La grande tradizione nera del romanzo russo, da Gogol' al Dostoevskij dei Demoni a Bulgakov, rivive nell'opera capitale sulla Russia sovietica: Cime abissali di Aleksandr Zinov’ev, che Adelphi porta questo mese in libreria.

La quarta di copertina

«Personalmente, ne sono rimasto assolutamente, oscuramente affascinato; mi sono divertito ed ho anche riso, essendo consapevole contemporaneamente che si trattava di un libro sinistro; sono stato irretito in un mondo d’ombre, di disossate e consunte meduse umane, avvertendo insieme che quei bizzarri profili di carta e parole erano capaci di lancinanti squisitezze logiche e di raffinate, sapienti, intollerabili sofferenze. È satira? Non lo so; forse sì, giacché la satira è il genere più ambiguo, più sordido, e sa congiungere in sé l’odio e il riso, la ripugnanza e la seduzione; sa essere disperata e furba. Questo libro è satira come il viaggio di Gulliver tra i cavalli sapienti, i nobili animali che gli rivelano come si possa tollerare d’esser uomini solo difendendosi nella follia».

- Giorgio Manganelli

«Frantumato, smembrato, serpentinamente avvolgentesi su se stesso, il racconto di Zinov’ev vive tutto sotto un segno algebricamente negativo, come un “mondo alla rovescia”, un paranoico specchio di rifrazione della realtà sovietica».

- Serena Vitale

Info

Cime abissali di Aleksandr Zinov’ev (Adelphi), 977 pagine, euro 19,00 – ISBN 9788845930478 – Traduzione di Gigliola Venturi