Piero Colaprico è autore apprezzato di saggi, di molti racconti, di noir e ora del quinto romanzo che ha come protagonista il maresciallo Binda, dal titolo La quinta stagione.

I primi tre romanzi sono stati scritti a quattro mani con il suo amico Pietro Valpreda (Quattro gocce d’acqua piovana, La nevicata dell’85 e  La primavera dei maimorti).

L’estate del Mundial lo ha scritto da solo dopo la morte di Valpreda e ora ci propone ancora nua avventura del maresciallo Binda.

Colaprico è nato in provincia di Bari (Putignano - 1957), vive a Milano e da vent’anni lavora è giornalista di Repubblica ove iniziò a lavorare nella cronaca nera per diventare poi inviato speciale.

Autore di interessanti saggi come Manager calibro 9 (Garzanti – 1995), Capire tangentopoli (Il Saggiatore 1996) e due noir (Sequestro alla milanese e Kriminalbar).

Nel 2004 esce La Trilogia della città di M, un romanzo di tre lunghi racconti ambientati a Milano (come i libri della pentalogia di Binda) con protagonista l'ispettore Bagni. Il libro si aggiudica il Premio Scerbanenco, ex aequo con Sorelle di Barbara Garlaschelli.

 

Forse l'età ci gioca dei brutti scherzi, forse Pietro Binda - maresciallo dei carabinieri ormai in pensione, con una onorata carriera alle spalle - ha voluto provare l'ebbrezza di passare dall'altra parte della barricata, Altrimenti come si spiega che adesso stia tranquillamente seduto al bar con Pallonetto, una vecchia conoscenza della polizia che non ha mai sopportato certi articoli del codice penale sulla tutela della proprieta privata? Parlano come se fossero buoni amici.

Anzi di più, Pallonetto gli sta chiedendo un favore, Sembra accorato, sfiora la mano del vecchio sbirro e gli spunta perfino una lacrima. Con occhi da vitello, racconta a Binda che la sua fidanzata, una giovane zingara, e stata rapita da una banda di albanesi, Che strana scena: il carabiniere e il ladro, seduti a scambiarsi confidenze davanti a un bicchiere di marsala. Sono passati tanti anni dai loro "tempi d'oro", quando Pallonetto svuotava la cassaforte dello yacht dei Grimaldi a Montecarlo e Binda lavorava con successo a importanti inchieste di mafia, aiutando perfino il famoso capitano Ultimo. I due vecchi assomigliano piuttosto alle indebolite controfigure di loro stessi, spaesati in una Milano che è cambiata troppo, senza avvertire. Adesso il bar che anni prima era considerato una succursale di Cosa Nostra e gestito da cines, le periferie brulicano di call- center e la criminalità ha un volto nuovo, parla una lingua straniera e risponde a un codice che Binda non capisce più. Ma nonostante tutto, il vecchio investigatore si fa trascinare per la giacca in una battaglia torbida e in odor di catastrofe, tra periferie trasformate in terre di nessuno e criminali che non esitano a sparare, dimenticandosi perfino della prima regola che si impara alla scuola sottufficiali: mai agire da soli. Con questo documentato romanzo giallo, incalzante e romantico, Piero Colaprico mostra a distanza ravvicinata il volto, le abitudini e i segreti del nuovo crimine italiano. E racconta - calandosi addirittura nella storia e concedendosi un minuscolo cammeo alla Hitchcock - la "quinta stagione" del leale ma­resciallo, la stagione dei nuovi barbari armati di pistole calibro 9.

La quinta stagione di Piero Colaprico (2006, Rizzoli Editore, collana

La Scala, pag. 262, euro 17,00)