Daniel Craig, il nuovo James Bond, sembra destinato a portare sullo schermo la figura di Aleksandr Litvinenko, l'ex-agente del Kgb mortalmente avvelenato a Londra con il polonio radioattivo il 1 novembre, il giorno in cui pranzò ad un sushi-bar di Piccadilly con l'ex-consulente della Commissione Mitrokhin Mario Scaramella.

La pellicola si basa su un libro-denuncia pubblicato da Litvinenko in Occidente tre anni fa (Blowing up Russia) e di certo non piacerà a Vladimir Putin: il presidente russo viene infatti chiamato pesantemente in causa per una serie di devastanti attentati terroristici avvenuti a Mosca nel 1999 e falsamente attribuiti alla guerriglia indipendentista cecena. Craig sarebbe molto interessato alla parte: "Vestendo i panni di James Bond ha preso gusto a tutte le cose che hanno a che fare con le spie e con i servizi segreti", ha detto una fonte.

I diritti cinematografici per Blowing up Russia (che la casa editrice Gibson Square Books sta ristampando in fretta e furia per approfittare dell'enorme clamore generato dal caso) sono stati acquistati da una casa di produzione americana, la Braun Entertainment Group di Beverly Hills. A detta di Alex Goldfarb, portavoce della famiglia Litvinenko e amico dell'oligarca in esilio Boris Berezovki (il nemico numero uno di Putin), l'ex-agente del Kgb transfuga dal 2000 a Londra sarebbe stato ucciso con il polonio radioattivo proprio perché ha infuriato il Cremlino insinuando che gli attentati terroristici di Mosca - costati la vita a più di trecento persone - furono organizzati dall'Fsb (il servizio segreto russo) e attribuiti ai guerriglieri ceceni per poter scatenare la seconda guerra cecena e rafforzare così la statura di Putin.