La Longanesi,  pubblicando il romanzo Un castello di inganni (Believing the Lie, 2012) rende felici quanti apprezzano gli scritti della famosa autrice Elizabeth George.

Si tratta  del diciassettesimo romanzo della serie Inspector Lynley, una  serie molto longeva essendo nata nel 1988, il successo è stato continuo con un crescendo di consensi.

Nella serie i protagosti sono il duo formato da Thomas Linley e Barbara Havers, ma in  alcuni romanzi appaiono anche altri protagonisti come la coppia Deborah e Simon St. James che appare proprio in questo romanzo. Si tratta di una intelligente scelta della autrice nell’uso di differenti investigatori, così che dopo un poco di “riposo” in personaggi si presentano al lettore con maggiore freschezza.

In questa nuova avventura l’ispettore Lynley accetta, me non è troppo contento, di indare “ufficiosamente" sulla morte di Ian Cresswell. Lo richiede lo zio dell’uomo, il ricco e influente Bernard Fairclough, il quale ritiene che il nipote non sia accidentalmente annegato, come ha scritto il locale coroner, ma sia stato ucciso.

Lynley richiede l’assistenza di Deborah e Simon St. James e i tre si ritrovano a frugare nella vita privata degli appartenenti alla famiglia Fairclough. E dagli armadi aperti escono molti scheletri nascosti da tempo, si scoprono segreti. bugie e crepe nei rapporti tra i famigliari. Ognuno di loro avrebbe più di un motivo per aver commesso il delitto e anche fra di loro i rapporti non sono buoni, con una figlia che si finge invalida, un figlio che sta uscendo dal tunnel della droga e dell’alcool e vari altri famigliari ognuno con segreti e motivi per odiarsi reciprocamente.

I tre investigatori riusciranno a scoprire chi ha ucciso Ian arrivando così alla soluzione del caso.

Come sempre la scrittrice è brava a tratteggiare i vari personaggi, sa creare una storia solida, rendendo interessante un romanzo che ha la trama veramente complessa, ma sempre avvincente.

 

l’autrice: 

Elizabeth George è nata a Warren (Ohio) e vive nello stato di Washington. La stampa ha detto di lei che «è la regina incontrastata del mystery» (Entertainment Weekly) e che, con la sua scrittura, «dimostra che i grandi scrittori di romanzi gialli sono anche grandi romanzieri» (New York Times). Nei suoi libri – tutti bestseller internazionali – ha dato prova di un indiscutibile talento, conferendo alla detective story classica una dimensione diversa e più complessa, che sonda l’inesauribile varietà dei sentimenti umani. E' stata insignita dei prestigiosi Anthony Award, Agatha Award, Grand Prix de Littérature Policière e MIMI, riconoscimento tedesco dedicato ai gialli. 

 

un brano: 

«Quindi dovrò lavorare completamente solo?»

«Nessuno della Yard può essere coinvolto», disse Hillier.

Quell’affermazione significava che Lynley non avrebbe dovuto fare assolutamente nulla se fosse risultato che Nicholas Fairclough era l’assassino. Avrebbe dovuto lasciarlo nelle mani del padre, nelle mani di Dio, o nelle mani delle Furie. Era un’indagine che non aveva nessuna voglia di condurre, ma non gli era stato chiesto di fare una gita nella Cumbria, gli era stato ordinato.

  

la quarta:   

«Alla fine, tutto sembra ricondursi al denaro», riflette lapidario Thomas Lynley di fronte all’indagine che lo ha portato in Cumbria, un incarico strettamente confidenziale affidatogli da Sir David Hillier. A chiamare in causa Scotland Yard è Bernard Fairclough, baronetto di recente nomina e ricco industriale, convinto che la morte per annegamento di suo nipote Ian, archiviata dal coroner come accidentale, sia stata in realtà un omicidio. Affiancato da Deborah e Simon St. James, che lo seguono in incognito, Lynley si ritrova a frugare tra gli scheletri nell’armadio di molte «rispettabili» persone, costretto a mettere in discussione persino gli affetti più cari.

E le sorprese non mancano negli armadi di casa Fairclough, o piuttosto nelle complicate relazioni che ruotano attorno alle ricche casse della famiglia: una figlia finta invalida che conduce un’esistenza parassita a spese del padre; un figliol prodigo uscito dal tunnel della dipendenza da alcol e stupefacenti che si affanna per rientrare nelle grazie del genitore, un ragazzino affetto da turbe psichiche, qualche ex moglie inviperita e non pochi amanti inopportuni... Uno scomodo ginepraio su cui si è concentrata l’attenzione del giovane reporter di un famigerato quotidiano scandalistico, da tempo impegnato a indagare sulla nuova vita del rampollo di casa Fairclough...

L’ostinazione di Lynley e dei suoi ufficiosi assistenti porterà inevitabilmente a dipanare quel groviglio, facendo crollare un castello di spaventose bugie e atroci perversioni

 

Un castello di inganni di Elizabeth George (Believing the Lie, 2012)

Traduzione M. Cristina Pietri

Longanesi, collana La Gaja Scienza 1071,  pagg. 579, euro 18,80