L'innocenza del peccato di Claude Chabrol è uscito in Italia l'8 febbraio, dopo essere stato presente nel 2007 al Festival di Venezia nella sezione Fuori Concorso.

Una giovane e ambiziosa conduttrice televisiva viene sedotta da un maturo scrittore sposato. Egocentrico e sensibile alle belle donne, l'uomo ne fa un'amante esperta e focosa e la introduce ai giochini viziosi del jet set parigino. Ma la passione, è volubile, soprattutto se la differenza d'età è abissale: lui è accecato dal narcisismo e dall'egoismo e lei è infantile e in preda agli slanci totalizzanti del primo grande amore. Quando viene abbandonata dall'anziano amante, la ragazza si consola tra le braccia di un giovane miliardario psicologicamente instabile da tempo innamorato di lei e arriva addirittura a sposarlo. E a questo punto il solito triangolo altoborghese sfocia in tragedia.

Il film è stato pensato ispirandosi alla storia di Stanford White, un famoso architetto di Manhattan che è vissuto alla fine del diciannovesimo secolo, un celebre dongiovanni assassinato nel 1906 dal marito della sua amante dell'epoca, un'ex ballerina di Broadway che si chiamava Evelyn Nesbitt.

L'innocenza del peccato, che segna il ritorno sullo schermo di un maestro del thriller intrigante e raffianto, sembra, però, non essere all'altezza della meravigliosa e prolifica carriera di Chabrol, che continua a sfornare un film all'anno mantenendosi a livelli qualitativi elevati. Qui, infatti, il maestro si limita a un ritratto d'ambiente patinato e formalmente impeccabile, ma mai incisivo o inquietante. 

Un'opera di maniera che fa rimpiangere la lucida e sottile cattiveria non solo dei capolavori degli anni Settanta, ma anche dei recenti La damigella d'onore e La commedia del potere.

Con Ludivine Sagnier, Benoît Magimel, François Berléand. Regia di Claude Chabrol. Distribuzione: Mikado