Una incredibile storia vera che sembra uscire da una spy story d’altri tempi. Grazie alla narrazione di un consumato giornalista come Alan Cowell, ecco un’analisi approfondita di un caso di scottante attualità: Londongrad. L’ultima spia, in libreria a settembre per Piemme Editore.

       

Dalla quarta di copertina:

Come in un racconto di John le Carré, il capo cronista del “New York Times” che ha seguito il caso mette in scena la storia della vita pericolosa e della morte di Sasha Litvinenko, la spia uccisa con un audace attentato con il polonio-210 nel centro di Londra: il più misterioso assassinio dell'era post-Guerra Fredda.

Le indagini di Sasha sull'omicidio di Anna Politkvoskaya, le trame degli oligarchi della nuova Russia, i segreti della guerra cecena, gli intrighi del KGB, il club dei dissidenti anti-Putin in esilio nelle capitali europee, i rapporti con l'italiano Marco Scaramella... disegnano la trama di una straordinaria spy story.

L’autore non trae conclusioni certe, solleva nuovi quesiti e sottolinea la necessità di fare chiarezza sul caso, per cui Marina Litvinienko sta ancora chiedendo giustizia.

     

Alan Cowell è nato in Gran Bretagna nel 1947. Corrispondente del "New York Times", ha scritto importanti reportage dall'Europa, dalla Turchia, dal Medio Oriente e dal Sud Africa. È stato nominato per il Premio Pulitzer.

    

Londongrad. L’ultima spia di Alan Cowell (Piemme Editore), 490 pagine, euro 19,50