Napoli. Quattro adolescenti decidono di compiere la loro prima rapina. Una scelta criminale per dare un senso alla loro esistenza. E’ quanto racconta Cristina Zagaria nel suo Perché no?, la sua nuova novella noir edita da Alberto Perdisa nella ormai consolidata collana di Babele Suite diretta da Luigi Bernardi. In questa storia tutta napoletana, ci troviamo di fronte le vite di quattro ragazzi, tutti giovani alla ricerca del battesimo del fuoco, l’unico modo che sembrano conoscere per diventare adulti e rispettati in una città difficile, complessa, articolata tra mille ritualità, dove la violenza, troppo spesso, resta un mito sacro in molti ambienti urbani.

Cristina Zagaria, cronista della pagina napoletana di Repubblica, quanto c´è del tuo mestiere di giornalista nell´indagare in storie come quella narrata in Perché no?

Moltissimo. Il mio mestiere è scrivere. Ma anche cercare le storie "per strada", tra la gente. La scrittura e la strada sono il cuore di Perché no. Il caso di cronaca da cui parte la storia di Daniele, Francesco, la Iena e Capa Grossa è vero (veri anche i nomi!), il romanzo però cerca di fare un salto oltre la cronaca e capire il "movente". Sul giornale si racconta la rapina. In un romanzo ho la possibilità di capire cosa c´è dietro l´evento: sentimenti, coincidenze, famiglia, quartiere.... paure.

Nella novella di Perdisa Pop gli elementi classici del noir ci sono tutti. Quattro giovani, le loro armi, il loro linguaggio, e tutto un mondo di emarginazione. Oltre a loro, ci sono pure le vittime predestinate, una quieta maestra elementare di cinquant´anni e un marito operaio alla Fiat di Pomigliano D´Arco. Ma qualcosa cambia nella narrazione. La sensazione è di leggere una storia che va oltre agli stilemi del noir, come se si trattasse di una sorta di letteratura "realista". Cosa ne pensi?

I noir spesso partono da un lato oscuro, dell´animo umano o della società, che viene calato nella realtà, per sottolinearne le contraddizioni. Io faccio esattamente il processo inverso parto dalla realtà e ne faccio esplodere l'anima nera.

Con la tua scrittura ci hai abituati all´idea di "testimonianza" raccontando storie crude e spesso tenute in equilibrio da un forte contrasto tra "bene e male".  E´ proprio con il contrasto tra opposti che si sviluppano le regole della vita?

Non riesco a innamorarmi di eroi positivi o totalmente negativi. Il fascino è proprio nel confine. È nel continuo passaggio tra bene e male che la vita quotidiana si dipana. E in queste pieghe mi piace andare a infiltrare le mie storie.

In un ambiente cittadino così intriso di violenza ed emarginazione, dove appare uno spiraglio, un corridoio di fuga dalla propria esistenza che, per certi aspetti e in certa logica, sembra ormai segnata fin dalla partenza?

No. Non credo che la sorte di questi ragazzi sia segnata dall´inizio. Sono gli eventi e le alternative, che vengono meno, a determinare il loro destino. E il titolo, Perché no, senza punteggiatura è proprio un´apertura verso una doppia lettura. La prima, quella più immediata è: quattro ragazzini mettono a segno questa rapina perché non hanno nessun motivo per non farla (terribile, ma spesso è così!). E´: perché no? Con il punto interrogativo.

Ma c´è anche un secondo piano di lettura, c´è uno spiraglio per la scelta.  Sotto traccia cerco di denunciare perchè quattro ragazzini non avrebbero dovuto fare questa rapina: Perché no. Con il punto. Mi piace l´idea che il romanzo sia il punto di partenza per un´indagine proprio attorno a questi due perché.

A differenza di Miserere  e L´osso di Dio (entrambi pubblicati da Dario Flaccovio Editore) questa volta ti sei cimentata con la narrativa breve. Come ti sei ritrovata ad affrontare tematiche non molto dissimili, soprattutto nel profilo psicologico dei personaggi, con meno spazio a disposizione?

Ogni storia ha un proprio respiro. Miserere e L´osso di Dio sono epopee moderne. Avevano bisogno di spazio. Perché no? invece ruota attorno a una vicenda che dura meno di 24 ore. È il racconto di una giornata. Una giornata in cui soprattutto Daniele e Francesco, due ragazzini napoletani come tanti, scelgono di diventare due criminali. La loro decisione, la loro storia è un pugno nello stomaco. Rapido. C´è poco da riflettere. Così come i due protagonisti non hanno riflettuto più di tanto. Ed ecco che la brevità della narrazione rispetta i tempi della vita e li amplifica, come uno schiaffo.

Cosa legge Cristina Zagaria scrittrice? E con quali autori si è formata negli anni?

Leggo di tutto. Nella borsa ho sempre un libro e leggo nei momenti e nei posti più improbabili. Leggo letteratura di genere (gialli e noir), ma anche classici. La  mia formazione è stata appunto sui grandi classici della letteratura italiana, da Verga a Pirandello (mio grande amore), ai classici della letteratura russa, francese e ai giapponesi contemporanei. La cosa che mi piace di più e ricevere libri in regalo, perché così scopro autori e mondi in cui non mi sarei mai avventurata.

E quando riuscirai a stare un po´ ferma con te stessa?

Ferma? Io? Mai!

Perché no? di Cristina Zagaria (Alberto Perdisa Editore - collana Babele Suite) - pagg. 128