Allora prendo la sedia e, a cavalcioni, mi piazzo davanti a lei. – Senti, sono tuo figlio anche se ho deciso di diventare un commissario di polizia. Inutile girarci attorno, fingere che non sia vero. Ognuno è libero di scegliere: l’hai sempre detto.

– E non voglio questurini in casa mia, ognuno è libero di scegliere, io pure. – Si alza. – Grazie di essere venuto. Hai fatto quello che ritenevi giusto, se hai finito te ne puoi andare.

Così sono uscito da casa di mia madre che mi ha ben chiuso la porta alle spalle. Come quando le ho detto di aver fatto domanda per diventare commissario di polizia.

Ma perché mi hanno assegnato alla Questura di Genova? Perché hanno chiamato proprio il sottoscritto per l’omicidio di Primo?

Perché ha parlato di bastardi al plurale? Mia madre Emma è così attenta alle parole, mai le usa tanto per usarle...

Nessuna traccia sul luogo del delitto. O per perizia dell’assassino o per sua fortuna. Chissà quanti ignari cittadini hanno lasciato i sacchetti di rumenta poco lontano dal corpo senza vederlo o, pur vedendolo, hanno deciso che era meglio non immischiarsi.

La vittima: devo pensarlo così, non Pietro Gambaro detto Primo.

Avrei preferito restare sul luogo del delitto, ma, verso mezzogiorno, una chiamata di Serra, il vicequestore, mi riporta in Questura.

Vuole essere aggiornato sulle indagini: qualcuno si sarà premurato di avvertirlo che Pietro Gambaro non è un anziano come tanti altri in una città sempre più vecchia; lui è Primo.

- Così è stato lei, commissario, ad identificare la vittima.

- Era privo di documenti, ma lo conoscevo.

- Tanto da essere certo dell’identificazione?

Annuisco.

- Così lo conosceva...

Non è una domanda e così lascio che continui.

- Fotografie, immagini di repertorio. È così che l’ha identificato?

Alzo le spalle: – No. Conoscente della mia famiglia.

- Famiglia? Credevo fosse celibe, commissario.

- La mia famiglia d’origine, ormai soltanto mia madre.

- Vicino di casa di sua madre?

- No. Dal tempo della Resistenza.

Serra rimane per un po’ in silenzio, poi commenta: – Mi è stato segnalato che Gambaro ha militato nella Brigata Garibaldi con nome di battaglia Primo.

Non è una domanda, ma capisco che vorrebbe saperne di più. Se non dico altro è perché quanto so non ha alcuna attinenza con le indagini.

- Spero che non sia un delitto politico – è ancora Serra.

- Dopo tanti anni?

Muove altri fogli: – Mi risulta che qualche mese fa, alla fine di aprile, per la precisione, Gambaro abbia sporto denuncia contro un gruppo di giovinastri che avevano imbrattato una lapide... Si dirà che qualcuno ha voluto vendicarsi, per la denuncia.

Non ne sapevo niente, ma sono tornato a Genova da tre mesi. – Controllerò, dottor Serra.

– Faccia un buon lavoro, accurato, mi raccomando. Se scoprisse implicazioni politiche, mi avverta, al più presto. Non vogliamo di certo immischiarci in cose che non ci riguardano.

Se non fossi l’ultimo arrivato gli risponderei per le rime, invece mi limito a chiedere: – C’è altro?

Fa segno di no, ma mentre sto uscendo aggiunge: – Vista la delicatezza del caso ho ritenuto opportuno assegnarle l’agente Anselmi come aiuto. È esperto, le sarà utile.

Lo conosco di vista, questo Anselmi, avrò scambiato al massimo una decina di parole con lui. Assegnato temporaneamente alla Questura di Genova, perché gli organici erano all’osso e subito dirottato a muover carte in archivio. Uno molto, ma molto, calmo, imboscato da ufficio.

Di certo non uno che vuol pestare piedi delicati: riferirà a Serra ogni mio passo? Probabile.

Il colloquio con mia madre mi ha depresso e quello con Serra mi ha irritato.

Ritorno dove è stato ritrovato il cadavere. A pochi passi abbiamo individuato tracce di sangue, che confronteremo con quelle della vittima; è un punto buio, perfetto per un agguato. Altre tracce, semicancellate dall’assassino o da ignari passanti, lasciano immaginare che il corpo sia stato trasportato fino ad essere nascosto dai cassonetti.

La Scientifica sta ancora setacciando la zona, alla ricerca del-l’arma del delitto.

È il mio primo caso di omicidio a Genova: da dove partire se non dalla vittima?

Dovrò ricostruire i suoi spostamenti. Cosa ci faceva un uomo della sua età fuori in piena notte, a novembre?