30 secondi di SIGLA

Altro pezzetto di SIGLA

Blue Shadow / Tema di Silvia

Berto Pisano e la sua Orchestra

Seconda puntata

VILLA PHILIPPE Interno Giorno

Philippe esce dal bagno, portando in mano una bacinella piena d’acqua. Entra nel soggiorno, posa il recipiente sul tappeto vicino al divano. Poi sposta il divano, scoprendo la macchia di sangue. Quindi va in cucina ed apre vari armadietti alla ricerca di una spugna. Una volta trovata, torna in soggiorno, si mette in ginocchio sul tappeto, comincia a sfregare con forza nel tentativo di cancellare le macchie. Sente il rumore di un’automobile, si rialza e corre alla finestra. È spaventato: se la polizia avesse deciso di fare una perquisizione più accurata?

 

In soggettiva di Philippe, vediamo sulla strada avanzare un’auto nera che, però non si ferma, ma prosegue la sua corsa. Philippe tira un sospiro di sollievo, poi il suo sguardo cade sull’auto bianca, la Triumph sportiva, che abbiamo già visto.

 

La guarda senza particolare attenzione, borbottando soltanto

 

                                          PHILIPPE                                  

Sono due giorni che è ferma lì…

 

Poi torna al suo angoscioso lavoro. Con rapide inquadrature, lo vediamo, stanco e sudato, finire di lavare il tappeto, riportare la bacinella piena d’acqua rossa nel bagno, lavarsi con disgusto le mani, tornare in soggiorno e rimettere tutto in ordine, chiudendo in un cassetto il collage con gli oggetti della donna e nella cassaforte gli oggetti trovati addosso al morto: un passaporto, un mazzo di chiavi, il denaro con il serraglio siglato h.c. Apre il passaporto: è segnato l’indirizzo di Christian Degange, rue de Antibes otto. Quell’indirizzo è l’unica traccia che può portarlo alla donna.

 

PERIFERIA GINEVRA – Esterno giorno

L’auto di Philippe attraversa la strada di un quartiere periferico di Ginevra: atmosfera totalmente diversa dal quartiere residenziale dove abita lui. L’auto avanza, lasciandosi gli ultimi palazzi dietro, ora sembra quasi di essere in campagna. Finalmente, ad un incrocio, Philippe vede una strada con la targa Rue de Antibes. Svolta a destra e procede alla ricerca del n. 8, stupito di non vedere nessun palazzo ma soltanto recinti e campi.

Costeggia un cimitero di macchine fin quando non trova un cancello dov’è segnato il n. 8. E’ proprio quello del cimitero di auto: sul cancello un cartello, “Christian Degange Carrozzeria e Auto Occasioni”.

 

CARROZZERIA DEGANGE Esterno giorno

Philippe entra con la sua auto nel recinto: da un lato il cimitero delle automobili, al centro un casolare di due piani, dov’è installata l’officina, con alcune macchine in riparazione.

Philippe si ferma, scende e si avvicina all’officina da dove proviene un forte rumore. Un uomo ha in mano un saldatore e sta lavorando sullo sportello di una vecchia automobile. Il rumore è molto forte. Philippe cerca di richiamare l’attenzione dell’uomo che porta occhiali di protezione. Lo chiama, ma l’uomo non lo sente. Finalmente lo vede.

 

                                    PHILIPPE

Il signor Degange…

 

L’uomo non capisce, ferma il saldatore e ci accorgiamo che il forte rumore continua perché a provocarlo è qualche altro macchinario, altrove.

 

Philippe ripete:

Il signor Degange…

                                    MECCANICO

È fuori.

 

Sta per tornare al lavoro ma Philippe continua.

 

                                    PHILIPPE

Devo parlare con lui, dove abita?

                                    MECCANICO

Qui, al piano di sopra.

                                    PHILIPPE

Non sa dove sia andato?

 

Il rumore è così forte che il meccanico non sente nulla ed allora si decide ad alzarsi, andando a spegnere un compressore. Finalmente il silenzio.

 

                                    MECCANICO

Che cosa diceva?

                                    PHILIPPE

Sa dov’è andato?

                                    MECCANICO

Non lo dice certamente a me. A me dà solo ordini, soprattutto di fare presto…per fortuna io non lo sento proprio, con tutto questo rumore.

 

Ridacchia per la sua battuta, mentre tira su gli occhiali. Sente il rumore di un’auto che si avvicina, esce dall’officina. Un’automobile scoperta sta arrivando veloce, sollevando polvere.

 

In questo modo guida soltanto lui.

 

Si gira verso Philippe.

 

Sta arrivando, così lei potrà parlargli.

 

Philippe è sorpreso.

 

                                    PHILIPPE

Chi sta arrivando?

                                    MECCANICO

Il signor Degange… non mi ha chiesto di lui?

 

Philippe guarda l’auto che si ferma davanti a loro: al volante, Christian Degange, vivo e vegeto.

 

                                    MECCANICO

Ciao Christian, ti vogliono.

 

Philippe lo guarda allibito: Degange è un vecchio signore dall’aria simpatica e giovanile. Dal suo viso, stacco su:

LAGO GINEVRA Esterno giorno

…le acque del lago di Ginevra: la m.d.p. panoramica dal lago ad inquadrare l’auto di Philippe mentre passa sulla strada che scorre intorno al lago. Philippe guarda terrorizzato le acque del lago ed il segreto terribile che racchiude. È angosciato, nervoso: la scoperta che il passaporto con il nome Degange è stato rubato lo ha sconvolto. Come si chiama il morto? Philippe guidando borbotta:

 

                                    PHILIPPE

Rubato …il passaporto è stato rubato … Come si chiama allora?

 

STRADE GINEVRA – Esterno giorno

L’auto attraversa le strade del centro, diretta verso l’ufficio di Philippe. Si ferma ad un semaforo rosso. Philippe guarda verso la strada. All’improvviso un’immagine lo colpisce, come una scarica elettrica: sul marciapiede opposto, ad una cinquantina di metri, sta passando la donna dai capelli biondi. O almeno così sembra a lui, per la sua figura, i suoi capelli e i grossi occhiali scuri.

Philippe sta per scendere ma in quel momento il semaforo scatta al verde e dietro suonano perché lui si decida a muoversi. Philippe si sposta ma sempre guardando verso la donna, per non perderla di vista. Si ferma vicino al marciapiede, scende, attraversa di corsa la strada, saltando da un’auto all’altra, corre dietro la donna che si vede ancora in fondo alla strada.

La vediamo, da lontano, entrare da qualche parte senza capire se si tratta di un di un negozio o di un portone.

Philippe le corre dietro, arrivando nel punto dove l’ha vista entrare. Insieme con lui, ci accorgiamo che la donna è entrata in una galleria, una piccola galleria che unisce la prima strada ad un’altra. Nella galleria una fila di negozi. La ricerca di Philippe diviene ancora più affannosa, ma della donna nessuna traccia. Philippe, entrato nella galleria, guarda nei negozi, senza trovarla. Esce nella strada dall’altra parte: la donna sembra scomparsa. Philippe è deluso ancora una volta: l’ombra lo ha sfiorato senza farsi afferrare.

 

CORRIDOIO DUBOIS & GRANT – Interno giorno

Philippe attraversa il corridoio della Dubois, diretta verso il suo ufficio. Incontra Catherine che è felice di vederlo, anche se ancora turbata dagli avvenimenti.

 

                                    CATHERINE

Ci sono ancora dei vestiti che non sono al loro posto.           

                                    PHILIPPE

Scusami, te li riporterò oggi a casa.

                                    CATHERINE

Potevi chiamarmi, ieri.

                                    PHILIPPE

Ho avuto un sacco di lavoro…fuori dell’ufficio.

 

Catherine lo guarda preoccupata, sapendo che sta mentendo.

 

                                    CATHERINE

La tua segretaria sta impazzendo, non sa più che cosa inventare, a tutti quelli che ti cercano.

                                    PHILIPPE

Perché si agita tanto? Dica che non ci sono e basta.

                                    CATHERINE

Hai una visita, non credo che sia per lavoro …un certo commissario Vian.

P.P. di Philippe turbato. Ti sta aspettando da molto tempo.

                                    PHILIPPE

Va bene, grazie.

 

Fa per entrare, Catherine lo ferma.

 

Philippe, che cosa sta succedendo?

                                    PHILIPPE

Niente, Catherine, niente.

                                    CATHERINE

Sei sicuro di non aver nulla da dirmi?

 

Con tenerezza.

 

                                    PHILIPPE

So di poter contare sempre su di te, qualora avessi bisogno d’aiuto. Ti chiamerò più tardi.

 

Philippe entra nel suo ufficio. Rimaniamo su Catherine, preoccupata per lo strano, illogico comportamento di Philippe.

Stacco su

UFFICIO PHILIPPE – Interno giorno

Il commissario Vian è seduto davanti la scrivania di Philippe. Si gira, sentendolo entrare. Philippe, anche se tenta di apparire calmo, è turbato dalla visita di Vian.

 

                                    PHILIPPE

Sarei passato io nel suo ufficio più tardi.

                                    VIAN

Non si preoccupi, signor Dussart…ero da queste parti, non avevo un’agenzia di pubblicità…interessante.

                                    PHILIPPE

È riuscito a farsi un’idea precisa?

                                    VIAN

Direi proprio di sì.

 

Sorridendo.

 

Lei non dovrebbe mai addormentarsi all’alba, signor Dussart…oggi, mi sembra di avere di fronte un uomo assai diverso dall’altra mattina.

 

                                    PHILIPPE

Non è piacevole svegliarsi e trovarsi in casa la polizia…

                           Continuando VIAN

…che cerca un cadavere. La polizia però non dovrebbe metterle così paura.

                                    PHILIPPE

Difatti non ne ho.

 

Philippe è in guardia: ha paura che Vian sappia qualcosa di nuovo.

 

                                    VIAN

Ha capito chi è stato?

 

Scotendosi dai suoi pensieri     

 

                                    PHILIPPE

A fare cosa?

                                    VIAN 

Lo scherzo…o non lo considera più tale?

                                    PHILIPPE

Per essere sincero, non ci ho pensato più… per fortuna ho molto lavoro.

                                    VIAN

Il suo orario è dalle 10 alle 17, vero?

 

Tenta di reagire con sicurezza per non far vedere di aver paura.

 

                                    PHILIPPE

Lei non è venuto qui per caso ma per avere informazioni precise su di me…e nell’attesa deve averle avute.

                                         VIAN

Sempre meglio richiedere, per evitare errori. Il poliziotto che sbaglia è un personaggio tipico.

                                    PHILIPPE

Questa volta non si è sbagliato.

                                    VIAN

Mi hanno detto che lei è un tipo preciso, qui lo chiamano “il cronometro Dussart”… ma non in questi giorni, direi… l’altra mattina era in casa a mezzogiorno, oggi è arrivato ancora più tardi. Sta cambiando abitudini?

                                    PHILIPPE

Credo che mi sia accaduto di arrivare tardi in ufficio soltanto due, tre volte.

                                    VIAN

E proprio una di queste, le fanno lo scherzo di mandarle la polizia a caso.

                                    PHILIPPE

Non capisco perché le sembri strano.

                                    VIAN

Chi poteva sapere che lei, quella mattina, era in casa?

                                    PHILIPPE

Le ho già detto che non ho la più pallida idea sui motivi che hanno spinto una donna a fare quella telefonata.

 

Improvvisamente Philippe ha un pensiero che visualizziamo:

FLASH VISIVO

Philippe, alla finestra, vede l’auto bianca sportiva, ferma poco lontana da sua.

Ora ricollega quando ha già visto quell’automobile:

FLASH VISIVO

La donna dai capelli biondi sale sull’auto bianca.

 

Da questo momento la paura di Philippe è più concreta. Ed è in netto contrasto con la calma sorniona di Vian.

 

                                    PHILIPPE

Ha visto lei stesso che non c’era assolutamente niente di strano in casa mia, ieri mattina.

                                    VIAN

Non è esatto, una cosa di strano c’era.

 

Philippe lo guarda. Vian continua con tranquillità.

 

…lei, signor Dussart… lei che rimane in casa nonostante che in ufficio lo aspettino ed a mezzogiorno ancora dorme, vestito.

                                    PHILIPPE

E con questo?

                                    VIAN

Non è lei ad interessarmi ma la donna…

 

Di nuovo come un pensiero ossessivo di Philippe il FLASH dell’auto bianca e della donna

 

…la donna che ha telefonato, parlando di un uomo ferito o morto. Quando si fa uno scherzo si è sempre precisi, la donna invece sembrava  proprio non sapere se l’uomo era ancora in vita. O no. E sembrava anche ansiosa di salvarlo.

                                    PHILIPPE

Allora non trovo altra spiegazione: ha sbagliato il mio indirizzo.

                                        VIAN

Sono stato io a prospettare per primo questa ipotesi, però non ci credo più, ora…

 

Si ferma e per un attimo c’è silenzio.

 

Se uno ha chiamato l’ospedale e l’autoambulanza. Non arriva, io credo che richiami, non le pare? Invece non lo ha fatto. Ed all’ospedale un uomo ferito alla gola con un coltello non è mai arrivato…in nessun ospedale, signor Dussart. Se veramente esistesse dove crede che possa essere finito?

 

Dalle parole e dal viso di Vian

stacco su

 

LAGO GINEVRA –Esterno giorno

Ancora le acque del lago: un’immagine che ritorna, ossessiva.

                          

STRADE GINEVRA Esterno giorno

Philippe, al volante della sua auto, sta correndo disperatamente verso la sua casa. Controlla se per caso è seguito dalla polizia ma non gli sembra di vedere niente di sospetto.

 

ESTERNO VILLA PHILIPPE. esterno giorno

Imbocca la strada dove si trova la sua villa e si avvicina all’auto bianca che è ancora al solito posto. Philippe scende dalla sua, si avvicina all’altra macchina, la guarda in modo strano: finalmente una traccia concreta della donna. Ma perché l’auto è ancora là?

 

Allora ricorda quanto è accaduto la mattina prima:

BREVE FLASH VISIVO

Nel quale rivediamo la donna fuggire a piedi dalla villa di Philippe.

Questi prova ad aprire l’auto ed ha la fortuna di trovarla aperta. La esamina attentamente, con una strana emozione: la donna sembra divenire più concreta con l’apparizione di questo suo ulteriore oggetto. Niente però rivela la personalità della donna. Philippe guarda nei cassettini, dietro i sedili e quello che trova è d’estrema importanza, essendo il libretto di circolazione.

Sfogliandolo, si accorge che le sue mani tremano nel leggere finalmente il nome della donna: Gal Fabian ed il suo indirizzo.

Guarda di nuovo l’auto bianca, poi la sua casa e capisce che non può continuare a lasciare l’auto lì, potrebbe essere una traccia troppo pericolosa. Philippe decide di portare via l’auto dalla sua strada, prima che la polizia si metta in sospetto per quella macchina ferma da giorni.

Sale sull’auto, riesce a metterla in moto collegando i fili, si allontana portandola via dall’ingresso di casa sua.

 

STRADA CASA GAL FABIAN Esterno giorno

Un quartiere popolare, anche se più caratteristico che povero. Strade strette, molta gente in giro. Philippe ha paura nel guidare l’auto della donna: paura di essere visto, ma anche una strana emozione nell’essere al posto della donna, diventata per lui un’ossessione.

Gira per le strade, cercando un posto dove abbandonare l’auto: un posto che si trovi vicino all’indirizzo della donna, in modo che lei possa notarla facilmente. Trova finalmente la strada, ma prima di abbandonare l’auto, porta via il libretto di circolazione. Scende dall’auto, si avvia verso il palazzo segnato come la residenza di Gal Fabian. Philippe si avvicina al portone chiuso, cerca il nome di Gal. Preme il pulsante ma non c’è nessuna risposta. Aspetta poi riprova a lungo. Lo scatto del portone, alla fine. Philippe entra.

 

APPARTAMENTO GAL Interno giorno

La porta dell’appartamento di Gal è aperta, Philippe si avvicina. È teso, inquieto: forse è riuscito a trovare il suo fantasma. Non vede il pulsante del campanello, spinge dolcemente porta che è socchiusa. L’appartamento è piccolo: una stanza che è insieme soggiorno e letto. La stanza è vuota. Passi provengono da qualche parte dell’appartamento e costringono Philippe a voltarsi verso quel punto: nella stanza entra un donnone, con in mano un secchio ed uno straccio.

                                    DONNA DELLE PULIZIE

Stia attento a non sporcarmi il pavimento…

                                    PHILIPPE

La signorina Gal?

                                   DONNA DELLE PULIZIE

Non c’è

                                    PHILIPPE

Non sa dove posso trovarla?

                                    DONNA DELLE PULIZIE

Io mi occupo di questo palazzo, non dei miei inquilini…lo tengo pulito, almeno ci provo.

                                    PHILIPPE

Dove lavora la signorina?

                                    DONNA DELLE PULIZIE

In casa non c'è mai, io non so neppure che diavolo di lavoro faccia. A vestirsi si veste un po’ strana ma oggi non vuol dire proprio niente. Comunque mi ha lasciato un numero di telefono, a chi la cerca devo dire che può chiamarla lì… se vuole, lo prenda, è segnato su quel foglio.

Indica un foglietto posato su un tavolo. Philippe si avvicina, scoprendo un lato della stanza che non aveva visto, l’angolo camera da letto. Guarda il foglietto e si copia il numero di telefono. Poi esamina la stanza e la sua attenzione è attirata da una testina porta parrucche, sulla quale è posata una parrucca bionda dai capelli lunghi. Philippe è colpito: una parrucca,| i lunghi e biondi capelli biondi della donna potrebbero essere anche una parrucca.

 

VILLA PHILIPPE – Esterno interno tramonto

Philippe ritorna a casa con un taxi ed entra nel giardino. Solo quando arriva davanti alla porta d’ingresso si accorge che qualcuno è seduto sui gradini, ad aspettare. È Catherine. Vedendolo, gli sorride come se fosse timorosa della sua reazione. Philippe la guarda con dolcezza: Catherine rappresenta per lui un’oasi piacevole.

                                    PHILIPPE

Ciao, è da molto che aspetti?

                                    CATHERINE 

No, non credo…sto diventando anch’io un’ossessione?

Philippe prende la chiave, apre la porta.

                                    PHILIPPE

Sono sempre felice di vederti.

Entrano in casa.

Ora sono nel soggiorno. Lui accende la luce.

                                    CATHERINE 

Con te ho sempre paura di sbagliare e questo mi secca, non sapevo se facevo bene a venire o no.

                                    PHILIPPE

Hai detto che di solito non ti penti.

                                    CATHERINE 

È di te che non sono sicura, non voglio certo diventare un peso.

Philippe si avvicina, la prende fra le braccia.

                                    PHILIPPE

Cosa ti succede, Catherine? Dov’è finita la ragazza indipendente, decisa? Anche un po’ aggressiva?

                                    CATHERINE 

È sempre qui, ti assicuro che non sono cambiata, soltanto vorrei che tutto fosse più chiaro fra noi due ed ora per me tu non lo sei.

Philippe si stacca da lei, si avvicina al tavolo dove si trova il telefono.

                                    PHILIPPE

Per gli uomini come me è facile che il proprio mondo venga stravolto…anche da qualcosa di meno violento di quello che sta accadendo adesso.

                                    CATHERINE 

Io non so se potrò aiutarti, però mi piacerebbe poterlo fare. Spiegati…

                                    PHILIPPE

Molte cose sono inspiegabili.

                                    CATHERINE

Anche le cose irrazionali possono essere capite. Poi se vuoi le rifiuti, ma almeno per una volta te le devi porre davanti come se fossero cose normali, di quelle che avvengono tutti i giorni.

Intanto Philippe ha composto un numero di telefono.

                                   PHILIPPE

Pronto, informazioni? Vorrei sapere a chi è intestato questo numero di telefono, Arvy 3638

Rimanendo in attesa, risponde a Catherine.

Credi che sia facile? Si ha paura di ciò che non si capisce

Al telefono

                           Sì pronto…

Prende una penna e scrive.

Blue Note Discoteque, rue de avignon 42. grazie.

Riappende e finisce di scrivere. Poi si rivolge a Catherine

Vieni con me.

                                    CATHERINE

Mi porti a ballare?

Philippe non risponde,

Credi d’averla trovata?

                                    PHILIPPE

Penso di sì.

                                    CATHERINE 

È diventata importante per te, vero?

                                    PHILIPPE

Non è più un fantasma che si manifesta attraverso strani segni, ma una presenza reale anche se misteriosa.

Apre il cassetto, tira fuori la fotografia della bionda. La porge a Catherine.

  

Devo sapere perché veniva in questa casa…qual è il legame che la unisce a me, a questo posto.

Catherine guarda attentamente la fotografia.

                                    CATHERINE 

Sono molto sfocate, con queste non potrai mai identificarla con esattezza e poi il viso è quasi sempre coperto.

                                    PHILIPPE

È l’unica traccia che ho in mano, la sola prova della sua esistenza. Dobbiamo tentare, hai una macchina fotografica?

                                    CATHERINE 

Sì, nell’auto.

                                    PHILIPPE

Prendila, questa volta puoi aiutarmi davvero.

                                                          

BLUE NOTE – Interno notte

Il locale non è molto grande ed è avvolto nel buio come tutti i locali di questo tipo. Noi però non vediamo molto del locale perché lo inquadriamo dal basso in alto, vedendo il soffitto ed il gabbiotto di plastica lucente del disc-jockey. Il gabbiotto è illuminato e dal basso vediamo una figura bionda agitarsi davanti i giradischi. Lentamente la m.d.p. si avvicina a vedere meglio, sempre dal basso, la ragazza della discoteca, Gal. Vediamo i suoi capelli biondi, la sua figura snella: sul movimento in avanti della m.d.p. attacco sui capelli biondi di Gal, visti in soggettiva da qualcuno che è entrato nel gabbiotto e si trova ora dietro a lei. È Catherine, armata della sua macchina fotografica: guarda la figura snella della ragazza, i suoi lunghi capelli biondi. La chiama all’improvviso.

                      

                                           CATHERINE

Gal!

La ragazza si gira e Catherine le scatta a sorpresa una serie di foto. La luce bianca del flash illumina il viso di Gal: un volto strano, irregolare ma bello, piuttosto dolce e buono. Gal è sorpresa per questo “attacco” fotografico.

                                               GAL              

Mai avute tante foto in vita mia.

                                               CATHERINE

Un piccolo trucco, fotografate di sorpresa venite tutte molto più spontanee, più vere.

                                               GAL

Forse con un’espressione un po’ sorpresa, per non dire stupida.

                                               CATHERINE

Poi ne scatto anche altre. Sono la fotografa di un’agenzia di pubblicità. Sto cercando modelle per uno short.

                                               GAL

E non chiedi se una ha voglia di fare pubblicità?

                                               CATHERINE

 Vuoi farla?

                                               GAL

Se pagano bene, sì …altrimenti continuerò a lasciare l’umanità nella totale ignoranza della mia bellezza.

Catherine tira fuori della borsa delle macchine fotografiche un paio d’occhiali: li vediamo in dettaglio, sono dello stesso modello di quelli che porta la donna bionda nelle fotografie.

                                               CATHERINE

Prova questi, devo vedere come sei con gli occhiali

                                               GAL

Aspetta un attimo, qui salta tutto.

Si gira verso i giradischi, ricarica una pila di dischi.

Tanto scommetto che anche se non ci fosse più musicaquelli laggiù non se ne accorgerebbero neppure e continuerebbero ad agitarsi lo stesso.

Si gira di nuovo verso Catherine, prende gli occhiali e li mette. Catherine scatta di nuovo delle fotografie.

                                               CATHERINE

Non sorridere, stai ferma… guarda verso di me.

                                               GAL

Niente espressioni impegnative, sono negata.

                                               CATHERINE

Ho finito.

Gal si toglie gli occhiali, li porge a Catherine.

                                               GAL

Me ne regali qualcuna poi? Voglio vedere come sono, fotografata da una professionista. Sei brava, no?

                                               CATHERINE

Dicono di sì, lo giudicherai da sola. Ci rivedremo presto.

                                               GAL

Speriamo in un posto più tranquillo, quando sono qui ho sempre mal di testa e purtroppo ci sono tutte le sere…

Da Gal che segue il ritmo della musica stacco su

AGENZIA DUBOIS & GRANT –Interno notte

Il laboratorio è illuminato soltanto da una luce rossa. Catherine sta sviluppando le foto scattate a Gal. Philippe è vicino a lei, in attesa.

                                               CATHERINE

Confrontando le due fotografie puoi tentare di capire…

                                               PHILIPPE

Gli occhiali …

                                              CATHERINE

Coprono troppo il viso.

Si spegne la luce rossa. Catherine ha finito le sue operazioni, accende la luce. Ancora bagnate vediamo le fotografie di Gal: quelle scattate all’improvviso, quelle con gli occhiali. Philippe tira fuori da una busta le foto scattate a casa sua. Lentamente confronta le foto della donna bionda con quelle di Gal.

                                               PHILIPPE

Potrebbe essere lei.

                                               CATHERINE

Con gli occhiali ed una parrucca bionda, anch’io ti sembrerei la donna misteriosa…già, potrebbe essere un modo per riconquistarti.

                                               PHILIPPE

Ne parli come se fossi gelosa…

                                               CATHERINE

Adesso non è più di moda essere gelosi. Da quando è cominciata questa storia, Philippe, non stai pensando ad altro, sembra quasi che non mi ami più …

Sorride

Od ho sbagliato fin dall’inizio a pensare di piacerti? Hai ragione, scusami, ma non riesco a fare a meno di pensare a questo.

Indica la foto della donna.

È molto più grave di quello che immagini, Catherine… Mi sento minacciata da qualcosa che non riesco a spiegare ed io invece voglio sapere, soltanto allora cesserei di avere paura… perché io ho paura, anche se può sembrarti infantile.

                                              CATHERINE

Allora risolviamo il mistero…ma con queste non capirai mai se Gal, la ragazza della discoteca, è la donna che stai cercando o no.

                                               PHILIPPE

 Devo farmi vedere da lei, è soltanto così che posso capire: improvvisamente mi trova davanti, capisce di essere stata scoperta… è impossibile che non si tradisca, anche piccola una reazione deve averla.

 

ESTERNO CASA GAL esterno notte

Gal sta rientrando a casa. È notte e le strade sono vuote. Gal cammina tranquillamente lungo il viale che porta al suo palazzo. È quasi arrivata, quando improvvisamente si ferma: ha visto qualcosa che la interessa. Attraversa la strada e si avvicina ad un’automobile ferma quasi di fronte a casa sua. È la sua auto bianca. Gal la guarda, stupita di ritrovarla lì. Cerca di aprire lo sportello ma questo è chiuso. Improvvisamente una voce maschile, alle sue spalle, la fa girare di scatto

                                               PHILIPPE

Anche questo è suo?

Philippe è vicino a Gal, la guarda attentamente studiando le reazioni: Gal è sorpresa allarmata ma, vedendo Philippe, non rivela alcuna emozione particolare. Sembra molto più attratta da quello che lui ha in mano: il libretto di circolazione.

                                               GAL      

Perché ha lei il mio libretto di circolazione?

                                               PHILIPPE

Le ho riportato l’auto, non mi ringrazia?

                                               GAL 

Dovrebbe anche spiegarmi dove l’ha trovata. È stato Henri  a dirle di riportarmela?

                                               PHILIPPE

Chi è Henri?

Gal comincia ad agitarsi.

                                               GAL 

Se non lo conosce, cosa vuole da me?

                                               PHILIPPE

Sapere perché la sua auto era ferma davanti a casa mia.

Gal sta per rispondere ma vede soltanto ora – e con lei anche noi la vediamo adesso – Catherine, rimasta finora nel buio. Catherine interviene perché ha capito che fra Philippe e la ragazza, il dialogo sa diventando quasi uno scontro.

                                               CATHERINE

Non preoccuparti, Gal, abbiamo solo bisogno di alcune informazioni.

Gal la riconosce.

                                               GAL 

La storia delle foto era soltanto un modo per conoscermi

                                               CATHERINE

Sono venute piuttosto bene, te le ho portate

                                               GAL 

Ti devo ringraziare anche per questo allora, oltre che per l’auto. Credevo d’averla persa definitivamente, ormai.

                                               CATHERINE

Te l’avevano rubata?

                                               GAL  

Non esattamente, ad Henri  serviva e se l’è presa… non vedendola più tornare temevo che sia lui sia l’auto avessero preso il volo.

Philippe continua a studiare Gal, ma questa non dimostra certo di conoscerlo.

                                               PHILIPPE

Henri  e poi? Come si chiama?

                                               GAL 

A me i poliziotti non piacciono, né tanto meno quelli che si comportano come se lo fossero.

                                               CATHERINE

Credo che tu possa aiutarci, Gal, non ti stiamo aggredendo, ma siamo nei guai e tu forse puoi tirarci fuori.

                                               GAL 

Di Henri  non m’importa assolutamente niente… se ne ha combinata qualcuna delle sue, peggio per lui …si chiama Henri  Cravenne.

Philippe mormora piano il nome, ricordando le iniziali sul fermaglio.

                                               PHILIPPE

Henri  Cravenne

                                               CATHERINE

Possiamo salire su da te? Forse è più comodo che stare a parlare qui.

                                               GAL 

Non ho capito esattamente cosa state cercando, ma se volete salire, prego la mia casa è lì …tanto sapete anche questo.

Gal si avvia verso il portone seguita da Philippe e da Catherine.

CASA GAL Interno notte

In dettaglio due mani che tolgono la parrucca bionda e la posano sulla testina apposita.

Il viso di gal senza parrucca: ha dei capelli neri cortissimi, sembra molto più giovane, più fresca. Quasi una bambina.

                                               GAL 

Per me è come una divisa, la metto solo quando vado a lavorare, dicono che con quella sono più personaggio.

Camerine e Philippe sono seduti su due cuscini messi a terra.

                                               CATHERINE

Che cosa fai di giorno, al di fuori del Blue Note?

                                               GAL 

Vi sembrerà strano ma studio e la facoltà dove studio non la indovinereste mai: lingue orientali.

                                               CATHERINE

E ti mantieni lavorando come disc-jockey.

                                               GAL 

Un po’ faticoso come lavoro ma pulito, l’unico inconveniente è che mi piace la musica classica.

Finora Philippe è rimasto in silenzio continuando a studiare Gal.

                                               PHILIPPE

Henri  Cravenne… lo conosci da molto tempo?

                                               GAL 

Mi state facendo molte domande ed io non capisco proprio perché dovrei rispondervi.

                                               PHILIPPE

Stiamo cercando una persona e pensiamo che possa essere lui.

                                               GAL 

Non è un mio amico, non mi è neppure simpatico…uno di quei tipi che oggi ti offrono orchidee e champagne e domani ti chiede i soldi per comprarsi un panino ed una birra…

                                               PHILIPPE

O chiede un’auto in prestito..

                                               GAL 

È l’uomo di una ragazza che conosco, mi ha chiesto un favore, gliel’ho fatto…l’auto non mi serve quando devo studiare e fra due giorni ho un esame.

                                               CATHERINE

La tua amica potrebbe aiutarci?

                                               GAL 

Adesso non è a Ginevra, sta facendo una tournèe… Lavora anche lei al Blue Note ma al cabaret, il suo numero è divertente, soprattutto è originale…

                                               PHILIPPE

Hai amicizie strane.

                                               GAL 

È simpatica, intelligente e molto più in gamba di tante altre che fanno professioni più serie…

                                               PHILIPPE

Ma il suo uomo, come lo chiami tu, si prende la tua auto e non te la riporta più

                                               GAL 

A lei Henri  piace, il resto sono affari suoi e poi Henri soprattutto mi fa pena, è uno di quelli  che corrono sempre alla ricerca di denaro, di successo, pensando di fare il colpo grosso ed invece non ci riusciranno mai…