E' proprio vero le apparenze ingannano. Quando, ormai mesi fa, ho ricevuto Bonding (libri/8577), opera prima di Antonio L. Falbo, lo ho posato sulla pila di libri da leggere con la convinzione che si trattasse di un noir erotico. Quando poi, alcune settimane fa, sono andata a ripescarlo per inserirlo nel nostro salotto letterario lo avevo ormai etichettato. Mi ci sono volute parecchie pagine per capire che mi ero sbagliata, ingannata da una strana assonanza nel titolo e da una copertina complice.

Ciao Antonio e benvenuto nel nostro salotto letterario virtuale, dedicato agli autori alla prima volta editoriale. Allora come ci si sente a essere scambiati per l'autore di un romanzo erotico?

Bene, anche se l'intento era di scrivere qualcos'altro la cosa più importante è che il libro sia considerato comunque valido.

A parte gli scherzi, ricordo però che appena il romanzo era entrato in distribuzione, una mia amica, che lavora presso una nota catena libraria, mi ha detto che, per sbaglio, il volume era stato per davvero inizialmente inserito nel reparto dei libri erotici. Questo potrebbe farmi riflettere, ma non credo che la scelta dell'immagine e della grafica di copertina si discosti dallo spirito che permea il libro. Dopo tutto, nella storia la figura della donna rimane sempre centrale, sia che si parli del rapporto tra Henry e la madre, che del corpo e dello spirito violato di Angela o del carisma e della seduttività di Miriam; in più l'immagine di copertina ha quel voluto tocco di ambiguità che è spesso una componente del sogno, altro fondamentale elemento che caratterizza il romanzo. Per questo motivo ritengo che nella grafica ci sia un'ottima sintesi di molti elementi e sfumature proprie del testo.

Per altro, l'immagine di copertina è stata creata apposta da un mio amico (Umberto Costamagna) per restare in linea con il book-trailer che io stesso ho realizzato per promuovere il romanzo.

Qui di seguito il link per poterlo vedere: www.youtube.com/watch?v=YhPsiMzyLdk

Battute a parte, cominciamo a indicare ai lettori la giusta direzione: tu come definiresti il tuo romanzo?

Sarà ardito, ma per quanto il mio unico fine sia stato quello di creare una storia di puro intrattenimento, senza alcuna velleità intellettuale, vorrei che Bonding fosse preso in considerazione più come una sorta di romanzo di formazione che non di genere. Così mi piace pensare che sia e definirlo.

Si tratta, come tra poco spiegheremo meglio, di un romanzo dalle caratteristiche molto particolari, perciò mi viene spontaneo chiederti da dove è nata l'idea per questa storia.

Questo è veramente difficile da spiegare. Diciamo che tramite la lettura di molti libri e di film, lentamente il personaggio di Henry ha iniziato a prendere forma nella mia mente, e da lì anche il resto della sua vita. Il rimando della storia al fenomeno del Bonding, è dovuto a una serie di circostanze quasi casuali nelle quali però ho subito individuato il giusto tramite per legittimare e dare voce ai dubbi e contrasti interiori di Henry.

Con questa risposta suggerisci già molto riguardo al tuo romanzo, che ruota di fatto attorno, o forse sarebbe meglio dire dentro, a Henry. Parlaci di lui.

Henry è un ragazzo che si trova ad affrontare la sfida più difficile della sua vita: quella con se stessi. Henry di lavoro fa il dog-sitter, anche se studiava biologia, all'università non ci va quasi più. Henry vive fuori città solo con sua madre, è orfano di padre fin da piccolo. Henry vorrebbe capire cosa lo rende tanto instabile, perchè non è solo la sofferenza dovuta alla malattia che giorno dopo giorno logora sua madre a ferirlo. Henry ha dei dubbi, troppi. Se Henry fosse una pianta sarebbe dell'edera, una volta che la si lascia crescere è difficile poi capire il punto in cui è nata.

Toglimi una curiosità: ma con tutti i lavori che poteva fare, perché proprio il dog-sitter?

Henry fa il dog-sitter perchè, come dice lui stesso:«...Ho sempre amato i cani, ma per motivi famigliari non ho mai potuto averne uno mio...».

Io, invece, ho voluto che svolgesse questa professione perchè potesse entrare in contatto con molte persone e con loro cercare di stabilire un rapporto di fiducia, magari un legame. Il prendersi cura di un animale di qualcun'altro spesso implica questo.

La caratteristica che salta agli occhi di Bonding è che tu hai fatto una scelta molto precisa, raccontando, come ho scritto nella recensione "il "dentro" e non il "fuori"".

Un'immagine del book trailer
Un'immagine del book trailer
Bonding è un romanzo in cui il timone della narrazione viene volutamente lasciato in mano all'io interiore del protagonista, solo a lui spetta questo compito. Tutto quello che succede, che dovrebbe accadere e poi magari non accade, ogni aspetto reale o irreale, quello che si deve sapere e quello che deve rimanere nascosto, filtra attraverso di lui per portare il lettore a navigare la storia dall'interno; un evento, per quanto drammatico o esemplare, credo possa scatenare sentimenti e reazioni differenti in ognuno di noi, in questa storia mi interessava fornire i mezzi per analizzare e scoprire i processi mentali e spirituali che determinano il compiersi delle azioni di Henry. Ho voluto valorizzare il pensiero del protagonista più che soffermarmi sul peso delle sue azioni, se non l'avessi fatto credo che avrei rischiato di essere frainteso dando di Henry un'immagine sbagliata.

Permettimi, ma sa un po' di "scappatoia", sembra quasi che tu non ti voglia prendere le tue responsabilità d'autore dicendo "se non approvate è colpa del personaggio".

No, mi prendo tutte le mie responsabilità d'autore ma credo anche che, come tale, alle volte sia necessario dare vita ed empatizzare con un personaggio scomodo come Henry per affrontare al meglio determinate tematiche e rifletterci su. Ho voluto che Henry inquietasse e stupisse anche me fino alla fine, fino a fornirmi gli spunti per una sua eventuale "assoluzione" o meno. Per farlo ho dovuto lasciar parlare lui. Se avessi narrato la sua storia in terza persona credo che sarebbe stato fin troppo evidente il mio personale punto di vista sulle sue azioni e il lettore avrebbe da subito alzato un muro nei suoi confronti dandone un giudizio morale forse frettoloso.

Un concetto che citi spesso nelle pagine è l'"ultrvita" di Henry. Di cosa si tratta?

L'ultravita è una condizione mentale e fisica che colpisce Henry (il protagonista, e allo stesso tempo antagonista, del libro) nei momenti più inaspettati, spesso nel trapasso dal sonno alla veglia, quando le "difese" della mente umana, e la sua ordinaria lettura del reale, sono più facilmente soggette a stravolgimenti e mistificazioni. Questo particolare fenomeno, attraverso una sorta di sogno che si sviluppa a occhi aperti, lo porta a viaggiare tra le pieghe più nascoste del proprio subconscio, lasciandogli ogni volta una serie di messaggi e indizi riguardo la difficile, e non sempre prevedibile, evoluzione del suo io. In poche parole, lo stato dell'ultravita (come la chiama Henry non sapendo che nome attribuirgli) porta a una forma di premonizione che arriva al protagonista direttamente dalla sua stessa anima per metterlo allerta o guidarlo.

Anche la struttura di Bonding, con la sua divisione in quattro parti, in un certo senso sottolinea e accompagna il percorso del protagonista, attraverso quattro fasi ben definite della sua vita. Mi sbaglio?

No, non sbagli. Dividendo il testo in quattro parti ho voluto seguire il percorso di Henry come se ripercorressi le quattro fasi della vita dell'uomo: infanzia, adolescenza, maturità, vecchiaia. A ognuna di esse (in linea generale) corrisponde un esatto mutamento di pensiero e di coscienza nell'uomo, così avviene anche in Henry. Diciamo che ho seguito un discorso di crescita del personaggio piuttosto lineare, quindi.

C'è una componente autobiografica?

No, assolutamente, anche se con un buon quarto d'ora di ultravita potrei forse identificare nel mio subconscio qualche indizio che faccia crollare questa mia certezza.

Secondo me, però, chi ci ha letto fino a qui si è convinto che Bonding non è un romanzo erotico, ma comincia a credere che si tratti di un romanzo soprannaturale.

Più che altro direi che Bonding è un romanzo che per sua natura confonde facilmente le acque, mischiando i nostri lati più oscuri e quelli più luminosi, fino a che non si riesce più a distinguerli con chiarezza. In questi casi, accade spesso che esorcizziamo le nostre paure e inqueitudini rimandandole ad una dimensione ultraterrena, e anche Henry in parte fa questo, ma rimane tutto strettamente legato a un suo status mentale, per ciò non definirei il romanzo spiccatamente soprannaturale.

Quali sono gli elementi che lo legano alla realtà?

Gli slanci emotivi e i desideri dei personaggi che, per quanto alle volte siano estremi o apparentemente contraddittori, lasciano sempre scoprire una loro profonda umanità...nel bene e nel male.

Il tutto forse, risulta un po' astratto anche perché il romanzo è privo di una vera ambientazione. Di fatto non ci sono parametri che aiutano il lettore a collocarlo in uno spazio.

Per scoprire Henry e seguire la sua storia, non è necessario specificare in quale parte del pianeta ci si trovi con esattezza. Risulta comunque piuttosto chiaro che la storia si svolge nei giorni nostri e che ci troviamo in una qualche parte del mondo occidentale. Diciamo che anche in questo caso ho voluto che l'attenzione del lettore si concentrasse principalmente sui sentimenti e i caratteri dei personaggi, i luoghi in cui hanno corso le loro esistenze diventano fortemente simbolici, un po' come in Aspettando Godot di Samuel Beckett.

C'è da dire che nelle tue scelte sei stato parecchio coraggioso e sicuramente coerente. Il rischio di un lavoro strutturato in questo modo è che possa risultare a tratti lento e noioso, cosa che, in alcune pagine, è innegabile.

Rileggendo a posteriori il mio lavoro, non nego che alcuni passaggi possano risultare un po' ostici ma credo anche che da parte mia non ci sarebbe stato altro modo di affrontarli per rendere giustizia al personaggio di Henry e alla sua storia. Detto questo, non significa che non tenga in stretta considerazione il fatto di dover lavorare su alcuni importanti aspetti del mio stile narrativo che passo dopo passo, però, ritengo si stia affinando. Come dire, non si smette mai di imparare, basta essere un minimo oggettivi.

Parliamo ora per un attimo delle figure femminili del romanzo: la madre di Henry, Angela e Miriam. Anche loro, in un certo senso, rappresentano le fasi della vita del protagonista.

L'autore
L'autore
Sì, certo. Il percorso interiore di Henry affonda principalmente le sue radici nello "spezzarsi" del suo legame originario con la vita, con sua madre. Henry cerca di riflettere sul senso di quel legame inscindibile che ci unisce a chi ci ha dato la vita, sul suo lato più mistico. L'assistere giorno dopo giorno all'incedere della malattia della madre sortisce in lui però un effetto imprevedibile, dalle conseguenze devastanti. É come se questo male incurabile che lentamente uccide la madre, lo privi anche di un punto saldo, fondamentale, su cui è strutturata la propria identità, portandolo così ad allontanarsi progressivamente da se stesso e dalla propria coscienza. Non è un caso quindi che proprio altri due personaggi femminili, Angela e Miriam, diventano così, rispettivamente, una la valvola di sfogo di questa sua lacerazione interiore e l'altra, in seguito, il catalizzatore, l'inarrestabile forza creatrice, che darà a Henry la spinta definitiva per chiarirsi con se stesso e tentare riappropriarsi di una sua dimensione stabile nella realtà. In qualche modo queste figure scandiscono il percorso di crescita di Henry riflettendo e portando alla luce l'evoluzione del suo essere come forse solo una madre può fare con il prorpio figlio.

E veniamo ora all'aspetto più pratico dell’essere un esordiente: come sei arrivato alla pubblicazione?

Con incredibili sforzi. Dopo aver terminato la prima stesura del romanzo lo inviai ad una serie innumerevole di editori (grandi, medi e piccoli) da cui ricevetti un rifiuto dietro l'altro, ma anche molti consigli e incoraggiamenti che mi hanno così portato a rivedere alcune parti fondamentali del mio lavoro. Dopo un'accurata revisione mi sono fatto forza ed ho riniziato a inviare il testo, questa volta però facendo una più accurata cernita tra gli editori e mandandolo solo a quelli esplicitamente interessati a prendere in considerazione opere di esordienti. Se dopo qualche mese non avessi ricevuto la mia prima offerta da parte di Pendragon non so dire con esattezza se avrei trovato la forza e l'entusiasmo di mettermi a scrivere un nuovo romanzo e di ritentare la pubblicazione con quello, ma con mia grande gioia così non è stato.

Sei soddisfatto?

Immensamente, anche se ben consapevole di alcuni limiti commerciali del mio romanzo e della conseguente necessità di dover lavorare ancora tanto per raggiungere i risultati a cui aspiro.

Cosa suggerisci a chi ha un romanzo nel cassetto?

Come prima cosa di leggere tantissimo per capire e apprendere come

Un'immagine del book trailer
Un'immagine del book trailer
esprimere al meglio ciò che si ha in mente, ma soprattutto leggere di tutto, senza mai fossilizzarsi su di un solo autore o genere. Ritengo sia importante per formare al meglio il proprio stile, per quanto quello sia incline a seguire un determinato genere; anche dal più sottovalutato romanzo rosa credo si possano attingere spunti interessanti per creare, ad esempio, un buon noir o altro. Infine, non abbiate paura di scrivere, di non sapere cosa dire. È il vostro punto di vista la cosa più importante, il modo di interpretare sensibilmente una storia che sentite vostra. Ci sono miliardi di importantissimi libri in cui la tematica affrontata è la medesima, ciò che li distingue, e li rende grandi, è che ognuno rispecchia la particolare ed unica sensibilità dell’autore nell’affrontarla. E infine, di non arrendersi mai (e ancora mai) al primo rifiuto.

Prossimi progetti di scrittura?

Sto lavorando intensamente ad un secondo romanzo che spero di concludere entro il 2010.

Infine ti do l'ultima possibilità per convincere chi ci ha seguito fin qui a leggere Bonding: perché comprare il tuo romanzo?

Per lasciarsi portare via dalla corrente, in apnea, arresi all'inevitabile e, quando meno te lo aspetti, ritornare a galla per respirare.