Tutto il cinema del mondo per una manciata di scalpi? Macché! Piuttosto tutto il cinema del mondo per una manciata di dialoghi come al solito formidabili e che confermano ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, che Quentin Tarantino è senza ombra di dubbio il più dotato “estensore” di dialoghi per il cinema vivente. Almeno due memorabili: il primo, in apertura tra il diabolico Colonnello Hans Landa (Christoph Waltz) e un contadino, e più avanti quello a più voci dove si fronteggiano nazisti “veri” e nazisti “per finta” (cioè soldati americani sotto mentite spoglie).

Chi si aspettava da questo Bastardi senza gloria un concentrato di “action” pura rimarrà deluso, mentre chi ama Tarantino continuerà ad amarlo e chi non lo ama, perché non lo hai mai amato (può capitare…), magari inizierà a partire da stavolta perché tutto, dalla regia ai dialoghi, come già detto, passando per la direzione degli attori, è superlativa. Chi inoltre crede che la storia sia solo quella con la “s” maiuscola” giri al largo, perché qui la storia è “altra”, è altra e non “alta”, è fedifraga e non fedele; in una parola soltanto è “tarantinesca”.

Quattro lingue (inglese, francese, tedesco, italiano) intrecciate come non mai a corollario di una storia che colloca la sua apoteosi e al contempo la sua fine nel bel mezzo di una sala che proietta un filmaccio di bieca propaganda bellica su un cecchino tedesco che ammazza nemici a più non posso.

Attenzione a questo punto che appare come focale: per Tarantino lo schermo è il luogo meno adatto alla fabbricazione degli eroi (a qualunque schieramento appartengano …).

Meglio, molto meglio una fiammata finale e oplà, via verso nuove avventure (un western? Pare stavolta sia quella buona…).