Cobraville è il nuovo romanzo di Carsten Stroud, scrittore americano con un passato avventuroso  nell'Esercito  e in seguito da civile come sommozzatore specializzato nel recuperare relitti e roba da non credersi, anche infiltrato nelle gang motocicliste che infestano le highway americane.

Stroud ci regala uno di quelli che vengono chiamati in inglese airport best-seller e infatti in un aereoporto lo abbiamo comprato, sulla quarta di copertina c'era un'offerta speciale: comprane uno - acquista il secondo a metà prezzo. 

Carsten Stroud è l'autore di Black Moon e di Deadly Force.  

Cobraville mantiene comunque quello che promette un best seller da aereoporto: un thriller di impianto internazionale che richiama fatti contemporanei. La guerra al terrorismo e un'indagine poliziesca-spionistica molto credibile: 516 pagine di formato tascabile che alternano in capitoli brevissimi, due storie parallele che seguono i nostri eroi principali in due parti completamente diverse del mondo:

Drew Langan, un senatore americano divorziato di stanza a Washington e dintorni, riceve informazioni classificate della NSA, che non doveva ricevere e che lui restituisce ai ceffi dell'NSA perché riguardano un lontano complotto di al-Qaeda diretto a far saltare una diga nel sud-est asiatico: a Cobraville, per l'appunto, cittadina sotto la protezione delle Nazioni Unite. Ovviamente più Drew Langan se ne vuole tirare fuori, più si trova nei guai fino al collo anche perché nell'altra storia parallela, quella ambientata nelle jungle che circondano Cobraville, si trova come protagonista il figlio ribelle di Drew Langan: Cole Langan che, dopo un eccellente stato di servizio nella "guerra" irachena, si dimette dall'esercito americano e "scompare" nelle file della CIA, come operativo stipendiato ma non riconosciuto e con una copertura di ferro (quelle che nei vecchi film dicevano: "se il nemico ti prende, noi non ti conosciamo..."). Insieme a lui, un manipolo di uomini delle più svariate provenienze, Pike, il reduce di mille guerre, (perfino il Vietnam), che benché non più tanto giovane ha accettato quel lavoro rischioso perché non riesce ad abituarsi alla vita civile; altri ex-soldati nella migliore tradizione della dirty dozen, aggiornati al nuovo secolo (per esempio c'è un gay, che difficlmente sarebbe comparso in un thriller di qualche anno fa). La storia parallela di padre e figlio procede con un ritmo mozzafiato e colpi di scena ben piazzati fino alla fine, con descrizioni di ambienti e personaggi precisi e veritieri, quasi sempre divertenti, soprattutto fra i comprimari. Ricordiamo  fra i cattivi di al-Quaeda, l'esperto di computer Gideon, che si mette a telefonare per ore negli Stati Uniti per scoprire la vera identità del figlio del senatore, credendo di non poter essere individuato dalle aquile americane grazie alle sue competenze tecniche e informatiche...

Per concludere, l'autore riesce a trasmetterci forti emozioni e gestisce abilmente elementi d'azione sicuramente affrontati nel suo passato da action-man e per questo è ancora più lodevole, perchè è difficile trasmettere a chi legge sensazioni, emozioni selvagge e violenza mantenendo una scrittura piana e impassibile... Insomma, scrittore da airport best seller, ma vero scrittore, senza pretese poetiche o letterarie di sorta.