Uno dei primi volumi pubblicati dalla Rizzoli nel presente anno è stato scritto da Gay Talese, autore che negli Usa gode di grande fama e che è ben conosciuto anche nel nostro paese in quanto sono stati tradotti vari suoi lavori. Il romanzo ora in libreria si intitola Motel Voyeur (The Voyeur’s Motel, 2016) ed è una storia vera. La storia di uomo, che potremmo definire un voyeur maniacale, ma inoffensivo.

Nel 1980 Gay Talese ricevette una lettera anonima nella quale un uomo scriveva  che poteva dare un notevole contributo nel campo dello studio del sesso in America, affermando di avere importanti informazioni che potevano essere inserite nel volume che stava scrivendo (La donna d’altri), contribuire al suo ampliamento oppure utili a scrivere un nuovo libro nel futuro.

Nella lettera l’uomo “confessava” di aver acquistato un motel e per soddisfare i suoi impulsi voyeuristici aveva costruito una “piattaforma di osservazione” dalla quale tramite false griglie per  l’aria poteva osservare quanto accadeva all’interno di varie stanze.

Lo scrittore rimase a lungo incerto su cosa fare di questa confessione, poi decise di incontrare, in Colorado, l’autore della missiva: Gerald Foss, al fine di verificare in prima persona la veridicità delle sue affermazioni.

In effetti l’uomo era stato proprietario del Manor House Motel che aveva acquistato negli anni sessanta e vi aveva apportato, con l’aiuto della sua prima moglie le modifiche che abbiamo sopradescritto. Così ogni volta che qualche coppia si fermava nel suo motel, sia per qualche ora che per vari giorni, lui poi saliva nel sottotetto e spiava il comportamento di queste coppie che potevano essere regolarmente sposate oppure amanti,  ma i frequentatori potevano essere anche coppie di uomini o di donne, oppure anche donne un poco brutte o anziane che pagavano qualche gigolò.

Foss teneva un diario dove riportava tutto, la composizione della coppia nonché i loro dati fisici e anche le stranezze sessuali di qualche singolo. Insomma nei suoi diari il proprietario del motel vi aveva riportato il comportamento di una vasta e variegata fauna umana con le loro preferenze sul sesso, alcune volte normali ma spesso strane e in alcuni casi sconvolgenti.

Gay Talese, accertata la veridicità di quanto l’uomo gli aveva riferito, consegnandogli anche le fotocopie dei suoi diari, e dopo aver concentrato ed estratto gli spettacoli raccolti in 15 anni dal voyeur, ha atteso ben trentacinque anni prima di scrivere questa interessante e straordinaria opera di giornalismo narrativo che si può leggere come un affascinante romanzo di un voyeur attento e  amorale.

Un brano dalla prima pagina:

Conosco un uomo, sposato con due figli, che molti anni fa rilevò un motel di ventuno stanze vicino Denver per diventarne il voyeur residente.

Assistito dalla moglie praticò delle aperture rettangolari nei soffitti di una dozzina di stanze, ciascuna di trentacinque per quindici centimetri. Poi le copri con delle veneziane di alluminio, all'apparenza delle griglie d'aerazione ma che, in verità, erano condotti per l'osservazione che gli permettevano, in ginocchio o in piedi sulla spessa moquette della soffitta, sotto il tetto spiovente del motel, di vedere gli ospiti nelle loro stanze. Da allora, ha continuato a osservarli per decenni, tenendo un registro quasi quotidiano di ciò che vedeva e sentiva – e mai, in tutti questi anni, è stato scoperto, nemmeno una volta.

Venni a sapere di questa persona grazie a una lettera assicurata, scritta a mano e non firmata, con data 7 gennaio 1980, spedita al mio indirizzo di casa a New York

l’autore:

Gay Talese, giornalista e scrittore, è considerato con Tom Wolfe e Norman Mailer il padre del “New Journalism” americano.

È stato reporter del “New York Times” e ha collaborato con alcune tra le principali testate americane: “The New Yorker”, “Harper’s Magazine” ed “Esquire”.

Tra i suoi libri ricordiamo La donna d’altri (BUR 2012), Frank Sinatra ha il raffreddore (BUR 2010) e Onora il padre, tutti in catalogo BUR. Vive a New York.

la quarta:

È il 7 gennaio del 1980 quando Gay Talese, all’epoca impegnato nell’imminente pubblicazione del suo bestseller La donna d’altri, riceve una lettera scritta a mano e anonima. Il mittente è un uomo del Colorado, che dice di aver «appreso del suo attesissimo studio sul sesso in America» e «di poter contribuire con alcune importanti informazioni». Nel seguito di quella lettera l’autore rivela a Talese qualcosa di inconfessabile: alla fine degli anni Sessanta ha acquistato il Manor House Motel, alla periferia di Denver, per soddisfare le proprie tendenze voyeuristiche. Sotto il tetto della struttura ha costruito una «piattaforma d’osservazione», e da lì, attraverso dei finti condotti di ventilazione, da anni osserva gli ospiti ignari.

Talese, incuriosito e intenzionato a scriverne, incontra l’uomo – Gerald Foos – in Colorado qualche settimana dopo, e visita il motel. Foos, però, dichiara di voler rimanere anonimo, il giornalista non accetta e decide che questa storia non sarà raccontata. Passano degli anni, Talese rimane in contatto con Foos, che gli invia pagine e pagine del suo Diario del Voyeur, un registro in cui ha annotato le abitudini, i vizi, le passioni dei suoi ospiti – coppie sposate, amanti occasionali, omosessuali, vedove, escort, e tanti altri – pensando a sé come a un pioniere della ricerca sul sesso. Quello che ne risulta è uno spaccato della sessualità in America tra gli anni Settanta e i Novanta, l’istantanea di una nazione che sta vivendo gli aspri effetti della guerra in Vietnam, i giorni della Rivoluzione Sessuale, della desegregazione.

Oggi, dopo oltre trentacinque anni da quella prima lettera, Talese, in questo straordinario esempio di giornalismo narrativo, può raccontare finalmente la controversa vicenda umana di Gerald Foos, offrendoci il ritratto della vita più segreta dell’America nell’ultima metà del secolo scorso.

Gay Talese, Motel Voyeur (The Voyeur’s Motel, 2016)

Traduzione Francesco Pacifico 

Rizzoli, collana La Scala, pagg. 204, euro 19,00