, più coppie e giovani.

Cito poi due simpatici exploit: una giovane signorina, che ha visto tutte le nostre trame (una vera appassionata) e un signore di 69 anni che ha partecipato a un nostro week-end con una grinta rara nei giovani. Oltretutto ha vinto lui!

Visto il gradimento delle trame, mai pensato di darti all'ideazione di polizieschi veri e propri (racconti, romanzi, ecc.)? Forse sono più facili da scrivere...

Ovviamente sì! Ci ho pensato, ho alcuni racconti, ma più che altro nel cassetto. Romanzi no. Comunque tutti rigorosamente polizieschi. Non so, forse appena avrò un po' di tempo li riprenderò in mano e... chissà?

Remo Chiosso
Remo Chiosso
Ma al momento sono più attratto dallo scrivere trame di murder party. Sto cercando di renderli sempre più godibili per il pubblico, che – specie quello dei week-end - vuole soprattutto partecipare. E non è semplice fornire un prodotto non banale. Si deve tener conto che noi non possiamo stupire con "effetti speciali", dobbiamo basarci su atmosfere, azioni repentine, sorprese, senza scadere negli effetti orrorifici da baraccone di fiera. Insomma, trame per intrattenimenti intellettuali destinate a giocatori che vogliono impegnare il cervello e la loro abilità deduttiva. D'altro canto abbiamo oramai molti valenti attori che ci seguono da anni. La loro perizia e abilità spinge a copioni sempre più intriganti e che lascino spazio al "personaggio".

Comunque non è facile, credetemi...

Parliamo un po' di... colori. Per la loro struttura incentrata sulla 'detection' i murder party sono limitati al giallo classico "alla Poirot" o pensi che possano sconfinare anche in atmosfere più tipicamente noir?

L'universo dei murder party è talmente grande che si possono pensare tipologie assai disparate. Io ricordo di averne giocato uno (altrui) addirittura di ambiente fantascientifico. E non era male... Quindi ben venga il noir. Ma che sia un bel noir, che abbia tensione e mistero.

E' il mio stile quello di scrivere murder party "alla Poirot", non è la regola. Ma attenzione: dire "alla Poirot" per i miei lavori, vorrei fosse chiaro, non significa solo "ragionare, ragionare e dedurre", significa "partecipare-dialogare-interrogare-ragionare-dedurre". Non dimentichiamo che il pubblico si diverte per la partecipazione più che per la risoluzione. Ho avuto spettatori entusiasti che non avevano capito nulla dell'enigma, ma si erano divertiti molto ugualmente, e non è questo lo scopo di un gioco?

La murderparty.it non è l'unica in Italia a proporre questo genere di intrattenimento: diversi gruppi sono fioriti negli ultimi anni. Credi che la cosa sia da mettere in relazione al crescente successo del giallo/noir come genere letterario?

La domanda è assai interessante. A mio parere il successo della letteratura d genere significa senz'altro un interesse del grande pubblico; e in questo pubblico esiste ovviamente la nicchia degli appassionati di murder party. Sicuramente se crescono i primi crescono i secondi.

Ma esiste una seconda ipotesi di risposta. La crescente e qualificata offerta di murder party ha contribuito a stimolare una domanda di appassionati? Ebbene, a mio parere sì! Non posso esprimermi per gli altri cui tu accenni, ma per quanto mi riguarda direttamente posso testimoniare che il nostro pubblico è in continuo e notevole aumento.

Un prodotto curato e di qualità attrae sempre. Il problema è il costo (come sempre). La relazione "più qualità uguale più costo" è sempre valida e occorre stare attenti alle potenzialità di spesa del pubblico, specie ai nostri giorni.

Aggiungo che oggi i murder party sono anche molto spinti da una crescente pubblicità gratuita e generosa da parte dei mass media.

C'è, anche tra gli autori nostrani di murder party, una sorta di italian style riconoscibile?

Domanda difficile. Innanzitutto non tutti i testi dei murder party sono pubblicati e conseguentemente di pubblico accesso. Alcuni, e sto parlando anche dei miei, vengono solo rappresentati e giocati, ma non se ne danno alle stampe i testi, quindi o li vedi direttamente o è impossibile conoscerli. Poi non sono moltissimi gli autori di murder party italiani. Non sono nemmeno moltissime le opere.

Direi comunque che in linea di massima non ho ancora distinto un italian style. Forse posso dire che tra gli esteri si ci si dedica maggiormente ad un pubblico più giovanile (15-24 anni) e si mette più in risalto il lato del gioco rispetto a quello dell'interpretazione, mentre per noi le cose sono più sfumate e generalizzate. Inoltre sempre all'estero si hanno molte più atmosfere horror o fantasy, mentre da noi predomina quella più classica. In Italia essenzialmente risalta una nostra specifica particolarità: il così intenso uso di attori professionisti.

Tutte queste riflessioni fanno venire l'idea che una riunione tra autori di murder party per scambi di idee non sarebbe un cattivo pensiero. Chissà, un giorno potrei farmene promotore...