Genesi del Cavaliere Oscuro, creatura nata dalla fantasia di Bob Kane e rinata dalla mente eccelsa di Frank Miller che col medesimo ciclo a fumetti ne canta il lato buio, affascinante e ambiguo. Christoper Nolan (regista capace di Memento e del discontinuo Insomnia) supportato dalla faccia e dal corpo camaleontico dello straordinario Christian Bale dà vita, anima, muscoli ma soprattutto ombre all’Uomo Pipistrello. In questo Batman begins Bruce Wayne traumatizzato dalla perdita dei genitori, scende ogni gradino degli inferi della colpa, della vendetta e della paura che lo portano a vivere come un derelitto salvato e poi condotto, da un istruttore ninja, alla fine del mondo sulle più alte vette a compiere la via della giustizia, a impratichirsi con un allenamento durissimo per poter sconfiggere i propri demoni e infine a compiere una scelta. Batman nasce pezzo per pezzo e dolore dopo dolore e l’armatura diviene pericolosa tentazione di onnipotenza e distruzione. Torna alle origini e ritrova Gotham City in mano a criminali in giacca e cravatta che ne minano la struttura ormai decadente: il male seminato nella notte dei tempi è il potere dell’economia e la sua deriva più intima, la corruzione. Scopre un disegno malvagio, le cui fila sono insospettabilmente tirate da un occulto manovratore, che vuole la metropoli invasa da un’arma chimica che produce panico e che scatenerebbe una catarsi.

Pellicola densa come pece, sfavillante, visionaria e dark che cede il passo all’azione, giustamente spettacolare, perché funzionale alla storia e qualche scivolone nella retorica, è presto perdonato dalla consistenza delle immagini e la forza evocativa dell’ambiguità del personaggio. Si ravvede un certo gradevole gusto per il grottesco -  la cocaina si nasconde in orsetti di peluche, uno dei malvagi ha il viso liscio e tagliente di un bel ragazzo che alla bisogna diventa un orribile spaventapasseri – e Alfred (Sir Michael Caine) rappresenta la morale intelligente e l’onesto tocco umoristico.

Ma è quando le ali del Pipistrello danzano e incombono nelle luci della notte che il nostro cuore palpita, inseguendone le gesta.

Daniela Losini

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