L'Ispettore Di Falco era seduto alla sua scrivania coperto come al solito da fascicoli e cartacce che costituivano una vera e propria trincea. Di Falco odiava tutti quegli incartamenti e sognava un archivio digitale da dove caricare i file di testo sulla ram della memoria del suo p.c. per poi dare seguito alla sua attività. Con le dita sulla tastiera, gli occhi sul monitor, stava redigendo la consueta richiesta da inviare al magistrato della DDA per prorogare di altri venti giorni l'intercettazione di quattro utenze mobili in uso ad altrettanti quattro mafiosi. Come al solito, le utenze erano intestate a prestanome o a parenti dei soggetti intercettati ed era stato davvero una fatica immane rintracciare i numeri telefonici con cui i criminali si mettevano in contatto. Ma lo sforzo non era solo quello, bisognava anche analizzare le loro parole, andare oltre il significato letterale. Spesso alcune frasi criptiche andavano decodificate e adattate al contesto. Altro problema era l'uso del dialetto da parte degli intercettati e la loro traduzione ed adattamento alla lingua italiana di termini e concetti tipici di un territorio.

Ma come al solito le telefonate intercettate pertinenti all'indagine erano davvero poche, per il resto si trattava di comunicazioni lavorative, amichevoli, familiari, matrimoniali e spesso extramatrimoniali.

Dall'utenza di Guerra Gaetano inteso "Tanu Tistuni" si ascoltava una vera e propria soap story. Premesso che con la moglie si limitava a litigare per telefono a causa delle sue continue assenze non giustificate ed improvvise, con l'amante era un continuo turbinio di sentimenti: gelosia, tenerezza, ira, desiderio. A volte i ragazzi della sua squadra erano costretti ad ascoltare telefonate di intere mezzore fatte di liti, ripicche, sdolcinate frasi d'amore. Non mancavano le fantasie erotiche. Guerra era sempre affamato di sesso. Con tutte le donne con cui veniva in contatto cercava di stabilire una relazione, per lo più di tipo sessuale. Non mancavano le telefonate con prostitute per incontri e per squallide richieste di prestazioni sessuali, e fissazione del prezzo. Una caratteristica di alcuni dei soggetti intercettati era la loro assoluta ignoranza, abbinata all'arroganza. Un senso dell'onore usato solo a loro convenienza.

La comunicazione della richiesta era diretta alla DDA poiché si può intercettate e registrate esclusivamente su disposizione della Procura della Repubblica e con l'assenso del Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.), infatti le registrazioni vengono conservate all'interno di workstation ubicati nelle Procure. Si tratta di ambienti presenti all'interno dei "Palazzi di giustizia". Stanze conosciute come "sale ascolto." In realtà per motivi logistici, spesso, queste workstation vengono remotate con altre workstation, presenti all'interno degli uffici di polizia giudiziaria. Pertanto l'ascolto delle intercettazioni si effettuano, spesso, proprio all'interno delle Questure o dei Commissariati.

Era proprio dalla sala ascolto del Commissariato che proveniva Romano con aria tesa e preoccupata. Di Falco ebbe appena il tempo di alzare lo sguardo e Romano d'impeto cominciò a parlare: "Guerra col figlio Alfonso, al telefono, parlano di un omicidio che avverrà a breve. Parlano di alcune armi nascoste in campagna sotto un albero che deve recuperare un tale che si chiama Mazzara. Non si capisce ad ogni modo chi lo commetterà e chi è la vittima ma sono sicuri che avverrà."

Di Falco a quella notizia restò sconcertato. In tanti anni di ascolto di utenze telefoniche non aveva mai sentito questi discorsi, detti in maniera così esplicita. Forse si trattava di una notizia che doveva essere comunicata immediatamente, non c'era il tempo di avvisare di presenza. E ciò rendeva la situazione ancora più grave. Queste sono notizie che non ti permettono di perdere tempo, si deve intervenire immediatamente per evitare l'omicidio. In prima battuta decise di sentire la telefonata in questione.

"Intanto fammela ascoltare, vediamo che ci capisco io, magari fanno un riferimento a qualche persona o un posto".

I due entrarono dentro la saletta ascolto. Indossarono due cuffie e si sedettero di fronte al monitor del pc che costituiva la workstation.