«(...) questa è la storia di uno che ha passato la vita a leggere e a studiare per p oter dare forma al proprio talento: uno che si informa, che fa ricerche d’archivio, che si dispera se si sta occupando del periodo fascista e non riesce a scoprire quanto costava il caffè» (dall'introduzione di "L'uomo in noir")

«Paura, eh?»

Quando ci si appresta a leggere un testo col quale ha a che fare Carlo Lucarelli siamo colti da una sottile inquietudine, qualcosa a metà tra la voglia di aprire il libro e divorarlo d’un fiato, e il timore di scoprirvi, all’interno, qualcosa che ci farà tenere la luce accesa quando stiamo per andare a letto.

L’uomo in noir è un’indagine atipica, che non ruota intorno a un assassino, ma intorno a un uomo che ha ucciso,o quanto meno fatto sparire, una serie di convenzioni delle quali, peraltro, non sentiamo la mancanza: quella di considerare il “giallo” letteratura di serie b, quella di pensare alla televisione come a un contenitore nel quale la dissertazione puntuale e scevra di giudizio non trova posto, quella di vedere la cronaca come una serie di eventi fine a se stessi, quella di credere che la letteratura non abbia nulla a che fare con la realtà.

Non abbiamo preso le impronte del presunto colpevole né l’abbiamo sottoposto al test del poligrafo. Gli strumenti di questa indagine sono le parole che l’artista stesso ha regalato nel corso degli anni al suo pubblico e alla stampa. Perché, una volta ancora, possa essere evidente che la parola ha una forza che altri mezzi di comunicazione non hanno. Nel caso di Carlo Lucarelli, mettere in fila le parole e trovare il modo giusto per far procedere la narrazione – che si tratti di un libro, di un film, di un fumetto, di una trasmissione televisiva o di un videoclip – significa non solo tenere il pubblico incollato, ma offrire spunti di riflessione sulla realtà che stiamo vivendo, sulla sua parte buia, oscura, quella che fa, appunto, paura.

«Scrittori lo si può diventare in tutti i modi, secondo me. Narratori è una categoria particolare. Sono tutti quei bambini che tornavano da scuola e raccontavano quello che era successo in classe. Poi alcuni di questi bambini tornavano – e io ero uno di quelli – e invece di dire: «Oggi è successo così e così», dicevano: «Non immaginerete mai cosa è successo stamattina a scuola». E quando i genitori ti chiedono: «Cosa?», tu bevi un bicchiere d’acqua. Questa è la suspense, cioè la differenza tra il narratore di thriller e il narratore di altre storie. Non so se si diventa anche narratori, però se ci nasci fai prima»

È questo specifico talento a fare dell’artista uno dei pochi intellettuali rintracciabili nell’Italia di oggi: Carlo Lucarelli non parla solo di mistero e di delitti irrisolti. Parla di valori e dis-valori, di memoria storica e cronaca, di cultura e violenza. Perché, come dice lui stesso, «non puoi capire quello che succede tutti giorni se non capisci quello che succede tutte le notti, intendendo per notte la metà oscura della nostra vita».

L'uomo in noir. Indagine su Carlo Lucarelli (Aliberti Editore, 2009) di Grazia Ferrari - Pagine: 238 - € 15,00 - ISBN: 9788874244188

Grazia Ferrari (Bologna, 1973) è una giornalista free lance. Ha fatto della sua passione per il mistero un lavoro, e collabora con diverse testate online occupandosi di letteratura, cinema e televisione, ovviamente noir. Segue il lavoro di Carlo Lucarelli fin dai suoi esordi.

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