La Neri Pozza Editore invia in libreria un thriller storico dal titolo La figlia del boia (Die Henkerstochter, 2008) romanzo d’esordio dell’autore tedesco Oliver Potzsch.

Il romanzo ha avuto un buon successo in Germania, mentre negli Stati Uniti l’autore ha preferito “affidarsi” ad Amazon dopo che il suo romanzo era stato definito «un oscuro romanzo storico tedesco» dal New York Times, così con questo sistema in poco tempo ha venduto 250 mila copie digitali.

Lo scrittore afferma di appartenere a una famiglia che nel lontano passato e per più di trecento anni ha esercitato il mestiere del boia, mestiere che si tramandava di padre in figlio.

Forte di queste conoscenze e di una profonda conoscenza del periodo storico, e dei costumi esistenti a metà del 1600 ha scritto un thriller appassionante dove spicca la figura di un boia intelligente e senza pregiudizi che lotta per salvare una donna accusata di stregoneria.

Ricordiamo che per lungo tempo una minima accusa di stregoneria faceva finire quasi immediatamente sul rogo il povero accusato che magari guariva le persone con erbe e rimedi naturali.

Riportiamo quanto scrive in merito al romanzo la brava traduttrice Alessandra Petrelli

<< Ambientato negli anni successivi alla Guerra dei Trent’anni, il romanzo si presenta come un thriller storico. Kuisl, aiutato dalla figlia Magdalena e dal giovane medico Simon Fronwieser, è fermamente deciso a indagare su misteriosi ed efferati delitti di bambini per evitare che una levatrice sia ingiustamente condannata con l’accusa di omicidio e stregoneria.

Sullo sfondo di una puntuale ricostruzione storica, la figura del boia perde la sua spietata e distaccata crudeltà e si presenta sotto una nuova luce, vibrante di umanità, dilemmi interiori e un pizzico di umorismo.>> 

E infatti La figlia del boia apre alla fantasia del lettore uno spaccato della società tedesca del Seicento, un’epoca di ignoranza, superstizioni e follie collettive.

L’autore: 

Oliver Pòtzsch è nato nel 1970 e vive a Monaco di Baviera con la sua famiglia. Ha lavorato a lungo come sceneggiatore per la televisione tedesca ed è un discendente dei Kuisl, la dinastia di boia a cui appartiene anche il protagonista del suo romanzo, una dinastia realmente esistita che ha svolto il suo mestiere per più di 300 anni.

la quarta:

Baviera, 1659. Sulla riva di un fiume nei pressi della cittadina di Schongau viene trovato agonizzante il figlio undicenne del barconiere Grimmer. Il tempo di adagiarlo con cura a terra, di esaminargli il profondo taglio che gli squarcia la gola, di scoprire sotto la sua scapola destra uno strano segno impresso con inchiostro viola - un cerchio sbiadito dalla cui estremità inferiore parte una croce - che il bambino muore.

Qualche tempo dopo i bottegai Kratz si imbattono, davanti alla porta di casa, nella macabra scoperta del loro piccolo Anton, il figlio adottivo, immerso in un lago di sangue, la gola recisa con un taglio netto. Sotto una scapola del bambino viene trovato il medesimo segno del figlio del barconiere: il cerchio di Venere che simboleggia la donna come controparte dell'uomo, la vita, ma anche la continuazione della vita dopo la morte... il simbolo delle streghe.

Peter Grimmer e Anton Kratz si conoscevano. Insieme con la piccola Maria Schreevogl e altri due bambini costituivano uno sparuto gruppo di orfani che era solito frequentare Martha Ste-chlin, la levatrice di Schongau che vive proprio accanto ai Grimmer. Sicché quando la piccola Maria, la mattina dopo che la madre adottiva scorge, lavandola nella tinozza, il fatidico cerchio sbiadito sulla sua spalla destra, scompare al seguito di una diabolica figura con una mano di ossa, gli abitanti di Schongau non hanno dubbi: la strega assassina è la levatrice, Martha Stechlin. E lei che ha tagliato la gola ai due bambini, è lei che, con un incantesimo, ha chiamato il demonio che ha rapito Maria. Il destino di Martha Stechlin sembra così segnato. Messa nelle mani del boia di Schongau perché le sia estorta formale confessione, attende di essere spedita al rogo.

Jakob Kuisl, il boia di Schongau, un gigante alto quasi due metri, la barba nera e spinosa, le lunghe dita ricurve simili ad artigli, non crede però alla colpevolezza della levatrice. E con lui non credono che la dolce Martha sia una strega anche sua figlia Magdalena, un'attraente ragazza dalle labbra carnose, le fossette sulle guance e gli occhi ridenti, e Simon Fronwieser, il figlio del medico cittadino, un giovane con la chioma fino alle spalle e il pizzetto spuntato sul mento così ben visto tra il gentil sesso di Schongau.

I tre indagano per cercare di ribaltare una sentenza che sospettano sia stata scritta solo per convenienza politica e, soprattutto, per nascondere una verità inconfessabile. Una verità che, per Jakob, Simon e Magdalena, può emergere solo nel giro di una settimana, il tempo che resta prima che il rogo venga approntato.

La figlia del boia di Oliver Potzsch (Die Henkerstochter, 2008)

Traduzione Alessandra Petrelli

Neri Pozza Editore, collana I narratori delle tavole, pagg. 427, euro 16,90