Se la copertina di questo romanzo di Kurt Vonnegut vi sembra psichedelica e scioccante, aspettate di leggerne l'interno.

La colazione dei campioni ha l'andamento di un trip lisergico ma è adamantino nella sua lucidità: immaginate che l'autore voglia descrivere il nostro piccolo ipocrita mondo occidentale (il romanzo è del 1972 ma risulta ancora attualissimo) a un alieno completamente digiuno di cose terrestri. Ebbene, è proprio quello che fa Vonnegut, che - forte del suo background di scrittore fantascientifico - non risparmia proprio nessun dettaglio e spiega tutto di tutto al suo ipotetico ascoltatore. Di quanti romanzi si può affermare, per esempio, che riportano la misura della lunghezza e del diametro del pene di tutti i suoi protagonisti maschili?

Nel testo sono frequenti le interpolazioni di disegnini fatti dall'autore, a volte semplici scarabocchi fatti sovrappensiero come quando si è al telefono, altre volte efficaci aggiunte allo scritto, che rendono La colazione dei campioni una sorta di romanzo multimediale. E anche un po' ipertestuale, in fondo: perché come sempre accade in questo autore, la prosa di Vonnegut è intessuta di altre storie, deviazioni, riferimenti ad altri romanzi (come Dio la benedica, Mr. Rosewater). Ci sono soprattutto una miriade di trame fantascientifiche dell'alter ego dell'autore, quel Kilgore Trout che compare spesso in altri lavori di Vonnegut e che qui ha l'onore di essere il protagonista.

Dire a questo punto di cosa tratti il romanzo è quasi secondario, ma per amor di cronaca riportiamo semplicemente che La colazione dei campioni è la storia dell'incontro fra Kilgore Trout e il venditore di auto Dwayne Hoover; quest'ultimo, dopo aver letto un'opera di Trout, crederà di essere l'unico uomo su un pianeta di robot, e inizierà così la sua follia devastante.

Da questo spunto si diramano una pioggia di eventi a cui prende parte anche Vonnegut stesso, che si mischierà ai propri personaggi diventando personaggio egli stesso e aumentando il tasso di assurdità della storia. La cosa gli consentirà anche di gettare uno sguardo disincantato e feroce sulla società in cui viviamo e sui suoi logoranti meccanismi, messi impietosamente a nudo dal suo peculiare status di deus ex machina in grado di far accadere qualsiasi cosa.

Ultimo ma non meno importante, La colazione dei campioni è un romanzo (se di romanzo si può ancora parlare) dannatamente divertente. Chi ha ancora bisogno di droghe, pesanti o leggere che siano, quando ci sono in circolazione libri come questo?