Intervista ad Emma Pomilio in occasione dell’uscita del suo nuovo grande romanzo storico, La vespa nell’ambra (Mondadori).
Non è stata una scelta effettuata a tavolino, anzi si potrebbe definire una scelta improvvisa. Avevo l’intenzione di scrivere un romanzo giallo, parecchie idee mi frullavano per la testa, eppure non mi decidevo, pensavo che in Italia di gialli se ne scrivevano anche troppi. Ho sbagliato, i gialli non sono mai troppi. Intanto mi era capitato per le mani un romanzo storico di Mary Renault molto ben costruito; riflettendo sulle ricerche svolte dall’autore per creare personaggi e atmosfere del passato, ho capito che scrivere un romanzo storico poteva essere interessante e avrebbe rinverdito gli studi classici lasciati un po’ da parte. Avevo letto un saggio sulla schiavitù a Roma, argomento poco sfruttato al tempo, l’ho approfondito trovando innumerevoli spunti per trama e personaggi e ho cominciato a scrivere. È nato così Dominus (il padrone) pubblicato da Mondadori. Romanzo storico, d’azione e d’avventura, incentrato sui rapporti tra i padroni e gli schiavi in una grande famiglia investita dalla rivolta di Spartaco. Questo lavoro si è rivelato così congeniale per me, che ho continuato, e adesso sto scrivendo il sesto romanzo su Roma.
Davvero interessante, è stato un attestato di fiducia da parte dell’editore, che mi ha fatto aprire la serie. Hanno partecipato scrittori molto bravi, e mi sembra che ne sia venuta fuori una bella collana, anche sotto il profilo estetico. Tanti appassionati di storia romana hanno acquistato tutti i nove libri. A parte la mia predilezione (perdonabile) per Il ribelle, basato sui geniali studi di Andrea Carandini, ho apprezzato molto il romanzo di Franco Forte Carthago, che segue alternativamente Annibale e Scipione fino alla resa dei conti, mettendo in risalto la capacità di entrambi di comprendere il valore del nemico. Anche il pubblico ha decretato il maggior successo a questi due romanzi.
È un giallo storico, che si svolge nel giro di pochi giorni. Sono tornata al giallo per questo romanzo.
Siamo a Roma nel 48 a.C. Cesare è in Egitto e ha affidato l’Urbe a Marco Antonio. Due efferati delitti, dei quali viene accusato il nobile spiantato Valerio, sconvolgono la città, ma presto li mette in secondo piano una voce inquietante: sembra che Valerio abbia ucciso per appropriarsi di una lettera compromettente di Cesare. Valerio si è nascosto, ma ormai non lo cerca solo il tribuno incaricato delle indagini, lo cercano tutti, con fini opposti, gli amici di Cesare per toglierlo di mezzo, i nemici di Cesare per mettere le mani finalmente su una prova inconfutabile contro il dittatore. Marco Antonio affida l'incarico di ucciderlo al sicario più temibile di Roma, che invece tenterà di dimostrarne l’innocenza.
Ma nei gialli moventi e modi di uccidere sono stati contemplati tutti, non possono variare di molto, quello che conta sono i personaggi e credo di aver creato dei personaggi interessanti e poco comuni. Da Volumnio, di cui Orazio dice che se voleva rovinare qualcuno gli regalava abiti preziosi, così il fortunato indossava una nuova mentalità e tralasciava i suoi doveri, a Priscilla, medichessa assetata di giustizia, a Silio, guardia del corpo, spia e sicario, a Citeride, attrice, primadonna dell’apparato propagandistico di Marco Antonio e sua amante ufficiale.
Intervista ad Emma Pomilio
Intervista all'autrice del nuovo romanzo storico "La vespa nell’ambra" (Mondadori)
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