Nel preciso momento in cui Walter Sparrow (il grande Jim Carrey per una volta piccolo…) di professione accalappiacani inizia a leggere Il numero 23, un libro regalatogli dalla moglie per il suo compleanno, la sua vita inizia a non essere più la stessa. E già, perché c’è uno strano e inquietante parallelismo tra la sua vita e quella del personaggio delle pagine, il detective Fingerling. Number 23, modestissimo thriller del solito Joel Schumacher che dopo anni di onorata carriera ci ha oramai abituato a premesse forti, sviluppi deboli, conclusioni pessime. La sceneggiatura offre una ricognizione della simbologia del nr. 23 che spazia dai cromosomi umani, 46, 23 per genitore, all’Anticristo (2x3=6 e quindi 666), alle coltellate inferte a Cesare e poco più. Il clima è claustrofobico come si conviene in questi casi, le false piste talmente false che nessun abbocca. Sbracamento finale quando si tratta di tirare le fila del discorso sul perché e sul percome le vite di Sparrow e di Fingerling si assomiglino così tanto. La soluzione è talmente banale da far fuggire a gambe levate dalla sala.